Vaccino, il mix è più efficace contro le varianti: la conferma in uno studio

Vaccino, il mix è più efficace contro le varianti: la conferma in uno studio
di Francesco Padoa
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Venerdì 22 Ottobre 2021, 10:53 - Ultimo aggiornamento: 10:55

Sì, si può fare. Funziona. Il mix di vaccini pare essere anche più efficace di richiami fatti con lo stesso siero della dose precedente. Tanto che ora anche la Food and drug administration (Fda) ha autorizzato la somministrazione eterologa, ovvero un vaccino anti-Covid diverso per la dose di richiamo rispetto a quello inizialmente utilizzato per l'immunizzazione, per la terza dose. Metodologia già usata in molti Paesi. La Fda ha anche annunciato che consentità i richiami per tutte le persone over 18 anni inizialmente vaccinate con Johnson&Johnson e per alcune categorie della popolazione a rischio (gli anziani) vaccinate con Moderna. Secondo Janet Woodcock, commissario ad interim della Fda, «i dati disponibili suggeriscono una diminuzione dell'immunità vaccinale in alcune popolazioni che hanno completamento il ciclo. La disponibilità di queste dosi "booster" autorizzate è importante per una continua protezione contro la malattia da Covid-19».

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EFFICACIA SUPERIORE

Studio dopo studio i ricercatori hanno ora dimostrato che tali regimi "mix and match" sono altamente efficaci nel prevenire il Covid-19, corrispondendo o addirittura superando le prestazioni dei vaccini mRNA. Gli alti livelli di anticorpi e altre forti risposte immunitarie suscitate dai regimi combinati hanno suggerito che avrebbero offerto una buona protezione contro le malattie. E subito sono arrivati commenti positivi e entusiasti da esperti di tutto il mondo. «Sono felice di vedere che il mix di vaccini è davvero efficace come ci si aspetterebbe - afferma l'immunologa Martina Sester della Saarland University di Homburg, in Germania - Questa è davvero una buona notizia e avrà sicuramente un'influenza sulla pratica clinica». Gli studi hanno esaminato varie popolazioni in momenti diversi, anche durante l'ascesa della variante Delta iper-infettiva , ma tutti concordano sul fatto che la vaccinazione mista e abbinata, o eterologa, sia altamente protettiva anche sulle varianti più pericolose.

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VIRUS "ACCERCHIATO"

Come ha recentemente spiegato un articolo apparso sulla rivista Science, il mix vaccinale potrebbe fornire al sistema immunitario più strade per riconoscere il virus. In particolare, i vaccini a mRNA sarebbero particolarmente efficaci nel generare risposte immunitarie sotto forma di anticorpi, mentre i vaccini a vettore adenovirale – come Vaxzevria (AstraZeneca) e Janssen – sarebbero particolarmente indicati per incrementare la risposta cellulo-mediata incrementando il livello delle cellule T, che hanno il compito di eliminare le cellule già infettate dal virus.

 

LA CONFERMA INGLESE 

«Sì, i dati degli ultimi studi ci confermano l'efficacia di programmi di vaccinazione mista», assicura Matthew Snape, vaccinologo presso l'Università di Oxford, nel Regno Unito. Nei mesi scorsi, lo studio effettuato in Gran Bretagna è infatti arrivato alla conclusione che un'iniezione di AstraZeneca seguita da Pfizer produce le migliori risposte dei linfociti T e una risposta anticorpale più elevata rispetto a Pfizer seguita da AstraZeneca.

I dati forniscono ulteriore supporto alla decisione di diversi paesi di offrire alternative ad AstraZeneca come seconda iniezione dopo che il vaccino è stato collegato a rari coaguli di sangue. I risultati dello studio suggeriscono anche che le persone che hanno già ricevuto due dosi di vaccino AstraZeneca potrebbero avere una risposta immunitaria più forte se ricevessero poi una terza dose di richiamo diversa, se raccomandata, in autunno. La ricerca sperimentale inglese è stata effettuata su 850 volontari ultracinquantenni. L’effetto immunitario della combinazione di vaccini (AstraZeneca e Pfizer) si è rivelato in media migliore rispetto alle due dosi di AstraZeneca. A illustrare i dati è stato proprio il professor Matthew Snape, responsabile del progetto Com-Cov presso l’Università di Oxford. Nell’ambito del campione studiato, i risultati migliori in termini di anticorpi si sono registrati con la doppia dose Pfizer. Guardando invece ai livelli di cellule T — la «prima linea» di difesa del nostro sistema immunitario, quella che gestisce l’attacco dei virus — una prima dose AstraZeneca seguita da una seconda Pfizer garantirebbe i più alti in assoluto. Leggermente meno efficace, invece, l’uso inverso di una prima dose Pfizer seguita da un richiamo con AstraZeneca. L’effetto immunitario di quest’ultima combinazione si è rivelato comunque positivo e in media migliore rispetto alle due dosi di AstraZeneca.

QUELLA FRANCESE

Un'altra conferma dalla Francia. Uno studio ha scoperto che i regimi combinati potrebbero essere più efficaci di due dosi di un vaccino mRNA. L'immunologo Thierry Walzer, dell'Inserm e dell'Università di Lione e i suoi coautori hanno analizzato i dati di 2512 operatori sanitari che hanno ricevuto una combinazione di vaccini AstraZeneca e Pfizer e più di 10.000 che hanno ricevuto due dosi di quest'ultimo. Il team ha mostrato che  nel gruppo mix-and-match i tassi di infezione erano la metà di quelli del gruppo che ha ricevuto due dosi di Pfizer. 

SVEZIA

In Svezia, più di 100.000 persone hanno ricevuto una dose di AstraZeneca, seguita da un vaccino a base di mRNA: il vaccino di Moderna o Pfizer. L'epidemiologo Peter Nordström dell'Università di Umeå in Svezia e i suoi coautori hanno analizzato i dati nei registri sanitari nazionali del paese hanno scoperto che rispetto alle persone non vaccinate, quelle con un programma di vaccinazione misto avevano il 68% in meno di probabilità di sviluppare un'infezione sintomatica, mentre le 430.000 persone che avevano ricevuto due dosi di AstraZeneca avevano il 50% in meno di probabilità di farlo. «Queste cifre chiariscono che i regimi eterologhi sono più efficaci di due dosi di AstraZeneca», afferma Nordström.

SPAGNA

Sono molti altri gli studi che confermano questa maggiore efficacia della somministrazione di vaccini differenti. Uno studio realizzato su 676 partecipanti, in Spagna, e pubblicato su The Lancet il 25 giugno, ha presentato i risultati nell’utilizzo di una seconda dose di vaccino a mRNA (Pfizer/BioNTech) per soggetti con meno di 60 anni che avevano ricevuto una prima dose di Vaxzevria (AstraZeneca). Tali risultati indicano che il sistema immunitario ha risposto in modo corretto e che non si sono verificate particolari reazioni avverse: su un campione di persone sottoposte al test, il 100 per cento dei partecipanti avrebbe sviluppato anticorpi neutralizzanti del Covid in 14 giorni.
La vaccinazione eterologa - spiega un articolo su The Lancet relativo allo studio spagnolo - avrebbe quindi le potenzialità per produrre una risposta più forte, con una migliore efficacia ai fini dell’immunizzazione. L’articolo sottolinea anche come la vaccinazione eterologa possa essere un’opportunità per rendere le campagne di vaccinazione più flessibili in risposta alle variazioni nell’offerta di vaccini. Inoltre, il mix di vaccini sarà necessario per affrontare la comparsa delle varianti del Sars-Cov-2.

GERMANIA

Il  Comitato tecnico scientifico del nostro Paese, il Cts, nei mesi scorsi aveva citato altri studi realizzati sull’utilizzo di due vaccini diversi per completare un ciclo di vaccinazione. Tra questi, quello realizzato dall’Università della Saarland, in Germania, ha concluso che chi ha ricevuto una seconda dose di Pfizer/BioNTech dopo una prima dose di Vaxzevria (AstraZeneca) ha avuto una risposta immunitaria superiore di circa 10 volte rispetto a quella registrata nei pazienti che avevano ricevuto due dosi di Vaxzevria. Secondo lo studio, inoltre, somministrando una seconda dose di Pfizer/BioNTech a chi aveva ricevuto una prima dose di AstraZeneca si ottengono risultati leggermente migliori di quelli ottenuti somministrando due dosi di Pfizer/BioNTech per quanto riguarda gli anticorpi neutralizzanti, quelli che impediscono direttamente l'ingresso del virus Sars-CoV-2 nelle cellule. Una risposta elevata in termini di anticorpi neutralizzanti a seguito della somministrazione di una seconda dose di vaccino a mRNA a soggetti che avevano ricevuto la prima dose di Vaxzevria è stata evidenziata anche da un ulteriore studio condotto su 129 soggetti.

COREA DEL SUD

Altre conferme arrivano dalla Corea del Sud. Il mix di vaccini può portare a un immunizzazione di sei volte superiore rispetto alla sommministrazione di due dosi uguali. Uno studio ha coinvolto 499 operatori sanitari: la vaccinazione mista è stata effettuata anche qui con una prima dose di AstraZeneca e una seconda di Pfizer: 100 volontari hanno ricevuto dosi miste, 200 hanno preso due dosi di Pfizer/BioNTech e il resto due dosi di AstraZeneca. Tutti hanno mostrato anticorpi neutralizzanti, che impediscono al virus di entrare nelle cellule e di replicarsi, ma il risultato del programma misto di vaccini è quello che sembra aver funzionato di più con una immunizzazione superiore di sei volte, vicina a quella di chi si era sottoposto alla vaccinazione con due dosi Pfizer. Nessuno ha dimostrato una ridotta attività neutralizzante contro la variante Alpha, identificata per la prima volta in Gran Bretagna, ma il titolo di neutralizzazione è diminuito da 2,5 a 6 volte contro Beta, Gamma e Delta.

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