Se ci si sveglia di soprassalto durante la notte con un senso di soffocamento o perché si russa troppo forte, potrebbe trattarsi di sindrome delle apnee notturne (Osas). Una condizione seria, che pur interessando almeno 1,6 milioni di italiani, è decisamente sotto-diagnosticata. È pericolosa per chi ne soffre e assai fastidiosa per chi dorme accanto. Si parla di “apnea” da sonno quando l’interruzione del respiro dura dai 10 secondi a meno di 3 minuti e di “ipopnea” se c’è riduzione parziale del respiro. Le cause principali sono il sovrappeso/obesità, problemi anatomici delle prime vie aeree (ostruzioni a livello di naso, bocca, gola), l’abuso di alcol prima di andare a dormire e l’assunzione di sonniferi. I maschi sono più colpiti. A preoccupare sono, tra le altre, le conseguenze sull’apparato cardiovascolare. Questa condizione aumenta il rischio di ipertensione, ictus, scompenso cardiaco, coronaropatie e fibrillazione atriale.
DIAGNOSI
Il sospetto diagnostico si basa sui sintomi riferiti dal paziente o dal partner, la conferma arriva dalla polisonnografia notturna, un esame che durante il sonno misura respirazione, ossigenazione del sangue, presenza di apnee, frequenza cardiaca.