Vaccino Covid, Magrini (Aifa): «A metà gennaio vaccinazioni per 1,7 milioni di italiani»

Vaccino Covid, Magrini (Aifa): «A metà gennaio vaccinazioni per 1,7 milioni di italiani»
Vaccino Covid, Magrini (Aifa): «A metà gennaio vaccinazioni per 1,7 milioni di italiani»
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Domenica 22 Novembre 2020, 13:58 - Ultimo aggiornamento: 20:17

Vaccino anti-Covid obbligatorio o no? Per il direttore dell'Agenzia italiana del farmaco Aifa, Nicola Magrini, la questione è delicata. l'obbligatorietà, spiega, va riservata solo ai casi «estremi, come al personale sanitario e al personale delle Rsa, ma è un meccanismo che deve essere usato con molta cautela perché occorre stimolare invece la responsabilità e la fiducia individuale fornendo informazioni adeguate».

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Pronte le prime dosi in Italia a gennaio

«Nella seconda metà di gennaio ci saranno 1,7 mln di persone vaccinabili con il primo dei vaccini disponibile, quello di pfizer, ma se i dati saranno confermati, i vaccini saranno verosimilmente tre nella prima fase e quindi i milioni esatti di persone vaccinabili mese per mese li sapremo solo a partire da metà gennaio quando effettivamente ci saranno le approvazioni».

Lo ha detto il direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Nicola Magrini, a 'Mezz'ora in +' su Rai 3.

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Esclusa vaccinazione di massa all'inizio

«Nei primi 3-6 mesi del 2021 non ci sarà comunque una vaccinazione di massa della popolazione. Questo sarà un compito che affronteremo verso l'Estate. Arriveranno anche altri vaccini e probabilmente in 3 mesi, da gennaio a marzo, potremo avere una capacità vaccinale fino a 10 milioni, ma si vedrà dalle disponibilità a gennaio». Lo ha detto il direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Nicola Magrini, a 'Mezz'ora in +' su Rai 3.

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«Negli ultimi 20 anni - ha rilevato Magrini in occasione dell'incontro 'Un vaccino per tutti' promosso dalla rivista Internazionale a Ferrara - abbiamo ragionato di responsabilità individuale, la certezza che i vaccini siano adeguatamente studiati è la strada migliore. Questa epidemia è servita a rafforzare valori comuni come la solidarietà, non credo che ci abbia diviso e non trovo per nulla adeguata la metafora della guerra». 

Questa epidemia, ha concluso, «ha mostrato gli aspetti più alti delle persone, della ricerca e della politica che di nuovo ha preso interesse per il multilateralismo e non solo: ha rafforzato i sistemi sanitari pubblici e ha di nuovo convinto l'opinione pubblica che serva più pubblico e più investimenti pubblici».

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