Vaccino Johnson&Johnson, il piano: ad aprile prime dosi in Italia, a dicembre 27 milioni

Vaccino Johnson&Johnson, il piano: ad aprile prime dosi in Italia, a dicembre 27 milioni
Vaccino Johnson&Johnson, il piano: ad aprile prime dosi in Italia, a dicembre 27 milioni
di Elena Panarella
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Domenica 28 Febbraio 2021, 16:46 - Ultimo aggiornamento: 20:39

Potrebbero arrivare in aprile in Italia le prime dosi del vaccino Johnson&Johnson, non appena avrà l’ok dell’Ema, l’autorità regolatoria europea e dell’Aifa, l’agenzia italiana. Lo ha detto il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi a “Mezz’ora in più” di Lucia Annunziata, su Raitre. Entro giugno, ha aggiunto, potrebbero arrivare in Italia alcuni milioni di dosi e 27 milioni entro dicembre. 

Per Scaccabarozzi il vaccino monodose di Johnson&Johnson è un «vaccino in più.

Ne dobbiamo avere diversi - ha rilevato - perché c’è una domanda importante». Con la Commissione Europea «c’è un accordo di prelazione per 200 milioni di dosi fino alla fine dell’anno e, di questi, 27 milioni sono per l’Italia. Contiamo già nel secondo trimestre di consegnare alcune dosi, da aprile. Ma il grosso avverrà nel secondo semestre». 

Il vaccino di Johnson&Johnson, ha proseguito, «funziona con una dose singola, non ha bisogno di richiami» e «non necessita di grosse catene del freddo, perché può essere conservato in un frigorifero comune». Quanto alla capacità dell’Italia di produrre vaccini, il presidente di Farmindustria ha detto che «a fine anno potremmo immaginare di avere una produzione italiana, o quantomeno una partecipazione alla produzione anche da parte italiana, perché questa è stata una corsa di collaborazione scientifica già nella ricerca mondiale».

«Stiamo lavorando insieme al ministro Giorgetti per trovare le aziende che producano il vaccino». Con il Mise dunque, «con cui si è concordato di vedersi una volta alla settimana» si sta compiendo un vero e proprio «scanning sulle aziende che vogliono modificare gli infialatori». Sono state monitorate, aggiunge, circa 100 aziende in tutto il mondo ma, prosegue, «quello che è importante è che industria e governo vogliano collaborare per la produzione in Italia e in Europa dei vaccini».

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