Incubo cistite addio: a proteggerci saranno gli antigeni batterici

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di Barbara Di Chiara
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Giovedì 16 Settembre 2021, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 15:40

Le infezioni batteriche del tratto urinario sono le seconde più comuni dopo quelle respiratorie e colpiscono le donne con un rapporto di 5 a 1 rispetto agli uomini. In pratica, il 20% ne soffre almeno una volta l’anno, con episodi più o meno ricorrenti, e il 50% sperimenta una cistite durante la vita. È proprio come se una cistite tirasse l’altra. Con questa premessa, un gruppo di ricercatori del dipartimento di Immunologia del Duke University Medical Center di Durham, in Gran Bretagna, ha organizzato uno studio, per ora su modello animale, per testare l’efficacia di un vaccino contro le infezioni urinarie ricorrenti: come riporta la rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences, dove la ricerca è stata pubblicata, si tratta di un prodotto a base di antigeni batterici (da E.coli) combinati con un adiuvante, che viene somministrato per via locale, quindi direttamente nella vescica, in modo da evocare una forte e durevole risposta immunitaria. I topi immunizzati per via intravescicale sono effettivamente risultati più protetti dalle infezioni del tratto urinario.

L’ORIGINE

Le infezioni delle vie urinarie insorgono quando alcuni batteri di origine intestinale, come l’Escherichia coli uropatogeno, raggiungono la vescica attraverso l’uretra e proliferano nelle urine, dando luogo a una vera e propria invasione delle cellule epiteliali della vescica. I sintomi della cistite tendono a variare da persona a persona. «Tra i disturbi più comuni – evidenzia Roberto Musci, specialista dell’Unità di Urologia in Humanitas San Pio X di Milano – ci sono il bruciore durante la minzione, la frequenza dei bisogno di urinare, senso di contrazione della vescica, febbre, dolore ai fianchi e al pube, nausea, vomito e sangue nelle urine. E quando l’infezione interessa i reni, possono esserci manifestazioni molto più intense». La cura di questi disturbi a volte è difficile e non risolutiva. E se di solito il nostro sistema immunitario sviluppa una linea di difesa che diventa più reattiva nei confronti di specifici agenti patogeni dopo i primi episodi di infezione, nel caso delle odiatissime cistiti si osserva il contrario. Ogni infezione aumenta il rischio di un’infezione successiva.

I RIMEDI

In attesa che i test passino alla fase successiva, quindi sull’uomo, per il trattamento della cistite le armi a disposizione rimangono due: l’alimentazione e le terapie farmacologiche (soprattutto antibiotiche). «Come per tante altre patologie – spiega Musci – l’alimentazione può avere un ruolo importante nella gestione dei sintomi e nella cura della cistite. È bene non eccedere con cioccolato, cibi piccanti, spezie, carne di maiale, insaccati, e abolire alcolici e bevande gassate. Bere molto è importantissimo, in quanto aiuterà a disinfiammare le vie urinarie. Inoltre, bisognerebbe limitare il consumo di alimenti che producono gas, quali: legumi, broccoli, cavolfiori, verza, fagioli, funghi, cetrioli, formaggi freschi, e regolarizzare l’intestino consumando alimenti ricchi di fibre vegetali e scorie, come pane integrale, frutta cotta, spinaci e verdure a foglia larga cotte. Una buona idea, infine, è assumere prebiotici e probiotici». Per evitare le recidive, nel caso di cistiti batteriche «occorre fare un uso corretto degli antibiotici, sotto controllo medico: questi farmaci vanno assunti solo dopo aver eseguito l’urinocoltura, in modo da modulare al meglio la terapia».

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