Dal prossimo lunedì anche i bambini dai 5 agli 11 anni d’età potranno essere vaccinati contro il virus Sars-CoV-2. O almeno è questo quello che ha annunciato Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), secondo il quale l’Ema, potrebbe dare il suo ok molto presto e a seguire, «entro 24 ore», potrebbe poi arrivare la decisione dell’Aifa, anche se per l’arrivo delle prime dosi pediatriche - come ha sottolineato ieri il ministro Speranza - bisognerà aspettare la terza decade di dicembre. Molti i dubbi e gli interrogativi, a cui abbiamo provato a rispondere con il contributo di Annamaria Staiano, docente ordinario all’Università Federico II di Napoli e presidente della Società italiana di pediatria (Sip).
PERCHÉ È IMPORTANTE VACCINARE I BAMBINI?
«E’ importante vaccinare i bambini per 3 motivi principali», spiega Staiano. «Il primo è per offrire loro una protezione individuale: se è vero che le manifestazioni cliniche da Covid-19 nei ragazzi sono lievi e che i decessi sono rari, non possiamo escluderli.
QUALE VACCINO SI USERÀ?
«Per il momento l’approvazione verrà data soltanto per il vaccino ad mRNA Pfizer», precisa Staiano. In base a uno studio condotto da Pfizer e realizzato su 2.268 bambini di età tra i 5 e gli 11 anni, il vaccino prodotto dalla Pfizer è efficace quasi al 91 per cento nel proteggere dall’infezione. Il dosaggio che verrà usato per i più piccoli è però inferiore a quello degli adulti: per i bambini la dose è pari a 10 microgrammi anziché 30. Le due iniezioni verranno fatte a distanza di 21 giorni l’una dall’altra. Per quali bambini è controindicato? «Ad oggi non ci sono controindicazioni assolute. Nei soggetti allergici può esserci la necessità di somministrazione in ambiente sicuro», spiega Staiano. I pazienti con pregresse reazioni anafilattiche devono rimanere in osservazione 60 minuti.
C’È IL RISCHIO CHE IL VACCINO CAUSI MIOCARDITI NEI BAMBINI?
«Esiste un piccolo rischio di miocardite e pericardite in seguito alla vaccinazione con Pfizer e Moderna», spiega Staiano. «E’ importante però sottolineare che il rischio di sviluppare una miocardite in seguito a vaccinazione per Covid-19 - precisa - è estremamente più basso rispetto a svilupparla se si contrae l’infezione. Dati dal Centers for Disease Control and Prevention (CDC) Americano hanno confrontato l’incidenza di miocardite negli anni e in particolare le differenze tra 2019-2020 e 2021. Dalle analisi è emerso che nel 2020, rispetto all’anno pre-pandemia, i casi di miocardite sono aumentati del 42%: nei pazienti ricoverati per Covid-19 il rischio era dello 0,146%, mentre in quelli ricoverati ma non positivi a Sars-Cov-2 era dello 0,009 per cento. La miocardite è infatti un effetto collaterale delle infezioni virali». Un lavoro pubblicato sul New England Journal of Medicine ha mostrato che il rischio di svilupparla è decisamente inferiore nei vaccinati rispetto ai non vaccinati: il rischio di miocardite da infezione è quasi quattro volte maggiore al rischio associato al vaccino.
QUALI SONO I POSSIBILI EFFETTI COLLATERALI?
«La maggior parte dei soggetti non presenta effetti avversi dopo la vaccinazione», dice Staiano. «In 1 soggetto su 10 si possono però verificare eventi avversi di lieve entità quali dolore nel sito di iniezione, stanchezza, mal di testa, dolori muscolari e articolari, brividi, diarrea e febbre. Per questi effetti collaterali - aggiunge - è possibile eventualmente somministrare paracetamolo». Ma non andrebbero dati farmaci in forma preventiva, ma solo successivamente qualora ce ne fosse bisogno.
SI POSSONO FARE ALTRI VACCINI INSIEME A QUELLO CONTRO IL COVID-19?
«Sarà possibile effettuare la somministrazione concomitante (o a qualsiasi distanza di tempo, prima o dopo), di un vaccino anti-SARS-CoV-2/COVID-19 utilizzato in Italia e un altro vaccino del Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale, con l’eccezione dei vaccini vivi attenuati, per i quali può essere considerata valida una distanza minima precauzionale di 14 giorni prima o dopo la somministrazione del vaccino anti SARS-CoV-2», spiega Staiano.