Omicron Ba.5 sale al 13% di diffusione in Italia, a inizio maggio era sotto lo 0,5: è allarme

Il nuovo dato è stato calcolato dai bioinformatici del Ceinge Biotecnologie avanzate

Omicron 5 sale al 13% di diffusione in Italia: a inizio maggio era sotto lo 0,5
Omicron 5 sale al 13% di diffusione in Italia: a inizio maggio era sotto lo 0,5
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 8 Giugno 2022, 16:30 - Ultimo aggiornamento: 10 Giugno, 09:56

Dopo il boom di contagi in Portogallo, la sottovariante di Omicron BA.5 ha raggiunto anche in Italia un'alta diffusione, stimata almeno al 13%. A inizio maggio l'Istituto Superiore di Sanità aveva valutato la diffusione allo 0,41%. Il nuovo dato è stato calcolato dai bioinformatici del Ceinge Biotecnologie avanzate, sulla base delle sequenze genetiche depositate dall'Italia nella banca dati internazionale Gisaid, che raccoglie le sequenze del virus Sars-CoV-2 depositate da tutto il mondo.

Omicron 5, vacanze a rischio? Il caso Portogallo allarma: la situazione dei contagi nelle principali mete estive in Europa

 

«Sebbene inficiato da un elevato grado di incertezza a causa del basso numero di sequenze depositate in Gisaid, il dato italiano appare simile a quello osservato a livello globale», osserva Angelo Boccia, che ha elaborato i dati e che lavora nel gruppo di Bioinformatica del centro, coordinato da Giovanni Paolella.

In generale nel mondo, la diffusione delle sottovarianti BA.5, BA.4 e BA.5.1, è complessivamente di circa il 20%. «In particolare, in Italia, la forma BA.5, prosegue l'esperto - appare in sensibile aumento, arrivando a rappresentare una frazione pari a circa il 13% del totale delle sequenze pubblicate in Gisaid nelle ultime due settimane».

Attualmente Gisaid include 67 sequenze classificate come BA.5, per la quasi totalità derivanti da Umbria, Lombardia ed Emilia Romagna. La sottovariante BA.5 è stata recentemente messa sotto osservazione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) con BA.4, come accade per le varianti che destano preoccupazione (Voc, Variant of Concern), ossia le varianti del virus SarsCov2 che mostrano segni di un possibile vantaggio di trasmissione rispetto alle altre in circolazione e che hanno nuove mutazioni capaci di facilitare la trasmissione del virus. BA.4 e BA.5, per esempio, condividono con BA.2 l'insieme di mutazioni della proteina Spike, con l'aggiunta di tre mutazioni nella proteina Spike, che il virus utilizza per agganciarsi alle cellule umane, chiamate L452R, S:F486V e Q493. Secondo un recente rapporto della UK Health Security Agengy già a metà maggio, in diversi paesi, tra cui UK, USA, Sud Africa, Francia e Germania, la velocità di sostituzione di BA.2 da parte di BA.4 e BA.5 era comparabile a quella osservata per BA.1 da parte di BA.2. 

Vaccini in autunno

«L'obiettivo», e anche «lo scenario più probabile», sul fronte della vaccinazione anti-Covid «credo che potrà essere quello di arrivare a un richiamo annuale». Lo ha spiegato Andrea Costa, sottosegretario alla Salute, intervenuto a "Radio anch'io" su Rai Radio1. Quanto alle nuove sottovarianti del coronavirus Sars-CoV-2, come Omicron BA. 5 che sta facendo registrare un rialzo dei casi in alcuni Paesi europei, «le varianti ci sono sempre state e ci saranno - ha evidenziato il sottosegretario - L'importante ovviamente è continuare a monitorare quello che succede e continuare a tracciare, dopodiché confidiamo di avere in autunno un vaccino aggiornato anche nei confronti delle varianti».

«La ricerca - ha precisato Costa - sta continuando ogni giorno a lavorare per metterci nelle condizioni di avere strumenti nuovi per fronteggiare la pandemia, non solo dal punto di vista dei vaccini, ma anche dal punto di vista delle terapie. Oggi abbiamo già molti strumenti in più a disposizione. Per quanto riguarda i vaccini, dalle indicazioni che abbiamo - ha sottolineato - è ragionevole pensare che in autunno ci possono essere dei vaccini aggiornati» contro Covid-19.

© RIPRODUZIONE RISERVATA