Tumori, nuovo farmaco NJH395 uccide le cellule cancerogene sfruttando il sistema immunitario

I ricercatori: "Sarà fondamentale per la cura"

Tumori, nuovo farmaco uccide le cellule cancerogene sfruttando il sistema immunitario
Tumori, nuovo farmaco uccide le cellule cancerogene sfruttando il sistema immunitario
di Alessandro Rosi
5 Minuti di Lettura
Sabato 19 Novembre 2022, 21:13 - Ultimo aggiornamento: 20 Novembre, 14:57

Recenti risultati suggeriscono che un nuovo farmaco antitumorale chiamato NJH395 può stimolare il sistema immunitario ad attaccare i tumori dall'interno, una strategia che potrebbe rivelarsi fruttuosa per i trattamenti futuri. Lo studio è alla fase uno ed è stato pubblicati di recente su Cancer Immunology Research. In effetti ci sono ancora alcuni problemi di sicurezza, che richiederanno ulteriori ricerche, ma il farmaco funziona come previsto a livello molecolare, riuscendo a veicolare con successo gli attivatori immunitari nei tumori.

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Tumori, nuovo farmaco NJH395 sfrutta il sistema immunitario: come funziona

Il farmaco è composto da due molecole: un anticorpo che cerca il tumore e si lega alle proteine sulla superficie delle cellule tumorali e un "carico utile" immunostimolante trainato nel tumore dall'anticorpo. Il carico utile è un attivatore del Toll-like receptor-seven, una proteina presente in varie classi di cellule immunitarie. È stato dimostrato in precedenza che l'attivazione di questi recettori modifica l'ambiente tumorale e aumenta l'immunità contro i tumori. È il primo studio sull'uomo a testare questa classe di farmaci, noti come "coniugati anticorpo-stimolatori immunitari", afferma il coautore Vasileios Askoxylakis, oncologo radioterapista che ha guidato il programma di sviluppo del farmaco presso il Novartis Institutes for BioMedical Research di Cambridge, MA.

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Le criticità

Sebbene questo studio fornisca la prova del meccanismo che questa classe di molecole "può fare ciò che dovrebbe fare biologicamente", Askoxylakis avverte anche che il suo team "ha identificato alcune sfide critiche". In particolare, una singola dose di farmaco ha stimolato una risposta immunitaria generalizzata in alcuni pazienti, portando al rilascio di citochine che potrebbero causare eventi avversi e danneggiare organi sani. In secondo luogo, alcuni pazienti hanno sviluppato anticorpi contro il farmaco stesso, che potrebbero portare alla resistenza al farmaco.

La sperimentazione

Poiché la sperimentazione ha identificato questi rischi negli studi tossicologici fin dall'inizio, i pazienti hanno ricevuto solo una dose. E quindi NJH395 "non ha curato i pazienti dalla loro malattia" o fornito un beneficio clinico, avverte Askoxylakis. Tuttavia, a livello molecolare, questo studio rappresenta una prova fondamentale del fatto che un anticorpo può trainare efficacemente un carico immunitario nelle cellule tumorali. "Pensiamo che queste nuove intuizioni aiuteranno le aziende a sviluppare farmaci migliori", afferma Askoxylakis, in modo che le future generazioni di coniugati anticorpo-immunostimolatore possano essere sicure ed efficaci.

Per arrivare a questo punto, i ricercatori hanno innanzitutto progettato il farmaco, testando una serie di anticorpi legati a carichi immunostimolanti.

Hanno cercato la combinazione più efficace e sicura in colture cellulari e modelli animali. Molte chemioterapie esistenti utilizzano già anticorpi per trainare i composti che uccidono il tumore nelle cellule cancerose.

Il nuovo sistema

Ma l'NJH395 utilizza un nuovo tipo di strategia potenzialmente importante. "La novità", spiega Askoxylakis, "è che il nostro sistema non uccide la cellula tumorale. Attiva il sistema immunitario nell'ambiente tumorale per attaccare le cellule tumorali e ucciderle". L'uso del sistema immunitario dell'organismo potrebbe in definitiva essere più efficace, più duraturo e meno tossico delle chemioterapie generalizzate. Per NJH395, i ricercatori hanno scelto un anticorpo simile a uno già dimostrato sicuro ed efficace nel colpire la proteina HER2, sovraespressa in una varietà di cellule tumorali, tra cui quelle di polmone, intestino, pancreas, vescica e gola. L'hanno collegata a un carico utile che attiva il recettore immunitario Toll-like sette, una proteina che svolge un ruolo nella risposta immunitaria.

Per il primo studio clinico di fase uno sull'uomo, i ricercatori hanno lavorato con 18 pazienti con diagnosi di diversi tumori metastatici avanzati resistenti ai trattamenti. I medici hanno raccolto campioni di sangue e una biopsia del tumore prima del primo trattamento con NJH395 e di nuovo cinque giorni dopo il trattamento, con una TAC o una risonanza magnetica per valutare la risposta del tumore a 21 giorni. Poiché il farmaco ha sollevato alcuni problemi di sicurezza dopo una singola dose, tra cui una risposta immunitaria generalizzata in alcuni pazienti, questo studio non ha proceduto con dosi multiple del farmaco per valutarne l'efficacia nella lotta contro i tumori.

Sebbene si tratti di uno studio interessante, è ancora "troppo presto per dire" se farmaci simili all'NJH395 saranno clinicamente utili come terapie contro il cancro, afferma il medico e immunologo di malattie infettive Otto Yang della David Geffen School of Medicine dell'Università della California, Los Angeles. Quest'ultimo lavoro dimostra che un anticorpo può veicolare una molecola immuno-modulante nei tumori, un'area di recente e intenso interesse per la ricerca. Ma 18 pazienti sono ancora un piccolo campione e il trattamento non ha mostrato alcun beneficio in questo lavoro, il che significa che si tratta di una "scoperta molto preliminare", afferma. Il prossimo passo fondamentale sarà dimostrare l'efficacia clinica.

Ma dimostrare che questa classe di farmaci è in grado di attivare le cellule immunitarie nei tumori "apre il campo allo sviluppo di altre molecole", afferma Askoxylakis. Anche se questo particolare farmaco non era abbastanza sicuro da poter essere somministrato in dosi multiple, i risultati possono aiutare altri ricercatori a "sviluppare molecole migliori che possano mitigare alcune di queste sfide".

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