Variante Delta Roma, Cauda: «Nella Capitale circola molta gente, non c'è solo l'effetto azzurri»

Variante Delta Roma, Cauda: «Nella Capitale circola molta gente, non c'è solo l'effetto azzurri»
Variante Delta Roma, Cauda: «Nella Capitale circola molta gente, non c'è solo l'effetto azzurri»
di Graziella Melina
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Mercoledì 21 Luglio 2021, 06:24 - Ultimo aggiornamento: 14:13

Ieri nel Lazio sono stati individuati altri 681 nuovi contagi. L'attenzione ormai è alta. Ma se si interviene subito con misure restrittive, si può ancora evitare il peggio. «Siamo in una situazione in cui si può tenere a bada l'epidemia con il tracciamento - avverte Roberto Cauda, direttore di Malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma - E poi, laddove ci fossero focolai importanti, bisogna definire micro zone rosse. È bene isolare una piccola area, piuttosto che far divampare un incendio».

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Il virus a quanto pare ha ripreso a correre.
«Sicuramente c'è una accelerazione dei dati.

Già a livello nazionale osserviamo un raddoppio dei casi in sei-sette giorni. Questa situazione è un effetto sicuramente della variante delta, più trasmissibile».

Perché nel Lazio si registrano così tanti casi?
«Nel Lazio la variante delta potrebbe essere arrivata prima. Il maggior numero di casi quindi forse è legato al fatto che la variante ha circolato di più ed è stata introdotta magari in modo più massiccio rispetto ad altre regioni e altre aree italiane. Si tratta evidentemente per ora di un'ipotesi. Ricordiamo per esempio che durante la prima ondata in Lombardia ci sono stati molti casi. Poi, a posteriori, si è visto che lì il virus era arrivato prima, quindi ha avuto modo di diffondersi e di avere un maggiore numero di soggetti infettati, in tempi relativamente brevi».

I festeggiamenti per gli Europei e poi gli assembramenti per seguire il pullman scoperto in giro per la città in che misura hanno potuto incidere?
«Possono aver determinato un aumento dei contagi. Non abbiamo però la prova provata. Nella crescita dell'epidemia non c'è un'unica causa. Certo, anche questo evento calcistico può aver contribuito, ma non mi sembrerebbe l'unica ragione del rialzo dei casi».

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In una città come Roma la trasmissione del virus è più facile.
«Indubbiamente la capitale può avere un flusso maggiore di persone. E poi incide anche il fatto che il Lazio sia una regione popolosa. Quindi, una volta che dovesse entrare una variante più trasmissibile, la platea dei possibili contagiati è elevata. Non dimentichiamo, però, che la Regione Lazio ha fatto una politica straordinariamente efficace per quello che attiene la vaccinazione e la copertura vaccinale. È chiaro che, non essendoci alcuna obbligatorietà, non sempre l'adesione è stata numerosissima. Però, ora stiamo attenti, perché sappiamo che le persone che finiscono ricoverate sono quelle che non hanno fatto il vaccino o hanno fatto soltanto la prima dose».

Come si può evitare che la situazione sfugga di mano?
«Siamo ancora in una fase in cui si può impedire che i casi aumentino senza controllo, attuando il tracciamento. È importantissimo. È vero, stanno ripartendo i contagi, però siamo ancora al di sotto di un numero tale di casi per cui la situazione si può ancora tenere sotto controllo. Il problema è che ormai non si può più aspettare e osservare l'andamento dell'epidemia senza fare nulla. Occorre invece effettuare tanti test. È ovvio che solo così si possono trovare i casi positivi. Bisogna evitare, insomma, che ci sfuggano gli asintomatici. Dopodiché, vanno isolati e bisogna intensificare anche il contact tracing. Laddove ci fossero focolai importanti, così come è avvenuto in passato, magari è opportuno definire micro zone rosse. Non è una punizione, soltanto una misura di prevenzione. È meglio isolare una piccola area, piuttosto che far divampare un incendio».

Può bastare?
«Al di là delle disposizioni di legge, ricordiamo che occorre avere una grande accortezza nelle misure di prevenzione personale. Per esempio, la mascherina all'aperto si può anche non portare, però se ci possono essere assembramenti dobbiamo proteggerci indossandola. Occorre, poi, come sempre evitare luoghi affollati. Infine, chi non ha fatto il vaccino corra a farlo. E chi ha ricevuto solo la prima dose non frapponga troppo tempo per la seconda. Serve un senso di responsabilità da parte di tutti».

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