Cuore, un fascio di protoni mirato è stato utilizzato per la prima volta al mondo a Pavia per curare l'aritmia ventricolare di un paziente. Per la prima volta al mondo, dunque, un paziente con aritmia ventricolare è stato trattato con un fascio di protoni che ha colpito, in modo mirato e con un ridottissimo impatto sui delicati tessuti circostanti, la parte del cuore responsabile dei battiti cardiaci irregolari. L'intervento, messo a punto in collaborazione con la Fondazione Irccs Policlinico San Matteo, è stato eseguito al Cnao di Pavia.
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Il Cnao è il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica, una delle 6 strutture al mondo dotate di acceleratori capaci di generare fasci di protoni e ioni carbonio, utilizzati in genere per la cura dei tumori radioresistenti e non operabili. «La scelta di utilizzare l'adroterapia con protoni, forma avanzata di radioterapia per la cura dei tumori, per il trattamento di una patologia cardiaca - si legge in un comunicato di Cnao e San Matteo - è nata dalla necessità di contrastare una forma particolarmente aggressiva di aritmia ventricolare che non aveva risposto efficacemente sia ai trattamenti tradizionali sia a quelli più avanzati (plurimi farmaci, ablazione invasiva tramite radiofrequenza e chirurgia toracica sul sistema nervoso cardiaco) e che determinava nel paziente continue e pericolose alterazioni del ritmo cardiaco». Il paziente, 73 anni, affetto da una grave forma di cardiomiopatia dilatativa era stato trasferito a Pavia da un ospedale milanese dove era ricoverato per aritmie ventricolari e ripetuti arresti cardiaci.
Al Cnao (@Fond_CNAO) il primo paziente al mondo trattato con i #protoni https://t.co/55NMKjD4QT
— AboutPharma (@AboutPharmaHPS) 22 gennaio 2020
Dopo l'intervento è stato tenuto sotto stretto monitoraggio al San Matteo: pochi giorni fa è stato dimesso dalla Cardiologia in buone condizioni generali, in buon compenso cardiocircolatorio ed è stato possibile trasferirlo presso un reparto per la riabilitazione. «In questo caso, particolarmente grave, si è reso necessario un intervento diverso - sottolinea Roberto Rordorf, responsabile dell'Unità di Aritmologia della Cardiologia del Policlinico San Matteo, diretta da Luigi Oltrona Visconti -. Anche se la radioterapia con fotoni è già stata utilizzata seppur in maniera sperimentale e in rari casi per trattare alcune forme di aritmia, è stato scelto, questa volta, di procedere con i protoni che garantiscono un impatto molto più basso sui tessuti delicati circostanti.
L'intervento di Pavia risulta essere il primo al mondo sull'uomo e i primi risultati sono davvero incoraggianti.