Omicron 2, Lazio e Sicilia già al picco. Lo statistico Maruotti: «Abituarsi a piccole ondate»

Tutto il nord Italia invece, seppur con una curva epidemica in rallentamento, è ancora in fase di crescita dei casi

https://www.ilmessaggero.it/mondo/armi_chimiche_biologiche_putin_russia_ucraina-6580406.html
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Mercoledì 23 Marzo 2022, 15:38 - Ultimo aggiornamento: 24 Marzo, 14:21

Piccole ondate caratterizzate da impennate e poi discese, come sta succedendo per il Lazio, la Sicilia, la Calabria e la Sardegna. Dobbiamo abituarci a questo andamento del virus. «Questa nuova mini ondata, molto rapida in perfetto stile Omicron 2, ha rallentato: in alcune regioni siamo già nella fase di picco e altre la stanno raggiungendo. Bisogna comunque prestare attenzione perché l'andamento dell'epidemia è molto eterogeneo». Lo afferma Antonello Maruotti, ordinario di Statistica all'Università LUMSA e cofondatore dello StatGroup19, gruppo inter accademico di studi statistici sulla pandemia da Covid 19.

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«L'indice di gravità che abbiamo costruito e pubblicato sull'International Journal of Infectiuos Diseases - precisa Maruotti - registra uno stop nella sua discesa: ingressi in terapia intensiva e decessi sono ai minimi per questa ondata. Purtroppo, seppur di poco, gli indicatori ospedalieri sono destinati a risalire. Nulla di cui preoccuparsi, la tabella di marcia verso il ritorno alla normalità non subirà alcuno stop». Secondo l'esperto, «dovremo abituarci a queste piccole ondate, frutto dell'aumento della popolazione suscettibile al virus e del presentarsi di nuove varianti, sempre più contagiose, ma meno aggressive.

Purtroppo, i vaccini attualmente a disposizione perdono velocemente di efficacia contro il contagio dalle nuove varianti, ma ci proteggono comunque contro la malattia grave, tanto da consentirci un graduale ritorno alla normalità». Ospedalizzazioni e decessi, conclude, «devono essere monitorati con attenzione, sarà il loro andamento a guidare le scelte future».

L'onda più recente di contagi legati alla variante Omicron, spiega Maruotti all'ANSA, «sta dunque rallentando la sua crescita, pur mantenendo valori ancora elevati. Poi, bisognerà capire se scenderà o si stabilizzerà». Tuttavia, sottolinea l'esperto, «il dato nazionale non riflette l'andamento regionale eterogeneo, perchè alcune Regioni sono partite prime di altre in questa ricrescita dei casi e dunque prima si stanno avvicinando alla fase di picco». La Sicilia e la Sardegna, precisa Maruotti, «sono le Regioni entrate già in fase di picco, ed anche Lazio e Calabria.

Tutto il nord Italia invece, seppur con una curva epidemica in rallentamento, è ancora in fase di crescita dei casi. Al Sud, infine, sono la Puglia e la Campania a registrare la crescita di casi più sostenuta». In generale, rileva lo statistico, «non bisogna focalizzarsi sui dati di un singolo giorno in cui si registra magari un numero molto elevato di casi, ma va considerata la media dei casi sui 7 giorni: al momento siamo intorno a 72 mila casi giornalieri in media nei 7 giorni. I numeri sono dunque ancora alti e continueremo questa settimana e la prossima ad avere un numero elevato di casi, ma nell'ultima settimana siamo comunque passati da una crescita del +40% circa al +20% circa questa settimana; quindi la velocita di crescita va rallentando e quando succede questo si entra appunto nella fase di avvicinamento al picco». A pesare in questa ultima e veloce ricrescita dei contagi, conclude Maruotti, «è stato soprattutto il ruolo delle varianti, che hanno dato luogo ad un fenomeno di sostenute reinfezioni, ma anche l'allentamento delle misure, a partire dall'ambiente scolastico con la sospensione della dad».

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