Mogol: «A 86 anni vi spiego come invecchiare bene. Il segreto? Serenità e amore per gli altri»

Mogol: «A 86 anni vi spiego come invecchiare bene. Il segreto? Serenità e amore per gli altri»
di Maria Lombardi
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Giovedì 8 Dicembre 2022, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 07:54

Mogol, a 86 anni, lei è in gran forma. Come fa?

«Mi prendo cura del corpo e soprattutto della mente. La salute dipende moltissimo dalla mente, sia in positivo che in negativo».

In che modo cura la salute della mente?

«Coltivando la serenità. E sa qual è il segreto per essere sereni? L’autostima».

Intende, la fiducia in sé stessi, l’accettazione di quel che si è?

«Assolutamente no. Non intendo quello. L’autostima, come la intendo io, riguarda la condotta spirituale. È una decisione intima, una scelta personale. Vuol dire fare solo cose super corrette, trattare gli altri con la stessa cura e attenzione con cui guardo a me stesso. Come vede siamo partiti dalla salute e stiamo parlando di Vangelo, per me la fede è il pavimento della salute. L’autostima ti permette di pensare che sei stato utile al prossimo.

E negli ultimi anni della mia vita voglio essere utile agli altri, mi dà serenità».

Lei ha scritto oltre 1.500 testi, tra cui vari capolavori della musica italiana, ha lanciato la nazionale di calcio dei cantanti che negli anni ha raccolto qualcosa come 100 milioni per aiutare i bambini sofferenti, ha fondato il Cet, la scuola di alta formazione per musicisti, poeti e artisti. Cos’altro vuol fare di utile?

«Indicare la strada per una vita migliore, lunga e in salute. Mi occupo di prevenzione primaria, ossia le misure per non ammalarsi. Da 35 anni studio le difese globali dell’organismo, sono stato chiamato da quattro università a discuterne. A Padova ho parlato davanti a 200 medici».

E cosa ha capito in tutti questi anni di studio?

«Ho capito che se si ha la cultura di cosa sia la salute, e di questa consapevolezza se ne fa regola di vita, non ci si ammala. I nostri tre sistemi, nervoso, endocrino e immunitario, ci difendono da tutte le malattie se sono integri. Ma con uno stile di vita sbagliato facciamo diminuire le difese e incorriamo nella malattia».

Di tutto questo si parlerà nel suo libro di consigli per invecchiare in salute e vivere bene?

«Al libro stiamo lavorando in tre: io, la scrittrice scientifica Margherita Enrico, e Carlo Massullo, medico sportivo e osteopata che è stato olimpionico di pentathlon. Lui darà tutti i suggerimenti su come fare attività fisica senza correre rischi».

Lei quanto si allena?

«Lunedì, mercoledì e venerdì faccio palestra, sono il personal trainer di me stesso. Gli altri giorni, mi alleno in bicicletta. Ma il movimento non basta, sto molto attento anche all’alimentazione. Il cibo è importantissimo».

Che tipo di dieta segue?

«Mangio preferibilmente pesce, di tutti i tipi. Carne rossa solo una volta alla settimana e lo stesso la carne bianca. Evito i fritti, scelgo sempre varietà di verdure dell’orto e biologiche. Variare è molto importante. Cena a base di legumi, le proteine sono fondamentali dopo i 60 anni, almeno due ore prima di andare a letto. E faccio attenzione alle quantità. Si fa presto a consigliare la dieta mediterranea, ma se poi mangio un piatto di pastasciutta devo bruciare l’energia che ho immagazzinato».

Altri consigli?

«Seguo spesso il digiuno intermittente: se ho mangiato tanto a pranzo, salto la cena. Solo due, tre dita di vino rosso, e sette/otto ore di sonno. Non tutti sanno che da mezzanotte alle due il corpo ricostruisce sostanze fondamentali per la salute. Le indicazioni per stare bene sono complesse. Contano l’alimentazione, lo sport, la natura, l’aria pulita, io 30 anni fa ho scelto di andare a vivere in mezzo ai boschi. Ma tutto questo non conta niente se non sta bene la mente: come si sa è la causa di tanti e gravi problemi di salute».

Serenità, abbiamo detto. Cosa altro serve al benessere della nostra mente? Quanto bene ci fanno la musica e l’arte?

«Fare cose che ci piacciono fa benissimo, sprigiona endorfine. Ma anche la risata è salute, come cantare insieme, l’amicizia, curarsi degli altri. Tutto quello che dice la religione cattolica in linea di massima è positivo per la salute».

A che punto è il suo progetto di salute “La Rinascita”?

«Il centro è pronto, partiremo a metà gennaio. Ne ho parlato nei giorni scorsi con il ministro Schillaci. Ad Avigliano Umbro, in provincia di Terni, dove ha sede il Cet, il Centro di eccellenza della musica popolare da me fondato, organizzeremo soggiorni di prevenzione primaria. Ai corsi di informazione si affiancano i programmi di depurazione. Tre giorni bastano, ma con sei o nove giorni la riparazione e la reintegrazioni delle difese saranno ancora più profonde. Voglio che tutti capiscano che la salute è il bene più importante. Non capisco perché la trattiamo malissimo». 

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