Vaccino, le Faq dell'Aifa. Seconda dose, immunità e effetti collaterali: tutto quello che c'è da sapere

Vaccino, le Faq dell'Aifa. Seconda dose, immunità e effetti collaterali: tutto quello che c'è da sapere
di Camilla Mozzetti
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Mercoledì 3 Febbraio 2021, 08:24 - Ultimo aggiornamento: 12:49

Servono a chiarire di più e meglio le procedure per le vaccinazioni contro il Covid evitando che un operatore di fronte a un cittadino, con il braccio già scoperto per l'inoculazione, possa domandarsi all'ultimo: «Ma questa persona può essere vaccinata?». Al fine di dissipare ogni dubbio e allontanare qualsiasi perplessità sulle procedure da svolgere, nei giorni scorsi l'Aifa ha diramato delle Faq utili a chiarire cosa bisogna fare (ma anche non fare) per le vaccinazioni.

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I CORSI PER IL PERSONALE
Le Asl (ma non tutte) hanno diffuso al personale interno, impiegato nei centri vaccinali le informazioni sulle procedure e per il momento solo l'Asl Roma 1, che copre il centro della Capitale fino a Labaro, ha previsto tre giornate di corsi intensivi, in partenza oggi fino al 5 febbraio, per i vaccinatori Covid, per i medici di medicina generale (4 febbraio) e per tutti gli altri vaccinatori che figurano in organico sulle reazioni avverse.

Quest'ultime - dalla cefalea alla febbre, dai dolori muscolari alle gastroenteriti - attese e verificatesi soprattutto dopo la somministrazione del richiamo in almeno un soggetto su due. Nelle ultime Faq viene spiegato che la vaccinazione si compone di due dosi somministrate per via intramuscolare a distanza di 21 giorni (è il caso del vaccino Pfizer). Però può anche capitare un qualsiasi imprevisto anche all'utente. Fino a quando si può fare allora la seconda iniezione? Fino a sei settimane dalla prima dose. Si passa poi al capitolo sulla reinfezione, considerata rara nei 90 giorni seguenti alla manifestazione dei sintomi per chi ha contratto il virus. I dati clinici hanno dimostrato come i vaccini a mRNA possano essere somministrati in maniera sicura alle persone che hanno già avuto l'infezione da Covid-19 e per questo chi ha avuto la malattia può decidere di differire la vaccinazione ma deve comunque essere consapevole che il rischio di una nuova infezione è direttamente proporzionale al tempo che passa dopo aver contratto il Covid per la prima volta.

 


POSITIVI DOPO LA PRIMA DOSE
Può anche capitare - e le cronache seppur per un numero esiguo di casi lo hanno raccontato - che una persona dopo aver ricevuto la prima dose si ammali di coronavirus. Cosa fare in vista della seconda dose del richiamo? Queste persone possono chiudere la vaccinazione a seguito della guarigione con un tampone molecolare negativo dopo 10 giorni se non ci sono stati sintomi e dopo un tampone molecolare negativo sempre a 10 giorni dall'inizio dei sintomi con gli ultimi tre giorni senza febbre e senza che siano stati assunti cortisonici o antipiretici. Per chi invece ha ricevuto la prima dose del vaccino ma è entrato poi a contatto ravvicinato con un positivo il richiamo potrà essere eseguito dopo almeno 10 giorni dall'ultimo contatto con il caso accertato e a fronte di un tampone molecolare che dia risultato negativo.


LE SPECIFICHE
Infine le specifiche su chi ha già avuto il virus. Prima di sottoporsi alla vaccinazione è utile svolgere un test sierologico per analizzare il livello delle immunoglobuline IgG e vedere dunque il livello degli anticorpi. Se i livelli sono alti il test può essere ripetuto ma non prima delle due settimane. Non c'è urgenza di sottoporsi alla vaccinazione. Questa procedura, ovvero il test sierologico, viene consigliata anche dopo aver chiuso il ciclo vaccinale con il richiamo a distanza di almeno 7 giorni proprio per vedere se l'organismo ha sviluppato gli anticorpi al Sars-Cov2 dopo le due iniezioni del siero.

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