Vaccino, Ue: da AstraZeneca 9 milioni di dosi aggiuntive rispetto alle 31 annunciate

Vaccini, da AstraZeneca 9 milioni di dosi aggiuntive rispetto alle 31 annunciate
Vaccini, da AstraZeneca 9 milioni di dosi aggiuntive rispetto alle 31 annunciate
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Domenica 31 Gennaio 2021, 19:50 - Ultimo aggiornamento: 20:20

L'Unione europea e AstraZeneca si riavvicinano dopo il muro contro muro dei giorni scorsi. Ursula von der Leyen ha annunciato che la compagnia anglo-svedese consegnerà 9 milioni di dosi aggiuntive del vaccino anti-Covid nel primo trimestre e inizierà la distribuzione una settimana prima del previsto. Una buona notizia per l'Europa, alla prese con varianti del virus che potrebbero persino compromettere l'efficacia degli attuali vaccini. L'allarme varianti è stato al centro di una riunione in videoconferenza tra la presidente della Commissione Ue e i ceo delle compagnie farmaceutiche con cui sono stati firmati i contratti. L'insorgere di nuove mutazioni solleva «la minaccia imminente di una ridotta efficacia dei vaccini approvati di recente», è emerso nel colloquio, nel corso del quale sono stati «esplorati i requisiti per lo sviluppo, la produzione e l'approvazione normativa molto rapidi dei vaccini per le varianti Covid-19 nell'Ue», ha riferito la Commissione.

Il colloquio con le aziende è stato fruttuoso anche per un altro motivo. AstraZeneca, infatti, consegnerà all'Ue 9 milioni di dosi aggiuntive nel primo trimestre (40 milioni in totale) rispetto all'offerta dell'ultima settimana e inizierà la distribuzione una settimana prima rispetto a quanto programmato. Inoltre «la compagnia amplierà anche la sua capacità di produzione in Europa», ha annunciato von der Leyen. La nuova offerta di AstraZeneca resta inferiore alle attese, ma è comunque un passo avanti rispetto all'annunciato taglio del 60% delle prime forniture, per problemi di produzione, che aveva fatto infuriare Bruxelles. La svolta positiva sul fronte dei vaccini è arrivata al termine di una nuova giornata di proteste contro le restrizioni in diversi Paesi. A Bruxelles erano in programma due manifestazioni, vietate dalle autorità per i rischi legati all'aggressività delle nuove varianti del Covid-19.

Nonostante questo centinaia di persone, rispondendo agli appelli sui social, si sono date appuntamento alla stazione centrale e alla gare du Nord. Ad attenderle c'era un vasto schieramento di agenti in assetto anti-sommossa, che ha sgomberato le piazze ed eseguito numerosi fermi: 488. Tra loro anche ultrà di calcio, venuti in città per fare danni con tanto di coltelli e bengala. Un altro raduno è stato disperso all'Atomium, monumento simbolo della città.

Nella vicina Olanda ci sono stati cortei in diverse città, tra cui Amsterdam, nella centrale Museumplein. La polizia ha rimandato a casa circa 600 persone e ne ha arrestate una trentina. Niente di paragonabile, per fortuna, alla guerriglia dei giorni scorsi in tutte le grandi città e in centri minori. Più tesa la situazione a Vienna, dove cinquemila persone hanno sfidato il divieto di manifestazione riunendosi in una piazza del centro, vicina agli uffici del cancelliere Kurz e del presidente Van der Bellen. La polizia ha impedito al corteo, composto anche da neonazisti, di sfilare per i viali del Ring ed ha fermato diverse persone. L'ultradestra del Fpoe aveva promosso la protesta, definendo il terzo lockdown imposto dal governo dei popolari e dei verdi «scandaloso». A Budapest infine l'insofferenza verso il confinamento prolungato si è tradotta in una manifestazione a cui hanno preso parte anche proprietari e lavoratori dei ristoratori. Nella capitale ungherese almeno 100 locali hanno annunciato che riapriranno, nonostante il governo abbia minacciato multe salate.

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