Sputnik, sperimentazione allo Spallanzani: l'annuncio dell'accordo di Zingaretti

Vaccino, Zingaretti: «Accordo con Spallanzani per sperimentare Sputnik»
Vaccino, Zingaretti: «Accordo con Spallanzani per sperimentare Sputnik»
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Sabato 20 Marzo 2021, 13:13 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 12:28

Partirà all'istituto Spallanzani di Roma una sperimentazione scientifica sul vaccino Sputnik V. Una sperimentazione che vede sempre di più la Regione come "modello" da seguire per tutto il paese. Ad annunciarle lo studio è stato oggi il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. «Tra qualche giorno verrà stipulato un primo accordo con l'istituto Spallanzani per una sperimentazione in forma scientifica con il vaccino Sputnik, in attesa ovviamente dell'autorizzazione formale dell'Ema per quanto riguarda lo studio sulle varianti - ha detto Zingaretti - Questa è un'altra buona notizia che ci permette di fare un salto in davanti rispetto alla necessità di approvvigionamento dei vaccini». 

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L'annuncio

La notizia arriva a un paio di settimane di distanza da un meeting in videoconferenza tra l'Istituto per le malattie infettive di Roma, Centro nazionale di ricerca epidemiologica e microbiologia russo N.Gamaleya e Fondo Russo di Investimento.

In quell'occasione erano stati presentati i risultati di un recente studio effettuato in Argentina sul vaccino Sputnik che - a quanto reso noto nell'occasione - «ha confermato la produzione di anticorpi neutralizzanti nel sangue del 100% delle persone vaccinate con Sputnik V». L'assessore regionale alla Sanità nelle scorse settimane ha chiesto al governo di »valutare tra l'altro la possibilità di produrre anche in Italia il vaccino russo«. Intanto nei giorni scorsi è iniziata la fase avanzata di sperimentazione clinica del vaccino made in Italy di ReiThera, società con sede a Castel Romano. Lo studio di Fase 2/3, denominato Covitar, ha già ricevuto l'autorizzazione dell'Agenzia Italiana del Farmaco ed è stato valutato positivamente dal Comitato etico dello Spallanzani. 

 

Cos'è Sputinik e come funziona

Lo Sputnik V è stato il primo vaccino anti-Covid certificato nel mondo, lo scorso agosto, mesi prima degli americani Pzifer e Moderna e del britannico AstraZeneca. E prima della conclusione dell'ultima fase di sperimentazione. Il via libera a tempo di record da parte delle autorità russe aveva alimentato i dubbi di un'iniziativa propagandistica di Mosca, non fondata su evidenze scientifiche, per accrescere la propria influenza nel mondo attraverso la diplomazia dei vaccinì. Che ha portato lo Sputnik in quasi 40 Paesi (per oltre un miliardi di abitanti), anche nell'Europa orientale e a San Marino. Ma ancora non convince tutti, a cominciare da milioni di cittadini russi: diversi sondaggi indipendenti hanno certificato come in molti non sarebbero disposti a presentarsi per la somministrazione.Ora però lo Sputnik ha acquisito maggiore credibilità anche nella comunità scientifica e l'autorevole rivista Lancet lo ha giudicato «efficace e sicuro» al 91,6%. E' la rivincita russa dopo tanto scetticismo occidentale sul suo vaccino - giustificato in parte dalla fretta con cui il Cremlino ha voluto tagliare il traguardo, lo scorso agosto, nella corsa all'immunizzazione. La campagna di commercializzazione dello Sputnik V a quel punto prende il volo e si moltiplicano i Paesi dove viene registrato.

 

Le caratteristiche

Si tratta di un vaccino che va somministrato in dose doppia (a 21 giorni di distanza una dall'altra) e può essere conservato a una temperatura tra i 2 e gli 8 gradi centigradi. Oltre che in Russia, è prodotto in India, Corea del Sud, Brasile e Kazakistan, ed ha un costo di circa 10 dollari a dose. Sputnik andrà approvato e soprattutto validato con una visita ispettiva sulla qualità di produzione dall'Ema. I contatti sono stati avviati, ma il dossier per la registrazione non è ancora stato consegnato. In base allo studio su Lancet, Sputnik è ritenuto un preparato ottimo, nuovo e intelligente, con risultati di efficacia eccellenti, ma c'è poca trasparenza di accesso ai dati. Le autorità regolatorie richiedono una documentazione aggiuntiva sulla qualità e sulla sicurezza prima di poter dare via libera.

 

 

La campagna vaccinale

E da ieri è ripartita la vaccinazione anti-Covid in 35 hub della Regione dopo lo stop di alcuni giorni del vaccino Astrazeneca. «Registriamo per fortuna una grandissima adesione alla vaccinazione anche per Astrazeneca- ha detto Zingaretti - La campagna vaccinale è ripartita al 100% in modo molto positivo». Il presidente della Regione ha inoltre spiegato che «presto» nel Lazio saranno vaccinati tutti gli over 80 che si sono prenotati. Il prossimo mese, ha anticipato l'assessore regionale D'Amato, «avremo una difficoltà importante nell'approvvigionamento del vaccino Astrazeneca. Di converso avremo un aumento della disponibilità del vaccino Pfizer - ha aggiunto - e questo ci consentirà di non diminuire complessivamente il livello delle somministrazioni, ma di passare fin da subito a 30mila somministrazioni al giorno». E oggi nel Lazio debutta l'attestato per chi ha ultimato la vaccinazione anti-Covid. «È la prima Regione italiana a popolare il fascicolo sanitario elettronico del singolo utente anche con questo certificato di natura sanitaria - ha detto D'Amato - le modalità e che cosa si vorrà fare di questo certificato, a livello europeo e nazionale, lo stabiliranno gli organi competenti». L'attestato sarà disponibile al compimento del ciclo vaccinale. Il cittadino lo potrà scaricare dal proprio fascicolo sanitario elettronico e portarlo con sé se eventualmente potrà essere richiesto in futuro per accedere ad alcuni servizi o attività: dai cinema ai teatri, solo per fare qualche esempio, quando riapriranno oppure per viaggiare. Tutto dipenderà anche dalle decisioni che verranno prese a livello governativo ed europeo.

 

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