Ansia e acne? Mai provato con la fitoterapia?Ecco tutto il potere delle erbe belle e buone

Gli estratti naturali hanno conosciuto un vero e proprio boom durante la pandemia

Ansia e acne? Mai provato con la fitoterapia?Ecco tutto il potere delle erbe belle e buone
di Valentina Arcovio
5 Minuti di Lettura
Giovedì 9 Marzo 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 07:21

Non c’è farmacia più rifornita della Natura.

Nelle piante, nei funghi e nei licheni, infatti, si possono trovare una moltitudine di composti terapeutici validi per i più svariati disturbi: dalla semplice stipsi all’insufficienza venosa cronica fino ai sintomi della menopausa, l’iperplasia prostatica benigna, i disturbi dell’umore e molti altri ancora. Si tratta della fitoterapia, descritta dall’Istituto superiore di sanità (Iss) come «la disciplina medica che utilizza piante medicinali e derivati nella prevenzione e cura delle malattie, relativamente alle proprietà farmacologiche dei costituenti chimici presenti nella pianta, o meglio nel preparato utilizzato». I fitoterapici sono dotati quindi di proprietà terapeutiche e per questo vengono utilizzati – in molti casi sin dall’antichità – come erbe curative. Non ha dunque nulla a che vedere con l’omeopatia con cui invece, troppo spesso, viene confusa. «La fitoterapia ha basi scientifiche, l’omeopatia no», precisa subito Angelo Izzo, coordinatore del gruppo di lavoro “Farmacognosia, Fitoterapia e Nutraceutica” della Società italiana di Farmacologia e docente presso il Dipartimento di Farmacia dell’Università di Napoli Federico II.

Tisane, vero o falso? I consigli per beneficiare al meglio di un estratto di natura in tazza

L’APPROVAZIONE

In alcuni casi, si tratta di medicinali veri e propri ufficialmente approvati dall’Agenzia italiana del farmaco, e venduti quasi esclusivamente in farmacia. Come accade per molti altri farmaci, i fitoterapici esistono in commercio sotto forma di compresse, capsule o sospensione da assumere per via orale. «Le preparazioni più studiate in campo clinico – continua – includono gli estratti di Serenoa repens (serenoa) per il trattamento dell’iperplasia prostatica benigna, gli estratti di Aesculus hippocastanum (ippocastano) per l’insufficienza venosa cronica, Hypericum perforatum (iperico) per il trattamento della depressione lieve e moderata, le preparazioni a base di zenzero (Zingiber officinalis) per contrastare la nausea e il vomito in gravidanza e l’olio di melaleuca (Melaleuca alternifolia, noto anche come “tee tre oil”), per la candidosi vulvovaginale». Si ricorre molto spesso alle erbe anche nel trattamento dei disturbi andrologici, in particolare quelli che impattano sulla vita sessuale. Ci sono evidenze scientifiche che dimostrano che con un mix di estratti vegetali di griffonia, passiflora e valeriana, è possibile migliorare i problemi di eiaculazione precoce. «La Griffonia simplicifolia – spiega Alessandro Palmieri, presidente della Società italiana di Andrologia e professore di Urologia alla Università Federico II di Napoli – è un arbusto rampicante originario dell’Africa centrale e occidentale ricco di 5-idrossitriptofano, un amminoacido naturale, precursore della serotonina, un neurotrasmettitore importante per il tono dell’umore e per la regolazione del comportamento in caso di stress. A questa pianta si sono aggiunte Passiflora incarnata, che favorisce il relax senza dare sonnolenza e ha proprietà antidepressive con un’azione assimilabile all’uso di benzodiazepine, e Valeriana officinalis, il cui principio attivo ha un effetto calmante che agisce sull’ansia da prestazione». Complice anche la pandemia, i prodotti a base di piante medicinali stanno riscuotendo un grande successo. Si stima che in Italia ricorrano a questi prodotti oltre 9 milioni di italiani che, molto volte, li preferiscono ai farmaci convenzionali per via della loro origine naturale. «Proprio perché in genere sono più sicuri dei farmaci convenzionali, i preparati a base di piante medicinali – spiega l’esperto – possono avere una loro collocazione, sotto supervisione medica, nelle forme patologiche lievi, come ad esempio l’ipercolesterolemia borderline, la depressione lieve, gli stadi iniziali dell’iperplasia prostatica benigna o nei casi nei quali il trattamento convenzionale non è completamente è soddisfacente, come ad esempio nei casi di nausea e vomito in gravidanza o per la sindrome dell’intestino irritabile». Nel nostro Paese la tendenza a consumare questi prodotti è piuttosto diffusa tra i pazienti con tumore, a cui il più delle volte si ricorre come terapia integrativa. «Alcune ricerche mostrano che circa il 70% dei pazienti con tumore, oltre alla terapia, ricorre anche alle erbe e agli integratori», dice Stefania Gori, direttore del dipartimento oncologico dell’Irccs di Negrar (Verona) e presidente della Rete oncologica pazienti Italia. «Spesso lo fa per contrastare gli effetti collaterali delle terapie convenzionali e in molti casi funzionano, ad esempio nel ridurre la nausea.

Tuttavia, bisogna evitare il “fai da te”. Prima di ricorrere alle erbe è sempre meglio parlarne con il proprio medico».

LE PRECAUZIONI

 L’equazione “naturale uguale sicuro” è infatti falsa. «Alcuni prodotti fitoterapici, infatti, potrebbero interferire con le cure antitumorali. L’iperico, ad esempio, viene utilizzato spesso come «calmante» – spiega Gori – ma può ridurre l’efficacia di farmaci, come il tamixofene o l’imatinib. L’aloe, agendo a livello intestinale, può ridurre l’assorbimento di alcuni chemioterapici. «Gli esempi sono tanti e per questo è bene rivolgersi sempre al proprio oncologo», aggiunge. Le possibili interazioni farmacologiche coinvolgono anche altri farmaci convenzionali usati per patologie diverse dal tumore. «In questo contesto, l’esempio meglio documentato in letteratura – spiega Izzo – è la possibilità di interazioni farmacologiche tra le preparazioni a base di Hypericum perforatum (iperico) e farmaci quali ciclosporina (un immunosoppressore), farmaci adoperati in pazienti affetti da Aids (ad esempio indinavir) e la pillola estroprogestrinica. In questi casi è ben documentata la riduzione dell’efficacia di tali farmaci se somministrati contemporaneamente a preparazioni a base di iperico».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA