Vaccino, quale somministrare? Età, malattie e pillola anticoncezionale: ecco i criteri

Quali sono i criteri che valutano i medici per somministrare Pfizer o Astrazeneca
Quali sono i criteri che valutano i medici per somministrare Pfizer o Astrazeneca
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Martedì 30 Marzo 2021, 11:01 - Ultimo aggiornamento: 31 Marzo, 09:09

Non sempre il vaccino per cui si è prenotato l’appuntamento è poi quello che sarà iniettato. Questo perché la situazione clinica di ogni soggetto è diversa e deve essere valutata dal medico nel triage prevaccinale, ovvero in un colloquio prima di ricevere la prima dose. Alla persona di turno saranno poste alcune domande sulle allergie, farmaci, sulle malattie e operazioni che si sono avute. Ogni caso è a sé, ma ci sono alcune linee guida che vengono seguite dai medici. Ne abbiamo parlato con il dott. Antonio Magi, presidente dell’ordine dei medici di Roma.

Quali sono i criteri che vengono presi in considerazione nella scelta del vaccino?

Tra questi c’è l’età. È normale che a un over80 sarà somministrato il vaccino Pfizer a RNA messaggero, perché così avrà più probabilità di sviluppare anticorpi. Poi viene presa in considerazione anche la presenza di malattie, come il diabete e altre, che possono essere più di una e di cui non si tiene conto in fase di prenotazione.

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E la pillola anticoncezionale può essere un motivo per evitare Astrazeneca?

Se ne è parlato di recente, può essere un fattore nella valutazione del medico.

Alcune persone lamentano che, dopo che dal quadro clinico è emerso che non potevano ricevere un vaccino ma ne dovevano avere un altro, sono state costrette a prenotare nuovamente.

Sì, questo è accaduto in alcuni punti vaccinali, come quello di Fiumicino, e non è stato possibile riprenotarli direttamente. Ma ci sono altri centri, ad esempio nella Asl di Roma 2, che hanno già previsto altri punti dove i pazienti vengono mandati subito se gli deve essere iniettato un vaccino diverso.

E questo permette di non perdere la prenotazione. Queste differenze, però, hanno portato a non avere una omogeneità di situazioni.

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Quali sono i problemi che ha riscontrato nella gestione della campagna di vaccinazioni?

Ne parlavamo nell'ultimo consiglio con gli altri direttori sanitari. Ci sono Asl che non sono riuscite a completare la vaccinazione ai medici liberi professionisti.

Però, questa diversità, ha comunque permesso di velocizzare la campagna di vaccinazione.

Sì, questo è vero sino a quando abbiamo avuto a disposizione i vaccini. Però ci sono altri fattori che intervengono. Io avrei vaccinato per esempio prima i cassieri dei supermercati, che sono fortemente esposti e possono essere veicolo di contagio. E invece si è scelto in alcuni casi di dare priorità ad altre categorie meno esposte. L’importante, ad ogni modo, è proseguire nelle vaccinazioni. Ed è fondamentale la valutazione del medico caso per caso.

 

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