Gli adolescenti malati di solitudine, in aumento ricoveri e tentativi di suicidio

Gli adolescenti malati di solitudine, in aumento ricoveri e tentativi di suicidio
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Giovedì 8 Dicembre 2022, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 07:55

Allargare il significato profondo del provare tenerezza può significare anche essere aperti verso la propria sofferenza, senza evitarla e senza “disconnettersi”.

Animati dal desiderio di alleviarla e di curarsi con gentilezza. Esercizio assai complesso. Per gli adulti ma, soprattutto per gli adolescenti che, in quest’epoca, non riescono proprio a mettere ordine tra malessere, impulsi, incapacità di guardare avanti. Gli anni della pandemia, le difficoltà economiche e il peso del conflitto in Ucraina hanno riportato in primissimo piano il tema della salute mentale. In particolare nelle fasce più deboli. Gli adolescenti sono un drammatico esempio. Hanno perso punti di riferimento sia relazionali che emotivi. Le ultime indagini rivelano che un ragazzo su cinque presenta una condizione di disagio psichico, che si manifesta con sintomi e segni di tipo ansioso o depressivo. Anche con comportamenti oppositivi, autolesionisti e aggressivi. Da non dimenticare l’escalation, tra 2021 e il 2022, di tentativi di suicidio tra i giovanissimi. Questi temi sono stati analizzati alla Pontificia Università Gregoriana, durante il convegno promosso dalla Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro, “Dalla pandemia alla guerra: emarginazione fisica ed emotiva. L’impatto sul territorio raccontato dai media”. «Tra i ragazzi con disagio psichico, uno su tre accede ad un servizio di Neuropsichiatria infanzia e adolescenza. Negli ultimi dieci anni le richieste sono raddoppiate ma le risorse professionali e strutturali sono rimaste invariate. O addirittura diminuite - commenta Fabrizio Starace, presidente della Società Italiana di Epidemiologia psichiatrica - L’età di comparsa di comportamenti di abuso di alcol e sostanze è scesa a 12 anni. Gli accessi ai pronto soccorso per un disturbo psichiatrico riguardano 7 minori su 1000 ed il numero è in aumento. Quando è necessario un ricovero neurologico o psichiatrico, la carenza di posti letto obbliga molto spesso a degenze in reparti non appropriati, come quelli per adulti». Oggi sono numerose, in inquietante crescita, le storie di adolescenti ai margini della realtà, incapaci di stabilire rapporti con gli altri» racconta Alessandro Vento, Presidente dell’Associazione “Osservatorio sulle dipendenze e sui disturbi psichici sotto soglia”. Durante i lavori la Fondazione Di Liegro ha consegnato il “Premio per il giornalismo e la ricerca sociale” allo scrittore Daniele Mencarelli e al regista di Netflix Francesco Bruni per il libro e la serie tv Tutto chiede salvezza, al caporedattore TGR Lazio Roberta Serdoz, al reporter del Tg2 Giammarco Sicuro, al presidente della Società Italiana di Epidemiologia psichiatrica Fabrizio Starace. Un’altra ricerca aggiunge sfumature al ritratto del disagio giovanile. È uno studio pubblicato su Biological Psychiatry: Global Open Science e condotto all’Università di Stanford. Risultato: i fattori di stress legati alla pandemia hanno alterato fisicamente il cervello degli adolescenti. Facendolo apparire più vecchio di diversi anni rispetto a prima della pandemia.

GLI EFFETTI

Solo nel 2020, le segnalazioni di ansia e depressione negli adulti sono aumentate di oltre il 25% rispetto agli anni precedenti.

Gli effetti neurologici e di salute mentale della pandemia sugli adolescenti potrebbero essere stati ancora peggiori. «Sappiamo già dalla ricerca globale che la pandemia ha influito negativamente sulla salute mentale dei giovani, ma non sapevamo cosa stesse facendo fisicamente ai loro cervelli», spiega Ian Gotlib, primo autore dell’articolo. Durante la pubertà e la prima adolescenza, i ragazzi sperimentano una maggiore crescita di ippocampo e amigdala, aree del cervello che controllano l’accesso a determinati ricordi e aiutano a modulare le emozioni. Confrontando le scansioni di risonanza di 163 giovani prese prima e durante la pandemia, si è visto che questo processo di sviluppo si è accelerato negli adolescenti che hanno subito le limitazioni legate al Covid. Il prossimo passo è quello di approfondire se i cambiamenti osservati nel cervello degli adolescenti portino necessariamente a problemi di salute mentale, e se i cambiamenti siano permanenti. Ovvero se il loro cervello rimane più vecchio rispetto alla loro età. 

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