Vaiolo delle scimmie, Bassetti: «Sintomi lievi, ma se il virus si diffonde potrebbe mutare» Domande e risposte

Vaiolo delle scimmie, domande e risposte. Bassetti: «Il vaccino contro il vaiolo probabilmente è efficace, il rischio è una mutazione se il virus si diffonde»
Vaiolo delle scimmie, domande e risposte. Bassetti: «Il vaccino contro il vaiolo probabilmente è efficace, il rischio è una mutazione se il virus si diffonde»
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Giovedì 19 Maggio 2022, 14:42 - Ultimo aggiornamento: 17:38

In Italia è allerta per il virus del vaiolo delle scimmie dopo che il 19 maggio è stato accertato il primo caso di contagio in un ragazzo di rientro dalle Canarie. L'Istituto per le Malattie Infettive Spallanzani sta eseguendo i test su altri due possibili casi. Ma cosa sappiamo di questo virus? Quali sono i sintomi e come ci si contagia? A rispondere alle domande il virologo Matteo Bassetti che rassicura: «La malattia, nei casi ad oggi registrati in Europa sembra lieve e non paragonabile alla gravità del vaiolo umano. Tuttavia è essenziale essere cauti, spegnere i focolai e impedire che si generi un'epidemia».

Professore, cosa sappiamo di questo virus?

Il virus del vaiolo delle scimmie è un pox virus come il vaiolo umano, ed è molto simile nella sua evoluzione a quello che era il vaiolo di una volta, anche se la letalità di questo virus è decisamente più bassa.

Il vaiolo umano era mortale nel 30% dei casi, qui stiamo parlando di una mortalità molto più bassa. Al momento gli studi sul virus nel contagio da uomo a uomo sono in corso e non è possibile stabilire con certezza la letalità. Dai primi rilievi, chi si contagia da un altro uomo sembra avere una forma più blanda di malattia rispetto a chi prende il virus da un animale. Un altro elemento importante è che chi è vaccinato contro il vaiolo dovrebbe essere coperto anche contro questo virus delle scimmie. 

Come si trasmette e come proteggersi? 

La trasmissione dall'animale all'uomo avviene per contatto diretto con scimmie o con roditori infetti. Anche nell'uomo il contagio si verifica in caso di contatto molto ravvicinato (scambio di fluidi corporei, goccioline di saliva). Non ci si contagia semplicemente per essere stati "nella stessa stanza" con un infetto, dunque non ci sono particolari accortezze da seguire oltre ad evitare contatti stretti con persone che presentano lesioni cutanee compatibili. Ad oggi i contagiati sono quasi tutti omosessuali che hanno avuto contatti intimi e stretti, dunque il virus si sta diffondendo in comunità chiuse. 

Quali sono i sintomi?

I sintomi sono quelli tipici di un'infezione: febbre, malessere, mal di testa dolore alle articolazioni e lesioni cutanee che possono assomigliare a quelle della varicella o alla sifilide, non sono identiche a quelle del vaiolo ma simili. 

Se si hanno questi sintomi è opportuno farsi vedere immediatamente da un medico e in caso di positività è necessario isolarsi. Contattare un medico anche se si ha avuto a che fare con qualcuno che è risultato positivo.

Ci sono cure o farmaci indicati per trattare questa malattia? 

Non esistono cure specifiche per questa patologia, si utilizzano farmaci specifici per alleviare i sintomi (come il paracetamolo in caso di febbre) e si assiste a una guarigione spontanea. Il quadro clinico non è assolutamente grave come quello del vaiolo umano. 

 

Quali i rischi per chi si infetta? 

Nei casi fino ad ora registrati in Europa sembra che l'infezione segua un'evoluzione normale, si arriva a un acme e poi si sta meglio. Certo si tratta ancora di pochi casi (soprattutto giovani) e bisogna vedere come si comporta la malattia sui grandi numeri. Sono in corso gli studi per chiarire la mortalità del virus nel contagio da uomo a uomo. 

Casi di questo virus sono stati segnalati anche in passato in Europa. Quale è la novità, perchè c'è un'attenzione maggiore agli ultimi contagi? 

L'attenzione maggiore è determinata dal fatto che è la prima volta che si verificano dei contagi da uomo a uomo e che ci sono catene di trasmissione fuori dal continente africano. Il virus ha fatto il salto dall'animale all'uomo e poi si è trasmesso da uomo a uomo. È importante spegnere i focolai e limitare al massimo la trasmissione del virus per evitare una nuova epidemia. Un'infezione che si diffonde su larga scala come sapiamo, può far si che il virus muti, diventando più contagioso o anche più pericoloso. 

Il virus è ormai arrivato in Europa, cosa si può fare per impedire un'epidemia? 

Il Covid ci ha insegnato che di fronte a queste minacce bisogna agire tutti insieme, coordinando le comunità scientifiche internazionali. Dobbiamo evitare l'errore commesso dai cinesi con il Covid, che agirono senza informare il resto del mondo e che ad oggi continuano contro il Covid con una strategia di lockdown totale che non è supportata da dati scientifici. Al momento l'Europa sta agendo bene, i portoghesi e gli spagnoli hanno condiviso le loro informazioni con gli scienziati di tutto il mondo e ora anche l'Italia darà il proprio contributo. Dobbiamo dare un esempio al mondo.

Secondo lei è ipotizzabile la reintroduzione di un obbligo vaccinale contro il vaiolo? 

Bisogna verificare che il vaccino del vaiolo sia efficace anche contro il vaiolo delle scimmie, e questo appare altamente probabile. Al momento ci sono solo 20 casi, ma se il virus dovesse iniziare a correre, passando a 50, 500, 5000, 50mila casi allora si potrebbe valutare un'azione di igiene pubblica, recuperando il vecchio vaccino del vaiolo o studiando un nuovo vaccino più moderno. Vista la resistenza incontrata al vaccino anti-Covid mi sembra difficile imporre l'obbligo di un vaccino come quello del vaiolo che era più invasivo (chi è nato negli anni 60 ha ancora la cicatrice sul braccio). Il vantaggio di questo virus è che il virus negli animali è molto simile a quello degli umani e quindi è facile studiarlo e sperimentare, non tutti lo sanno ma il vaccino contro il vaiolo umano fu sperimentato sulle mucche (il termine vaccino viene da vacca). 

C'è un nuovo rischio lockdown? 

Al momento ci sono solo venti casi, non siamo di fronte a un'epidemia e dobbiamo fare di tutto affinchè non lo diventi. Bisogna vigilare attentnamente e spegnere i focolai esistenti per impedire che il virus si diffonda. 

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