Variante Omicron, D'Amato (Regione Lazio): «Le verifiche negli aeroporti così non bastano: test per gli arrivi dall’estero»

L'intervista all'assessore alla Sanità della Regione Lazio

Variante Omicron, D'Amato (Regione Lazio): «Le verifiche negli aeroporti così non bastano: test per gli arrivi dall’estero»
Variante Omicron, D'Amato (Regione Lazio): «Le verifiche negli aeroporti così non bastano: test per gli arrivi dall’estero»
di Mauro Evangelisti
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Domenica 28 Novembre 2021, 22:48 - Ultimo aggiornamento: 29 Novembre, 13:13

«Siamo preoccupati. Sulla variante Omicron abbiamo mobilitato lo Spallanzani per avere a disposizione la sequenza genomica e capire se il vaccino copre e quanto copre. Questo è il punto. Abbiamo deciso di eseguire i tamponi a tutti coloro che viaggiavano in aereo con il manager di Caserta trovato positivo alla Omicron. E al Ministero della Salute abbiamo anche chiesto l’elenco dei passeggeri arrivati nelle ultime settimane dai sette paesi africani inseriti nella lista del blocco dei voli. Le Asl andranno a eseguire i test a tutti, ci aspettiamo che siano almeno un migliaio».

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Alessio D’Amato, assessore alla Salute del Lazio, è consapevole che va alzata la guardia nel più importante aeroporto italiano, Fiumicino. «Chiediamo con forza maggiori verifiche al Ministero della Salute e all’Usmaf (ufficio sanità marittima, aerea e di frontiera), perché abbiamo già visto con l’esperienza del passato che il blocco dei voli da determinate aree a rischio viene aggirato con le triangolazioni».
Johnson, premier britannico, ha deciso di imporre il tampone a chiunque entri nel Paese.
«Io l’ho già detto: in questa fase della pandemia, con l’individuazione di una nuova variante su cui dobbiamo vigilare e fare approfondimenti, anche in Italia potrebbe essere una misura utile, quanto meno per un paio di settimane.

Il governo dovrebbe però attivare controlli più incisivi nei porti e negli aeroporti. Bene la Ue che ha dato una risposta unitaria sul blocco dei voli».

Il manager di Caserta ha rispettato le regole, si era sottoposto a un tampone prima di partire, ha volato da Maputo a Johannesburg, da Johannesburg a Doha, da Doha a Fiumicino. Oggi con il blocco degli ingressi da sette paesi dell’Africa australe questo viaggio sarebbe proibito?
«Ma se un passeggero non si autodenuncia, difficilmente viene intercettato. È una problematica che abbiamo visto anche con casi simili del passato, ad esempio quando si bloccarono i voli dal Bangladesh. Bisogna rafforzare il tracciamento, non bastano i controlli a campione. E le compagnie aeree possono e devono collaborare».

Un viaggiatore esperto anche oggi raggiunge l’Italia partendo dal Sudafrica.
«Torna il problema delle triangolazioni. È sufficiente che il passeggero acquisti un biglietto per Doha o Dubai e poi un altro, con una differente compagnia, da quelle località a Fiumicino. Ancora: può prendere un volo dal Sudafrica verso una nazione europea che non ha bloccato i collegamenti e da lì, magari con una low cost, raggiungere Fiumicino e Ciampino. È il vero nodo, perciò dico che è necessario rafforzare la rete dei controlli, altrimenti bloccare i voli e gli ingressi serve a poco. Trovare una soluzione non è facile, però il sistema va migliorato».

Lei e Zingaretti chiedete più controlli anche nelle stazioni e nei porti. Di che tipo?
«Non può essere l’iniziativa di una singola Regione, però dobbiamo vigilare con più attenzione su chi entra in Italia. Deve essere più efficace il controllo dei Green pass. Su questo tema nel Regno Unito ha parlato alla Nazione Boris Johnson. E ha preso delle decisioni forti».

Ma è preoccupato dalla nuova variante Omicron?
«Mi affido a quello che dicono i nostri esperti che ci suggeriscono di mantenere alta l’attenzione. Allo Spallanzani abbiamo potenziato il lavoro di sequenziamento, mandiamo tutti i tamponi per verificare che la Omicron non sia già nel nostro territorio. L’andiamo a cercare. Siamo pragmatici».

Il Lazio registra oltre 1.200 nuovi casi in 24 ore. Si aspetta il passaggio in fascia gialla?
«Potrebbe succedere nelle prossime settimane, ma non nell’immediato. Gli ospedali non sono ancora in difficoltà. E l’aumento delle infezioni e dei ricoveri è sì costante, ma non esponenziale».
 

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