Vaccini Covid non causano infarti. Immunologi: «In Gran Bretagna nessuna corrispondenza»

Vaccini Covid non causano infarti. Immunologi: «In Gran Bretagna nessuna corrispondenza»
Vaccini Covid non causano infarti. Immunologi: «In Gran Bretagna nessuna corrispondenza»
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Giovedì 11 Marzo 2021, 19:12 - Ultimo aggiornamento: 19:14

Tra i possibili effetti collaterali dei vaccini «non ci sono episodi di infarto e tromboembolismo». Sergi Abrignani, immunologo dell'Università Statale di Milano, è chiaro: «Nel caso di AstraZeneca è quasi impossibile che il vaccino anti-Covid in sé sia stata la causa degli episodi riportati, perché altrimenti sarebbe già emerso in Gran Bretagna, dove da dicembre si è iniziato a vaccinare, e quasi 20 milioni di persone lo hanno ricevuto, oltre alle altre migliaia vaccinate anche in Italia». Possono esserci, spiega - dopo le preoccupazioni per l'allarme in Europa che ha portato allo stop della somministrazione in alcuni paesi e alla decisione in Italia di fermare un lotto - «dei fenomeni neurologici, come mieliti e infiammazioni del sistema nervoso centrale, come era sembrato durante la sperimentazione del vaccino di AstraZeneca, con alcuni casi riportati nei volontari, che poi comunque si è accertato non dipendevano dal vaccino».

AstraZeneca, sequestri Nas in tutta Italia del lotto bloccato da Aifa. Lombardia, Campania, Veneto, Sicilia

Tecnologia impiegata per Ebola

La tecnologia usata per la produzione del vaccino di AstraZeneca (che si serve di un adenovirus) era stata «finora impiegata solo nel vaccino contro Ebola, sperimentato su qualche migliaio di persone.

Anche in quel caso comunque non sono stati segnalati eventi avversi di questo tipo». Oggi tutto è nato «per l'allarme della Danimarca ma anche l'Agenzia europea del farmaco (Ema) dice che il numero di questi episodi non supera l'atteso. Se dipendesse dal vaccino - ribadisce - sarebbe già emerso in Gran Bretagna». La sorveglianza di un vaccino rileva qualsiasi effetto collaterale importante. «Se si verificasse un infarto o una trombosi verrebbe registrato, e se ci fosse un numero eccessivo, si interviene in modo cautelare. L' Aifa e l'Istituto superiore di sanità seguono tutti i farmaci in commercio proprio per verificare se c'è qualche problema con alcuni lotti». E proprio questa è, secondo Abrignani, l'ipotesi da verificare, cioè che i casi segnalati siano collegati ad un particolare lotto, se vi è stato un errore di produzione o contaminazione. «Tutto è possibile - continua - anche se è un'ipotesi improbabile. In ogni caso, se questa è la reale causa, basteranno un paio di giorni per verificarlo. Le fiale collegate verranno sottoposte alla spettrometria di massa e si potrà accertare facilmente se c'è stata una contaminazione batterica o di qualche altro materiale».

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