Vaccino Pfizer, consegnate oggi 470.000 dosi. Ema: «Astrazeneca, improbabile via libera a gennaio»

Vaccino Astrazeneca, Ema: «Improbabile via libera a gennaio. Servono dati»
Vaccino Astrazeneca, Ema: «Improbabile via libera a gennaio. Servono dati»
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Martedì 29 Dicembre 2020, 14:38 - Ultimo aggiornamento: 30 Dicembre, 00:20

Mentre dall'Ema arriva la notizia che il via libera al vaccino targato AstraZeneca potrebbe slittare a dopo gennaio, il commissario all'emergenza Coronavirus Arcuri annuncia che in Italia è stata raggiunta la quota di 8.000 vaccinati in questi primi tre giorni di somministrazioni.

Nelle 21 regioni e province autonome dove la struttura del Commissario Straordinario per l'emergenza Covid ha inviato domenica 27 dicembre i vaccini consegnati all'Italia dalla Pfizer sono stati già vaccinati 8.361 italiani, pari all'86% delle 9.750 dosi distribuite, ha detto Arcuri, ricordando che «la campagna di vaccinazione di massa si intensificherà a partire da oggi, quando arriveranno in Italia 469.950 dosi di vaccino Pfizer destinati ai siti di somministrazione individuati dal Commissario in accordo con le Regioni. Le consegne proseguiranno anche nelle giornata del 31 dicembre per poi proseguire con un ritmo settimanale. Nei prossimi giorni il commissario pubblicherà on line un report sul numero degli italiani che progressivamente saranno vaccinati». 

È durata 24 ore la falsa partenza della 'fase 1' della campagna vaccinale di massa, ma adesso in tutto il Paese la macchina della somministrazione dal 31 dicembre è pronta ad entrare in moto.

Arcuri precisa che Pfizer ha comunicato agli uffici della sua struttura «un diverso calendario per la consegna dei vaccini in Italia, previsti per questa settimana dal contratto sottoscritto con l'Unione Europea». Le scorte arriveranno a bordo di sei aerei dalla livrea gialla, segno distntivo di una nota compagnia di spedizione tedesca, che atterreranno in altrettanti diversi aeroporti del Paese tra cui quelli di Milano Malpensa, Bergamo e Roma Ciampino. Poi, fino al 31 dicembre, i furgoni con le celle firgorifere - gestiti direttamente dalla casa farmaceutica - partiranno per arrivare nei primi 203 siti di somministrazione nelle varie regioni. Qui saranno consegnati i cosiddetti 'pizza-box', così come vengono definiti i contenitori predisposti da Pfizer per la consegna. 

Sembra non avere date certe, invece, il via libera al vaccino Astrazeneca. La cautela sul farmaco anti-Covid è stata confermata dalla stessa Agenzia europea del Farmaco. Infatti, risulta molto «improbabile» che l'Ema riesca a dare l'ok al vaccino AstraZeneca/Oxford a gennaio.

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Lo sostiene il vice direttore esecutivo dell'Agenzia europea del farmaco, Noel Wathion, in un'intervista al quotidiano belga Het Nieuwsblad. «Non hanno ancora fatto domanda», ha aggiunto sottolineando che «servono altri dati sulla qualità del vaccino».

Secondo la rivista The Lancet Infectious Diseases, che ha fatto il punto sui vaccini, AstraZeneca ha sperimentato il suo vaccino basato su un vettore virale su 11.636 persone, mostrando l'efficacia del 70%. Questo vaccino è somministrato in due dosi. Tuttavia su 2.741 persone che hanno ricevuto per errore 1,5 dosi anziché due, il vaccino ha mostrato un'efficacia del 90%. Il vaccino di AstraZeneca si conserva a 2-8 gradi ed è prevista la produzione fino a 3 miliardi di dosi nel 2021.

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La guerra dei vaccini

Sui vaccini per contrastare il Covid-19 è in atto nel mondo una disputa molto perversa, molto dura, e oserei dire infame, che si sviluppa su due livelli, uno commerciale ed il secondo geopolitico: ne è certo il presidente argentino Alberto Fernández, sottolineando che stiamo parlando della «circolazione del vaccino più ambito dell'umanità». In una intervista alla tv pubblica argentina, Fernández ha ricordato che «questo vaccino è atteso da praticamente tutti gli oltre sette miliardi di abitanti del pianeta. In uno scenario in cui si muoveranno decine di migliaia di milioni di dollari». Come esempio ha indicato che «se si prende una media di 20 dollari a dose e la si moltiplica per sette miliardi, si avrà una misura del giro d'affari di cui stiamo parlando». Il primo aspetto, ha proseguito, «è che si è scatenata una guerra commerciale, in cui gli uni screditano gli altri». E poi, «siccome questo vaccino lo vogliono tutti, c'è anche una disputa geopolitica su chi riesce ad imporre il suo prodotto. È ciò che viviamo noi con il vaccino del laboratorio Gamaleya, che qui alcuni chiamano il vaccino russo. Credo che il principio su cui riflettere, non sia da dove viene, ma se è buono per raggiungere l'obiettivo richiesto. Non mi azzarderei - ha continuato - a dire che uno è migliore di un altro. E su che parametri dovrei farlo? Un esempio? Se AstraZeneca fornisce un vaccino da conservare fra 2 e 8 gradi, è bene per la diffusione territoriale. Ma se Pfizer me lo fornisce da conservare a meno 80 gradi, devo constatare che in Argentina esistono solo sette magazzini dove questo sarebbe possibile». In questa fase, ha concluso, «negoziamo con Covax, AstraZeneca, con i russi di Gamaleya, con i cinesi, e continuiamo a farlo anche con Pfizer, perché abbiamo bisogno delle dosi per vaccinare tutta la nostra popolazione».

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