Vaccini, è scontro. «Le dosi non ci bastano». Oggi le Regioni dall'Aifa perché acceleri su Sputnik

Vaccini, è scontro. «Le dosi non ci bastano». Oggi le Regioni dall'Aifa perché acceleri su Sputnik
Vaccini, è scontro. «Le dosi non ci bastano». Oggi le Regioni dall'Aifa perché acceleri su Sputnik
di Mauro Evangelisti
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Mercoledì 10 Febbraio 2021, 06:53 - Ultimo aggiornamento: 08:14

Questa sarà la settimana in cui arriveranno più vaccini: 1,2 milioni sommando Moderna, Pfizer e AstraZeneca. Ma siamo ancora lontani dagli obiettivi. E la conferenza delle Regioni, dopo un confronto con i ministri uscenti Speranza e Boccia, ha diffuso un documento che denuncia: «L'integrazione del Piano vaccini anti-Covid presenta alcune criticità e risulta in questa fase di difficile applicazione per la carenza delle dosi di vaccino disponibili e per l'indeterminatezza di alcune indicazioni». Non solo: oggi gli assessori alla Salute delle Regioni incontreranno Aifa. Non lo dicono in modo così brutale, ma sperano in un'approvazione di Sputnik 5 per acquistare altre dosi sul mercato e in un innalzamento dell'età limite di AstraZencea.

Per accelerare bisogna avere le idee molto chiare sulle categorie da cui partire.

E se per Moderna e Pfizer ormai tutte le forze sono concentrate sugli over 80 (4,3 milioni), c'è da sciogliere il nodo di AstraZeneca da somministrare solo agli under 55. Nel corso della conferenza Stato Regioni di ieri, in cui di fatto i ministri Speranza e Boccia hanno parlato per l'ultima volta con i governatore, in attesa dell'insediamento del nuovo Governo, è stato formalizzato il nuovo piano vaccinale con le modifiche apportate. Tra l'altro, al mattino Speranza aveva bloccato l'esame del piano vaccinale della Lombardia, sottoposto al Comitato tecnico scientifico, proprio perché non era ancora stato presentato, nella versione definitiva, quello nazionale. Alla voce AstraZeneca si richiama la categoria 6 cioè coloro che hanno meno di 55 anni e più di 18.

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Speranza: «Potremo iniziare a proteggere chi lavora nelle scuole, nelle università, le forze dell'ordine e le altre categorie esposte». Il piano in effetti parla di queste categorie (anche forze armate, Polizia di stato, guardia di finanza, capitaneria di porto, vigili del fuoco, polizia municipale) e penitenziari (polizia penitenziaria e detenuti), luoghi di comunità civile e religiosa e altri servizi essenziali.

Ma le Regioni sono critiche, chiedono di chiarire quali siano i servizi essenziali e di concentrarsi maggiormente sulla vaccinazione nelle scuole. Inoltre, per velocizzare i tempi il Lazio conferma che applicherà per AstraZeneca sì il principio delle categorie, ma procedendo comunque per classi di età. Rispetto alla strategia «orizzontale» del Lazio, le altre regioni applicheranno quella «verticale», categoria per categoria, e per avere gli elenchi di tutti gli insegnanti o i poliziotti under 55 il Mef metterà a disposizione tutti i nomi, ricavandoli dai cedolini degli stipendi. AstraZeneca, tra sabato e ieri ha inviato 530mila dosi, con quelle attese entro a fine febbraio si arriverà a 1,2. Discorso più complesso per Pfizer e Moderna, destinati ai più anziani.

 


SCENARIO
Premessa: alcune Regioni si stanno muovendo per acquistare dosi autonomamente, «stiamo sondando il mercato», conferma l'assessore della Salute dell'Emilia-Romagna, Raffaele Donini. Proprio tra Emilia-Romagna e Veneto c'è una sorta di alleanza per acquistare nuovi vaccini. Detto questo, se a maggio si completerà la protezione degli over 80, si proseguirà poi con le «persone estremamente vulnerabili»: sono oltre 2 milioni e vi rientrano, per fare alcuni esempi, coloro che hanno la fibrosi polmonare idiopatica, diabete di tipo 2, sclerosi multipla, cirrosi epatica, pazienti onco-ematologici. Seguiranno gli anziani tra i 75 e i 79 anni (2,6 milioni), tra i 70 e i 74 (3,3), persone «con aumentato rischio clinico se infettate da Sars-CoV2 a partire dai 16 e fino ai 69 anni (5,8), infine coloro che hanno tra i 55 e i 69 anni. La tabella distribuita da Arcuri annuncia un incremento dei vaccini: nel primo trimestre 14,5 milioni di dosi; nel secondo 64,5. Si conta però su altre 22 milioni di AstraZeneca, ma anche su 7,3 di Johnson&Johnson e 7,3 di Curevac (che è in ritardo). Ema si pronuncerà su Johnson&Johnson a metà marzo. Prodotto negli Stati Uniti, gli Usa hanno bloccato le esportazioni dei vaccini. Infine, la Puglia ha rettificato ei dati sui contagi e il Ministero della Salute ha disposto il ritorno in fascia gialla.

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