Omicron 2, allerta per la variante "sorella" della sudafricana. «In Nord Europa va più veloce»

In Danimarca sta superando l’originale. Casi anche in Israele, India e Filippine

Omicron 2, allerta per la variante "sorella" della sudafricana. «In Nord Europa va più veloce»
Omicron 2, allerta per la variante "sorella" della sudafricana. «In Nord Europa va più veloce»
di Mauro Evangelisti
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Domenica 16 Gennaio 2022, 01:38 - Ultimo aggiornamento: 17 Gennaio, 09:53

La Omicron 2 in Danimarca sta crescendo a discapito della Omicron 1 (quella che è maggioritaria in Italia). Gli esperti sono sorpresi perché questo fa pensare a una velocità di trasmissione della “variante sorella” perfino superiore a quella già sbalorditiva della Omicron 1. Aggiungono: è presto per fare valutazioni, al momento non ci sono elementi che possano fare pensare a una differente contagiosità, a una maggiore capacità di eludere i vaccini o a una maggiore o minore patogenicità (gravità della malattia causata). La 2 sta correndo in India e nelle Filippine; è stata trovata anche in Israele (20 casi), in Australia, in Canada, in Cina, a Singapore e nel Regno Unito (53 casi secondo il Daily Express).

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SCENARIO
Partiamo dallo scenario conosciuto in Italia e definito dalla flash survey (la ricerca a campione) diffusa ieri dall’Istituto superiore di sanità su dati del 3 gennaio: la Omicron (senza una specifica distinzione tra 1 e 2) rappresenta l’80,75 per cento dei contagi in Italia, con punte più alte in Umbria, Basilicata, Molise e Puglia dove è già sopra al 90 per cento.

Una delle nazioni europee che meglio fa sequenziamento è la Danimarca che per prima in Europa ha documentato la rapida espansione della Omicron. Stiamo parlando della B.1.1.529, isolata per la prima volta in Botswana e in Sudafrica. A inizio dicembre nel Regno Unito si è cominciato a parlare di “stealth variant”, variante invisibile, perché si temeva fosse più difficile da identificare.

Scrisse il 7 dicembre The Guardian: «La variante stealth ha molte mutazioni in comune con l’Omicron standard, ma manca di un particolare cambiamento genetico che consente di utilizzare i test PCR in laboratorio come mezzo approssimativo e pronto per segnalare casi probabili». Il professor Francois Balloux, direttore dell’University College London Genetics Institute spiegò: «Ci sono due lignaggi all’interno di Omicron, BA.1 e BA.2, che sono geneticamente abbastanza differenziati. Possono comportarsi in modo diverso». Semplificando: la Omicron che oggi circola in Italia è la BA.1, quella che sta guadagnando terreno in Danimarca, ma anche in India e nelle Filippine, è la BA.2. Non si comprende però perché la BA.2 non abbia avuta analoga diffusione in Sudafrica dove è rimasta minoritaria. Per quanto riguarda le mutazioni ci sono molti punti in comune, ma anche differenze, tra BA.1 e BA.2: in linea di massima, però, gli esperti si aspettano capacità di trasmissione e di eludere lo scudo del vaccino simili.

ESPERTO
Berlingske, quotidiano danese, ha intervistato un esperto, facendo una sintesi tutto sommato rassicurante: «La sottovariante di Omicron sta guadagnando terreno, ma non preoccupa». Il professor Anders Fomsgaard, primario e professore dell’Ssi (Statens Serum Institut) spiega al quotidiano di Copenaghen: «La Danimarca è il paese al mondo con il maggior numero di casi di Omicron, è interessante il fatto che il numero di sottovarianti BA2 stia aumentando, quasi a scapito di BA1». In poco tempo la Omicron 2 è passata da una quota insignificante dei casi (2 per cento) a più di un quarto (28 per cento). Ma non si sa conosce la ragione di questa performance. Il professor Fomsgaard: «Non vediamo ancora differenze significative tra le persone infettate da BA2 in termini di età, stato vaccinale, infezioni, malattia o diffusione geografica. Quindi a quanto pare non c’è ancora nulla che dica che una sottovariante dovrebbe comportarsi in modo diverso dall’altra. Stiamo cercando di capire se BA2 è più resistente ai vaccini rispetto al BA1. Ma non è qualcosa che attualmente possiamo vedere». In Danimarca ormai danno per appurato che la Omicron causi - tra i vaccinati e purtroppo con eccezioni - una malattia meno grave. Al momento anche la sottovariante non sembra cambiare questo scenario: a fronte di 23mila casi al giorno (sono moltissimi, visto che la Danimarca ha un numero di abitanti simile al Lazio) i pazienti Covid in terapia intensiva sono relativamente pochi (71, nel Lazio sono 204).

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