Omicron, la pandemia dei bambini con contagi 4 volte superiori: boom di piccoli ricoverati

Ieri una bambina di 2 anni grave, trasportata dalla Calabria a Roma in aereo

Omicron, la pandemia dei bambini con contagi 4 volte superiori: boom di piccoli ricoverati
Omicron, la pandemia dei bambini con contagi 4 volte superiori: boom di piccoli ricoverati
di Mauro Evangelisti
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Domenica 30 Gennaio 2022, 07:37 - Ultimo aggiornamento: 31 Gennaio, 20:06

È la pandemia dei bambini e dei ragazzi. Un caso positivo su tre ha meno di 19 anni e di questi il 60 per cento ha meno di 11, vale a dire la fascia di età in cui si è vaccinato di meno o non si è vaccinato affatto. Da ricordare: chi ha tra 5 e 11 anni può essere immunizzato con Pfizer, ma solo il 10,41 per cento ha completato il percorso vaccinale, mentre sotto i cinque anni non esiste un vaccino che abbia completato la sperimentazione e sia stato autorizzato. Questo spiega come mai il virus stia circolando intensamente alle scuole materne ed elementari.

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Ieri un fatto di cronaca ha drammaticamente ricordato come i casi gravi, tra i bimbi contagiati, siano rari, ma purtroppo dolorosi: una bimba di Catanzaro, di appena due anni, positiva al Covid e in pericolo di vita per una grave insufficienza respiratoria, è stata trasportata in aereo (un C-130J dell'Aeronautica Militare) all'aeroporto di Ciampino e di qui trasferita d'urgenza all'ospedale pediatrico romano Bambino Gesù.

Purtroppo le condizioni della piccola, che era ricoverata all'ospedale di Catanzaro, si sono aggravate e per questo è stato chiesto aiuto agli specialisti del Bambino Gesù. Proprio il giorno prima, l'ospedale pediatrico romano aveva spiegato: non abbiamo mai avuto tanti ricoveri per Covid come in questa fase.

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LA PICCOLA GUARITA
Per fortuna alcune storie hanno un lieto fine: Mariella, bimba di sette mesi positiva al Covid, anch'ella calabrese, era stata ricoverata, in gravi condizioni per due settimane in terapia intensiva al Bambino Gesù. È guarita ed è stata dimessa: tre giorni fa, a Pedace (Cosenza), la sua città, è stata accolta, insieme ai genitori, con fuochi d'artificio, palloncini e tanta commozione.
Restano però i numeri di questa pandemia a preoccupare perché il virus continua a correre nelle scuole, soprattutto quelle materne ed elementari. Purtroppo, sui grandi numeri, anche la probabilità che un bambino finisca in ospedale aumenta. Spiega il report dell'Istituto superiore di sanità: «Dall'inizio dell'epidemia al 26 gennaio 2022 sono stati diagnosticati 2.009.862 casi nella popolazione 0-19 anni, di cui 12.365 ospedalizzazioni, 300 ricoveri in terapia intensiva e 39 deceduti». E nell'ultima settimana cosa sta succedendo? «La percentuale dei casi segnalati nella popolazione di età scolare è arrivata al 30 per cento, la settimana precedente era al 24». Altri numeri se prendiamo tutti i positivi under 19, il 62 per cento ha meno di 11 anni.

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«Rallenta la crescita del tasso di incidenza nella fascia 12-15 anni mentre nella fascia 16-19 è in diminuzione da due settimane. Risultano in aumento i casi diagnosticati per 100.000 abitanti nella fascia 5-11 anni e nei bambini sotto i 5 anni». C'è un grafico che ben racconta cosa sta succedendo: in tutte le fasce di età il numero di casi positivi sta diminuendo sensibilmente, tra 0 e 9 anni invece la freccia punta ancora verso l'altro.
Tanto che l'incidenza (numero di casi ogni centomila abitanti in una settimana) per i bambini è quattro volte superiore rispetto agli over ottanta, per i quali è cominciata la discesa della curva dei contagi.

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FRENATA CAUSA QUARANTENE
Come si può affrontare questo problema? «Vaccinando di più i bambini contro Sars-CoV-2, aumentando la protezione nella fascia pediatrica, perché quando i contagiati sono molti inevitabilmente aumenta anche il numero di chi purtroppo finisce in ospedale» spiega la dottoressa Teresa Rongai, segretario romano della Fimp, la Federazione dei medici pediatri. Ieri era in prima linea, all'hub vaccinale a largo Preneste, a Roma.

 

«Bisognava vaccinare i bambini prima, sfruttando meglio il periodo delle vacanze di Natale - spiega la dottoressa Rongai - oggi siamo costretti a rallentare perché molti bimbi prenotati sono in quarantena perché positivi o contatti di positivi. Saltano tante prenotazioni, anche di chi magari aveva ricevuto la prima dose ma non può ricevere la seconda, perché non può uscire di casa. Alle famiglie dobbiamo spiegare che anche tra i più piccoli, con una circolazione del virus come quella attuale, è importante alzare uno scudo di protezione. E dobbiamo fare in fretta».
 

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