Variante Omicron dominante in Italia a gennaio? «Verso 20mila casi al giorno». Pochi dati su pericolosità e contagiosità

Se finora i casi registrati sono qualche decina, «fra qualche settimana potrebbero essere molti di più», osserva il fisico Roberto Battiston, dell'Università di Trento

Variante Omicron dominante in Italia a gennaio: «Verso 20mila casi al giorno». Pochi dati su pericolosità e contagiosità
Variante Omicron dominante in Italia a gennaio: «Verso 20mila casi al giorno». Pochi dati su pericolosità e contagiosità
di Mario Landi
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Sabato 11 Dicembre 2021, 21:09 - Ultimo aggiornamento: 12 Dicembre, 07:38

La variante Omicron del virus SarsCoV2 si sta diffondendo rapidamente e, se i numeri in Italia sono ancora piccoli, è verosimile che già in gennaio i casi possano superare i 20.000. È questo il numero che risulta alla luce del fatto che, nei Paesi nei quali sta colpendo maggiormente, come la Gran Bretagna, i casi dovuti alla Omicron stanno raddoppiano in modo esponenziale ogni tre giorni. È presto, però, per trarre conclusioni perché sono molte le cose che ancora non si conoscono; la speranza è che a questa grande contagiosità si accompagni una malattia con sintomi lievi.

Omicron, in Gran Bretagna si rischiano sino a 75.000 morti in 5 mesi (ma la terza dose è efficace)

Variante Omicron, i casi nel mondo

Sono di oggi i primi casi di Omicron individuati a Taiwan e alle Mauritius, altri 20 casi sono stati registrati in Israele, dove il totale sale a 55 e, di questi, 42 riguardano persone vaccinate.

Drammatici i dati della Gran Bretagna, dove in 24 ore sono stati accertati 633 casi, con un incremento record di circa il 50% rispetto al giorno precedente; secondo le stime presentate dalla London School of Hygiene&Tropical Medicine, lo scenario peggiore prevede fra 25.000 e 75.000 morti entro la fine di aprile nel Regno Unito, se non saranno adottate nuove restrizioni.

«In Italia potrebbe essere dominante a gennaio»

Per quanto riguarda l'Italia, se finora i casi registrati sono qualche decina, «fra qualche settimana potrebbero essere molti di più», osserva il fisico Roberto Battiston, dell'Università di Trento e coordinatore dell'Osservatorio dei dati epidemiologici in collaborazione con l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). Si prevede quindi una crescita veloce, che porterebbe la Omicron a diventare dominante in gennaio. «È necessario però verificare che la velocità di raddoppio sia la stessa anche in Italia dove vigono regole e restrizioni maggiori rispetto alla Gran Bretagna», osserva l'esperto. Al momento «sappiamo che la variante Omicron si diffonde molto rapidamente, non sappiamo ancora con certezza se evada o meno il vaccino. Sembra però - osserva Battiston - che la dose booster fornisca una forte difesa rispetto alla malattia, ma non è chiaro se questo valga anche per la contagiosità».

Pochi dati su pericolosità e contagiosità

Fra le domande sulla Omicron che non hanno ancora una risposta precisa, ci si chiede quali conseguenze potrebbe avere sull'indice di contagio Rt il fatto che la Omicron diventi dominante: «Il fatto che si propaghi rapidamente, può essere dovuto sia ad un numero di replicazione più alto, vale a dire una maggiore contagiosità, che ad un valore più basso ma accompagnato da una capacità maggiore di evadere il vaccino», dice Battiston.

Un'altra grande domanda riguarda la malattia che la Omicron è in grado di provocare: potrebbe essere lieve come un raffreddore, ma ancora i dati sono pochi. È ancora presto anche per avere dati certi sulla capacità della Omicron di sfuggire ai vaccini: i test in corso non sono ancora stati completati e uno dei primi dati pubblicati arriva dalla Germania, dove una ricerca dell'Università di Francoforte indica che i vaccini anti Covid-19 mostrano di avere una ridotta azione neutralizzante nei confronti della variante Omicron e così gli anticorpi monoclonali. Si tratta comunque di dati molto preliminari e ancora in attesa di revisione da parte della comunità scientifica. Contrariamente a quanto accade con la variante Delta attualmente in circolazione, «l'efficacia nella neutralizzazione dei sieri risultato della vaccinazione è risultata severamente ridotta» nel caso della Omicron, scrivono i ricercatori guidati da Alexander Wilhelm e Marek Widera. L'ipotesi, concludono è che «contro la Omicron potrebbero essere necessari vaccini e anticorpi monoclonali specifici».

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