Mal di stomaco stagionale: stress e allergie in primavera aumentano i rischi

Antonio Gasbarrini (Policlinico Gemelli): bandire alcol e fumo, se necessario ricorrere ai farmaci antiacidi

Mal di stomaco stagionale: stress e allergie in primavera aumentano i rischi
di Maria Rita Montebelli
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Giovedì 9 Marzo 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 10:48

Il profumo inebriante della mimosa già ci avvolge di primavera e di una promessa di luce, con le giornate che si allungano e diventano più calde e luminose.

Ma non tutti festeggiano in questi giorni. C’è chi vive la primavera come la minaccia della ricomparsa del mal di stomaco stagionale, che accompagna molti nel passaggio dall’inverno alla bella stagione. Acidità e bruciore di stomaco sono dovuti in genere a gastrite e malattia da reflusso gastro-esofageo, disturbi di solito facilmente controllabili con la dieta, misure di igiene di vita e i farmaci da banco.

È tuttavia importante imparare a distinguere un fastidio “innocente” e passeggero da qualcosa di più impegnativo, che merita l’attenzione dello specialista ed esami specifici. Ma perché la primavera è la stagione preferita dal mal di stomaco? «Il periodo primaverile – spiega il professor Antonio Gasbarrini, ordinario di Medicina Interna dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore del Centro Malattie dell’Apparato Digerente del Policlinico Gemelli di Roma - è caratterizzato spesso da una riacutizzazione delle malattie infiammatorie. Nel nostro stomaco si verifica una produzione costante di acido cloridrico, sostanza fondamentale non solo per la predigestione degli alimenti, ma anche perché funge da barriera contro tutti gli agenti microbici infettivi che noi introduciamo attraverso la bocca». L’acido cloridrico ha una sua produzione circadiana, variabile cioè nel corso delle 24 ore e massima in genere dopo i pasti. Tuttavia nei cambi di stagione, e in particolare nel passaggio tra inverno e primavera, si ha una maggior produzione di cortisolo e un’attivazione del sistema nervoso simpatico che aumentano la produzione di acido cloridrico. «A rischio aumentato - aggiunge il professore - sono anche i soggetti allergici che in primavera presentano un’iperattivazione del sistema immunitario ed è come se l’allergia fungesse da booster a sottostanti patologie infiammatorie, come appunto la gastrite. E quindi chi è stressato, dal momento che lo stress aumenta la produzione di cortisolo, e chi soffre di allergie, nel periodo primaverile può trovarsi a produrre acido cloridrico in maggiori quantità e ad essere a maggior rischio di gastrite». Nel cambio di stagione, è dunque molto importante tenere sotto controllo i fattori di rischio e l’alimentazione, evitando i cibi che possono facilitare la comparsa di gastrite o di reflusso esofageo.

CATTIVE ABITUDINI

Lo stress è un altro grande nemico dell’apparato digerente, come anche la mancanza di sonno. Tra le abitudini peggiori c’è lo spizzicare snack salati o cioccolata davanti al televisore fino a tardi, in un momento in cui il nostro stomaco dovrebbe invece riposare come tutto il resto dell’organismo. Con l’arrivo della primavera inoltre le persone tendono ad uscire di più, a socializzare, concedendosi magari un aperitivo o una cena con qualche bicchiere di alcolici di troppo. Ed è noto che tra i vari problemi causati dall’alcol, c’è anche quello di essere un potente irritante per la mucosa gastrica. Ma alcol e fumo, nemici numero uno di stomaco ed esofago, andrebbero invece banditi. «Particolarmente a rischio di gastrite sono anche i fumatori di sigari – ricorda il professor Gasbarrini – perché questi aumentano molto la produzione di acido cloridrico e tendono ad aprire l’anello cardiale, che favorisce il reflusso verso l’esofago». Ma se dieta e misure di stile di vita sono fondamentali per la gestione del mal di stomaco di primavera, a volte possono non essere sufficienti. È allora il momento di ricorrere a farmaci che neutralizzano l’acidità gastrica. «Conviene sempre partire con farmaci che non bloccano troppo la produzione di acido cloridrico – consiglia il professor Gasbarrini - proprio perché, come visto, ha una funzione essenziale sia per la predigestione del cibo e come barriera antinfettiva ai tanti microbi presenti negli alimenti che mangiano. È bene dunque ricorrere in prima battuta a farmaci antiacidi, in forma liquida, in compresse o in bustine monodose, che neutralizzano l’acidità gastrica e sono molto veloci nel ridurre il dolore. Ma se la gastrite è importante e gli antiacidi non hanno efficacia, per combattere questa infiammazione dello stomaco e il reflusso esofageo sarà bene ricorrere ad un ciclo di terapia con i farmaci inibitori della pompa protonica, che riducono l’acidità bloccando la produzione di acido cloridrico da parte delle cellule dello stomaco».

LE ANALISI

Se poi i sintomi persistono, va sempre esclusa la presenza di un’infezione gastrica da Helicobacter pylori, un batterio che causa almeno il 30-40% di tutti i casi di gastrite (infettiva in questo caso). «Si tratta di una causa molto comune di gastrite perché a tutt’oggi non siamo stati in grado di sconfiggere con un vaccino questa infezione, che può causare l’ulcera e un aumentato rischio di tumore dello stomaco. La gastrite da H. pylori, si cura con un ciclo di una terapia antibiotica di 7-10 giorni».

Purtroppo anche le persone che hanno eradicato con l’antibiotico l’infezione da H. Pylori, possono ricontagiarsi. È il motivo per cui quando una persona presenta una gastrite senza un motivo particolare, in assenza di fattori di rischio apparenti, è sempre bene non dimenticarsi di ricercare la presenza di questo batterio con esami non invasivi come il test del respiro o la ricerca dell’antigene fecale. «Ma se in più – conclude il professor Gasbarrini – ad un dolore allo stomaco, che non risponde alla terapia con inibitori di pompa, si associano anche calo di peso, anemizzazione o alterazioni dell’alvo è bene effettuare una gastroscopia».

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