Covid e vacanze, Ciciliano (Cts): «Sarà una estate migliore, ma tutti con mascherina»

Covid e vacanze, Ciciliano (Cts): «Sarà una estate migliore, ma tutti con mascherina»
Covid e vacanze, Ciciliano (Cts): «Sarà una estate migliore, ma tutti con mascherina»
di Mauro Evangelisti
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Domenica 2 Maggio 2021, 23:30 - Ultimo aggiornamento: 4 Maggio, 10:10

Sarà una estate migliore, perché molti italiani saranno vaccinati, «ma dovremo continuare a indossare la mascherina, a mantenere le distanze e a lavarci spesso le mani, per allora l’immunità di gregge non sarà ancora raggiunta, non potremo fare come Israele». Fabio Ciciliano, componente del Comitato tecnico scientifico sia con il governo Conte sia con il governo Draghi, è dirigente medico della Polizia di Stato e nel Cts rappresenta la Protezione civile. Guarda al futuro con una proposta: ripetere anche in Italia esperimenti come quello del concerto di Barcellona in due eventi sportivi, uno all’aperto e uno al chiuso, per verificare se, grazie ai tamponi e alle mascherine Ffp2, è gestibile la partecipazione di migliaia di persone senza che vi sia diffusione al futuro.

 

E guarda anche al presente, perché gli assembramenti di ieri «a partire da quelli di piazza Duomo per la festa dello scudetto dell’Inter» sono il segnale che non c’è più la percezione del pericolo del virus, «e questo è un serio problema che non possono risolvere i controlli delle forze dell’ordine».

Lei è nel Comitato tecnico scientifico dall’inizio della pandemia e, nella prima parte dell’epidemia, ha svolto anche il ruolo di segretario. Alla luce dell’andamento del contagio, ma anche delle vaccinazioni, come pensa che gli italiani trascorreranno le vacanze?
«Diciamolo chiaramente: saranno vacanze più tranquille, ma le precauzioni dovranno continuare.

Parlo di mascherine, distanze e igiene. L’esempio di Israele, dove all’aperto stanno rinunciando alle mascherine, non possiamo ancora seguirlo perché noi raggiungeremo l’immunità di gregge solo in autunno. E comunque è probabile, per prudenza, che le mascherine possano essere necessarie per tutto il 2021».

Eppure adesso stiamo vaccinando molto velocemente.
«Certo. E questa è una buona notizia, effettivamente c’è stata una accelerazione e ci fa ben sperare. Ma ricordiamoci che per essere in sicurezza dobbiamo avere somministrato la doppia dose a 42 milioni di italiani e che, comunque, trascorre un mese tra la seconda iniezione e lo sviluppo dell’immunità massima, al di là dell’eccezione Johnson&Johnson che è monodose. Possiamo essere ottimisti, questa estate per le vacanze avremo molte opportunità di svago e libertà, ma dobbiamo mantenere alta l’attenzione perché l’esperienza dell’anno scorso qualche cosa ci deve insegnare».

Mercoledì, sul volo proveniente dall’India atterrato a Fiumicino, sono stati trovati 23 positivi e alcuni hanno raccontato di avere viaggiato grazie a un certificato di negatività acquistato con poche decine di euro. Cosa succederà questa estate quando arriveranno anche turisti dall’estero?
«Per i viaggiatori da Paesi dell’Unione europea o da nazioni come gli Stati Uniti penso che possiamo essere tranquilli, gli standard dei test o gli attestati di avvenuta vaccinazione sono affidabili. Inoltre, per i Paesi Ue ricordiamoci sempre che il 12 giugno ci sarà il certificato sanitario europeo».

C’è chi chiede di aprire centri vaccinali nelle località balneari in modo da invogliare gli italiani a vaccinarsi mentre sono in vacanza. Allo stesso tempo si sta lavorando per mettere in sicurezza il turismo in alcune aree, accelerando con la campagna di immunizzazione ad esempio nelle isole.
«I centri vaccinali nelle località di vacanza possono essere utili, ma non risolutivi. Se sono in ferie in una regione differente da quella in cui risiedo, come faccio a vaccinarmi lì? Rischio di pesare su un sistema regionale differente, andrebbero organizzati sistemi di compensazione nella distribuzione nelle dosi, è complicato. Per quanto riguarda la messa in sicurezza con vaccinazione di massa delle località turistiche, sono perplesso: in Grecia è più semplice, perché basta vaccinare nelle isole. In Italia praticamente tutto il Paese è di interesse turistico, perché intervieni in una località e non in un’altra?».

Quando potrà tornare il pubblico nei grandi eventi, culturali o sportivi?
«A Barcellona, Amsterdam e Liverpool hanno fatto degli esperimenti molto interessanti. A Barcellona, in particolare, hanno organizzato un concerto in una discoteca con il pubblico, tutti avevano eseguito il tampone e indossavano la mascherina Ffp2. L’esito è stato molto incoraggiante perché di fatto non c’è stata circolazione del virus. In Italia dovremmo fare sperimentazioni simili, perché poi ci sarà utile per capire come ripartire e tornare alla normalità. La mia idea è realizzare questi test in due eventi sportivi, uno al chiuso e uno all’aperto. Ad esempio, si potrebbero eseguire in un palasport per i play-off di basket e in uno stadio con una partita di calcio, escludendo però gli Europei sui quali non si possono fare esperimenti».

Si aspetta una ripresa del contagio dopo le riaperture del 26 aprile?
«Lo vedremo solo a metà maggio, adesso è troppo presto per rispondere. Oggi, semmai, possiamo vedere solo l’effetto del rientro a scuola in presenza. Voglio essere molto chiaro: se i comportamenti non saranno rigorosi, un nuovo aumento dei casi che costringerà a conseguenti chiusure sarà inevitabile. E non si può neppure pensare che tutto debba dipendere dai controlli del Ministero dell’Interno, delle forze dell’ordine. Puoi vigilare sulle strade e sulle piazze, ma più di tanto non potrai mai fare. Il problema è rappresentato dalla scarsa attenzione nei comportamenti personali, molto passa dal senso di responsabilità di ogni cittadino. Purtroppo le immagini di questa settimana, fino ad arrivare, come dicevo, agli assembramenti in piazza Duomo a Milano per la festa dello scudetto dell’Inter, mi fanno pensare che il rischio di una ripresa dei contagi possa essere molto alto. Non c’è più la percezione del pericolo del Covid, vengono considerati normali i 200-300 morti al giorno. Questo è un problema perché favorisce la trasmissione del virus».

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