«I vaccini stanno funzionando. E bene. Stanno fermando i casi gravi. Ai 4,5 milioni di over 50 che rifiutano il vaccino dico solo: guardate i dati. E tenete conto che la variante Delta ha una capacità di trasmissione da 6 a 8 volte più alta del ceppo originale. Se non si è vaccinati, è quasi impossibile non essere contagiati» dice il professor Massimo Ciccozzi, direttore del laboratorio di Statistica medica ed Epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-medico di Roma che insieme ad alcuni colleghi ha pubblicato una lettera sul “Journal of Medical Virology” dal titolo d’impatto: «Mentre discutiamo sui vaccini, il virus se la ride». Guardatevi i dati, dice il professor Ciccozzi.
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Scenario
E l’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità, sulla base dell’esperienza italiana, dice questo: con il ciclo completo della vaccinazione la protezione dal decesso è del 96,6 per cento. Tra l’11 giugno e l’11 luglio di 180 morti per Covid presi in considerazione, i vaccinati erano solo 34. «E di questi - ricorda Ciccozzi - 29 erano over 80 con varie patologie». Non solo: in un reparto di terapia intensiva, 9 pazienti Covid su 10 non sono vaccinati.
Travolti da dichiarazioni, notizie che rimbalzano dai vari Paesi, numeri non sempre semplici da interpretare, i cittadini si domandano: ma i vaccini stanno funzionando? La sintesi, che emerge dall’ultimo studio dell’Istituto superiore di sanità, e che coincide più o meno con gli studi che arrivano anche dall’estero, è: sì, stanno funzionando, stanno riducendo il numero dei ricoveri, anche se con la variante Delta c’è una minore efficacia nel fermare l’infezione.
Futuro
Per questo, ormai molti virologi ed epidemiologi sono concordi: Sars-CoV-2 diventerà endemica, continuerà a circolare normalmente, ma non sarà un grande problema, perché se la maggioranza di noi sarà vaccinata, se lo saranno soprattutto le categorie più fragili, di conseguenza ricoveri e decessi saranno pochi e dunque la convivenza sarà accettabile. Perché ancora non siamo a questo punto? Malgrado l’Italia sia uno dei Paesi al mondo che ha vaccinato più persone, siamo ancora lontani dal traguardo: tra gli over 12, vale a dire i vaccinabili, c’è ancora oltre il 30 per cento di persone che ha rifiutato l’iniezione e non è protetto.
Convivenza
L’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità analizza nel dettaglio infezioni, ricoveri e decessi per Covid tra il 25 giugno e il 25 luglio. Immaginate di entrare in un reparto di terapia intensiva che raccoglie tutti i malati che, purtroppo, in Italia hanno dovuto affrontare questa esperienza: gli ingressi sono stati 203, ma di quelli la stragrande maggioranza, 180, non è stata vaccinata o, in misura minore, ha ricevuto solo una dose di vaccino. Andiamo oltre, analizziamo i decessi sempre attingendo dai dati dell’Istituto superiore di sanità: su 180 morti i vaccinati sono solo 34 (dati del periodo 11 giugno - 11 luglio). Non solo: di quei 34, 29 sono over 80, la fascia di età per la quale il tasso di letalità è molto più alto; per fortuna il 90 per cento degli over 80 è protetto con la doppia iniezione, se non lo fosse stato quel dato sarebbe molto più doloroso. I ricoveri ospedalieri, dunque considerando anche quelli in area medica, riflettono lo stesso scenario: su 3.000 pazienti Covid, solo un settimo sono vaccinati, 404. Ancora: di quei 2.526 ricoveri di non immunizzati, 932 hanno meno di 40 anni, a dimostrazione che non è vero che se sei giovane non rischi nulla. Conclude il professor Massimo Ciccozzi: «Il nostro obiettivo non è più l’immunità di gregge, ma la protezione di più persone possibile. Se il vaccino evita la malattia grave e il ricovero, allora possiamo convivere con Sars-CoV-2, così come facciamo storicamente con altri virus».