Malattie reumatiche, obiettivo prevenzione. «Diagnosi precoce fondamentale»

Malattie reumatiche, obiettivo prevenzione. «Diagnosi precoce fondamentale»
di Maria Rita Montebelli
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Giovedì 8 Dicembre 2022, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 08:22

Le malattie reumatologiche spesso sono confuse con l’artrosi.

Problema derivante dalla degenerazione progressiva della cartilagine articolare, il “cuscinetto” che ammortizza i movimenti delle articolazioni, che nel corso degli anni si danneggia, si lacera e si distrugge provocando dolori articolari. Ma, le malattie reumatologiche, sono altra cosa rispetto ai comuni dolori degli anziani e sono anche molto numerose, circa 150, dalle più frequenti come l’artrite reumatoide alle più rare, come l’arterite a cellule giganti. Questo significa che stiamo parlando di malattie che fanno sentire la loro dolorosa presenza durante tutto l’anno, che sia caldo o che sia freddo. E se l’artrosi dei nonni è una malattia degenerativa cronica, la maggior parte delle malattie reumatologiche ha una causa infiammatoria, legata a meccanismi auto-immuni.

I SINTOMI

 È il caso ad esempio dell’artrite reumatoide, interessa circa 400 mila italiani, causata dall’attacco del sistema immunitario contro le articolazioni. Provoca dolore, edema articolare (in genere le articolazioni sono interessate in modo simmetrico), rigidità (soprattutto mattutina) e col tempo distrugge e deforma le articolazioni; può inoltre attaccare altri organi, quali occhi, polmoni e cuore. Niente a che vedere con l’invecchiamento. Anzi, l’artrite reumatoide e tante altre malattie reumatologiche, possono esordire anche durante l’infanzia. Sono colpite soprattutto le donne, che hanno un sistema immunitario più “vivace” di quello degli uomini e sono più inclini alle malattie autoimmuni, reazioni abnormi del sistema immunitario contro componenti normali del proprio organismo. Esempio tipico è il lupus, una malattia complessa e multiforme che riscontriamo soprattutto nelle giovani donne tra i 15 e i 45 anni. È una patologia infiammatoria cronica autoimmune del tessuto connettivo che in Italia interessa circa 60 mila persone e che, nel 15% dei casi, viene diagnosticato prima dei 18 anni. I sintomi più comuni sono un’eruzione a forma di farfalla sul naso e sulle guance, edema e dolore alle articolazioni, grande stanchezza; i pazienti non possono esporsi alla luce del sole perché questo provoca un peggioramento e un riacutizzarsi dei sintomi della malattia.

Può accompagnarsi a cefalea, febbricola, dolori al torace, perdita di capelli. Fino alla metà dei pazienti presenta sin dall’inizio segni di compromissione dei reni (nefrite lupica). Può colpire anche il sistema nervoso (deficit di concentrazione, epilessia, psicosi), il sangue (anemia e trombosi), il tratto gastro-intestinale. La buona notizia è che dopo tanti anni di terapia basata solo sui classici farmaci immunosoppressori (metotrexate, ciclosporina, micofenolato), di recente sono arrivate delle importanti novità, farmaci biologici, come il belimumab e l’anifrolumab, e la voclosporina molto più efficaci, anche nel proteggere i reni di questi pazienti, e meno tossici dei farmaci precedenti.

L’INCERTEZZA

 In Italia sono 5,4 milioni le persone affette da patologie reumatologiche ma, stando ad una recente ricerca della Società Italiana di Reumatologia ci sarebbe anche un altro milione di persone ignaro di avere queste malattie. Pur avendo dolori e sintomi invalidanti. In media, secondo gli specialisti, passano 7 anni per individuare un caso di artrite psoriasica, per scoprire una spondilite anchilosante trascorrono fino a 5 anni mentre per la sclerosi sistemica e l’artrite reumatoide gli anni d’attesa sono rispettivamente 3 e 2. Ma nel frattempo purtroppo la malattia fa danno. E oggi, per alcune forme di artrite si sta cominciando a ipotizzare addirittura la possibilità di una prevenzione, individuando i soggetti a rischio prima che compaia la malattia. Per questo, come ricorda anche l’attore-testimonial Tullio Solenghi nello spot girato per la Società italiana di reumatologia (reumatologia.it): «Ad ogni età è bene non sottovalutare i dolori. Se hai dubbi o domande, non improvvisare parlane con il reumatologo». La Società aveva lanciato la campagna “Diagnosi Precoce”, distribuendo nelle farmacie di FederFarma Servizi 100 mila copie del libretto “Le malattie reumatologiche: cosa sono, come prevenirle e come riconoscerle”. «Identificare la patologia precocemente – spiega il professor Roberto Gerli, past president della Società Italiana di Reumatologia - ci consente di fare una vera e propria prevenzione secondaria e di evitare o limitare fortemente i danni articolari, e quindi la disabilità, causati dal processo infiammatorio scatenato dalla malattia». «I successi della ricerca che hanno portato alla messa a punto di nuove terapie – fa sapere professor Gian Domenico Sebastiani, neo presidente della Società Italiana di Reumatologia - rischiano di essere vanificati se non aumentiamo il numero delle diagnosi precoci». 

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