Vaccino, in Norvegia 23 morti tra persone anziane. Pfizer: «Dati non allarmanti»

Vaccino, in Norvegia 23 morti "legati alla vaccinazione". Pfizer: «Dati non allarmanti»
Vaccino, in Norvegia 23 morti "legati alla vaccinazione". Pfizer: «Dati non allarmanti»
di Mario Landi
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Sabato 16 Gennaio 2021, 13:34 - Ultimo aggiornamento: 23:03

L'agenzia del farmaco della Norvegia ha registrato 23 morti, tra persone anziane e fragili, «associate alla vaccinazione anti-Covid» di Pfizer-BioNtech. Lo comunica con una nota l'Agenzia norvegese per i medicinali (NOMA), ripresa dal Guardian, secondo cui «reazioni comuni ai vaccini con mRNA, come febbre e nausea, potrebbero aver contribuito a un esito fatale in alcuni pazienti fragili e anziani». Pfizer e BioNTech stanno lavorando con l'agenzia del farmaco norvegese per indagare sui decessi di persone anziane associati alla vaccinazione anti-Covid. Lo ha reso noto l'azienda farmaceutica americana, riporta Bloomberg. L'ente di controllo norvegese, ha riferito Pfizer, ha rilevato che «il numero degli incidenti finora non è allarmante ed è in linea con le previsioni».

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Pfizer: casi rari di reazione al vaccino

Le reazioni allergiche ai vaccini - rileva ancora Bloomberg - sono state finora rare.

Negli Stati Uniti le autorità sanitarie hanno segnalato 21 casi di reazioni allergiche gravi dal 14 al 23 dicembre dopo la somministrazione di circa 1,9 milioni di dosi iniziali del vaccino sviluppato da Pfizer-BioNTech. Ossia un'incidenza di 11,1 casi per milione di dosi, secondo i Centers for Disease Control and Prevention. Sebbene entrambi i vaccini anti Covid-19 approvati finora in Europa siano stati testati su decine di migliaia di persone, inclusi volontari tra gli 80 e i 90 anni, il partecipante medio alla sperimentazione era sui 50 anni. Mentre le prime persone ad essere immunizzate in molti Paesi sono state proprio quelle più anziane, perché si punta a proteggere la categorie a rischio. Rispetto ai 23 decessi in Norvegia, su 13 i risultati dell'autopsia suggeriscono che gli effetti collaterali comuni possano aver contribuito a gravi reazioni in persone fragili e anziane. «Per le persone con la più grave fragilità, anche gli effetti collaterali di un vaccino relativamente lievi possono avere gravi conseguenze», ha detto l'Istituto norvegese di sanità pubblica.

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La nota sottolinea inoltre che i trial sul vaccino non includevano «pazienti con malattie acute o instabili» e pochi over 85. «Per i pazienti più fragili, anche gli effetti collaterali dei vaccini relativamente lievi possono avere gravi conseguenze», ha spiegato l'Istituto norvegese di sanità pubblica. «Per coloro che hanno comunque una vita residua molto breve, il beneficio del vaccino può essere marginale o irrilevante», concludono gli esperti dal paese scandinavo. 

Le indagini

Ai medici norvegesi è stato chiesto di condurre analisi e valutazioni più approfondite a riguardo dei pazienti anziani molto fragili in attesa di ricevere il vaccino Pfizer-BioNTech. «Potrebbe essere una coincidenza, ma non ne siamo sicuri», ha detto Steinar Madsen, direttore medico dell'Agenzia norvegese per i medicinali (NOMA). «Non c'è una connessione certa tra queste morti e il vaccino. C'è la possibilità che queste reazioni avverse comuni (come febbre e nausea), che non sono pericolose in pazienti più giovani e in forma e non sono insolite con i vaccini, possono aggravare la malattia di base negli anziani».

«Le vaccinazioni continuano»

 

«Ora stiamo chiedendo ai medici di continuare con la vaccinazione, ma di effettuare una valutazione extra di persone molto malate le cui condizioni di base potrebbero essere aggravate da essa», ha detto ancora Steinar Madsen, direttore medico dell'Agenzia norvegese per i medicinali (NOMA). La valutazione medica include il confronto dei rischi e dei benefici della vaccinazione con i pazienti e le famiglie.

In Norvegia sono più di 20 mila le dosi del vaccino già somministrate nelle ultime settimane.

Tutti i decessi riportati saranno attentamente valutati dall'Agenzia norvegese per i medicinali (NOMA) per determinare se questi incidenti siano o meno correlati al vaccino. Il governo norvegese valuterà anche la possibilità di adeguare le proprie istruzioni di vaccinazione per tenere maggiormente in considerazione la salute dei pazienti.

Demicheli (Aifa): «Nessun allarme, ma verifiche su casi Norvegia»

 

«Massima attenzione nel monitoraggio della situazione ma al momento non esistono ragioni di allarme per quanto accaduto in Norvegia» dove sono stati segnalati dall'agenzia del farmaco locale 23 morti, tra persone anziane e fragili vaccinate contro il Covid-19. Lo afferma il Presidente del Comitato scientifico sorveglianza vaccini istituita da Aifa, Vittorio Demicheli. «Non ci sono indizi che ci facciano dubitare della scelta fatta. Stiamo proteggendo i più fragili con il prodotto migliore che abbiamo - aggiunge - In Italia fra le molte decine di migliaia di vaccini già fatti nelle Rsa non è stato segnalato nulla di grave».

Anche negli Usa non c'è stata nessuna segnalazione simile. «Per quello che sappiamo, dall'agenzia norvegese è arrivata una dichiarazione di tipo prudenziale. Ci aspettiamo di osservare dei decessi in vicinanza temporale alla vaccinazione fra le persone molto anziane perchè queste morti possono accadere per cause naturali, ma sono facilmente verificabili per la loro storia clinica», aggiunge Demicheli, epidemiologo e direttore sanitario dell'Ats Milano Città Metropolitana. «La regola che vale per tutti i vaccini è che per ogni decesso che ha una causa non chiaramente verificabile serve un accertamento diagnostico, come nel caso di un medico lombardo deceduto nei giorni scorsi che aveva una storia clinica complicata. L'autopsia fatta ieri ha escluso il legame con il vaccino - sottolinea - Nelle persone anziane spesso il decesso è attribuibile ad una causa nota, in questo momento sta succedendo che stiamo vaccinando persone che hanno comunque una probabilità di morire più alte. Il nostro livello di allerta è massimo ma gli studi non hanno mai dimostrato che c'è una probabilità maggiore di morire. Le segnalazioni vengono raccolte dalla rete nazionale ed europea che sta seguendo con le antenne alte la situazione. Gli studi di registrazione sono stati abbastanza numerosi e situazioni rischiose, se ci fossero state, sarebbero emerse già», conclude Demicheli.

 

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