Long Covid, ecco i quattro fattori che possono predire quanto sarà complesso

Long Covid, ecco i quattro fattori che possono predire quanto sarà complesso
di Giampiero Valenza
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Mercoledì 26 Gennaio 2022, 10:50 - Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 09:02

La variante Omicron di Sars Cov-2 è meno “cattiva” rispetto alle altre. In molti casi, specie se ci si vaccina, si riducono di molto le conseguenze gravi della malattia. Ma appena si ha una diagnosi di Covid-19 è già possibile predire quanto sarà complesso il Long Covid, cioè quella sindrome conseguente alla fase acuta, quando poi il test tampone dirà che ci si è negativizzati.

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Sono quattro i principali fattori di rischio che sono in grado di anticiparlo: il livello di Rna del coronavirus all’inizio dell’infezione, la presenza di alcuni autoanticorpi (che attaccano, per errore, i tessuti del corpo), la riattivazione del virus di Epstein-Barr (che infetta soprattutto i giovani e che poi diventa dormiente) e il diabete di tipo 2.

La ricerca internazionale che è arrivata a queste conclusioni è stata pubblicata sulla rivista scientifica Cell. «La rilevabilità della maggior parte dei fattori del Long Covid alla diagnosi di Covid-19 sottolinea l'importanza di misurazioni precoci della malattia per comprendere le condizioni croniche emergenti e suggerisce strategie di trattamento», spiegano i ricercatori.

Nel lavoro sono stati analizzati 209 casi, tra i 18 e gli 89 anni, che erano stati visitati nel 2020 o all’inizio del 2021. Tra loro, il 37% dei pazienti aveva avuto tre o più sintomi di Long Covid dai 60 ai 90 giorni dopo l’infezione, il 24% uno o due sintomi e il 39%, invece, era asintomatico. Ma i ricercatori si sono concentrati su quel 37% e hanno notato che la quasi totalità (il 95%) aveva uno dei quattro fattori di rischio identificati. Il più influente sembra essere stato quello degli autoanticorpi.

Un recente lavoro pubblicato sul British Medical Journal e realizzato dall’Imperial College di Londra e dall’Università di Cardiff ha sottolineato che le implicazioni della malattia sono «fonte di crescente preoccupazione».

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L’affaticamento cronico è il sintomo più frequentemente riportato nei casi di Long Covid. Poi c’è la dispnea, la mancanza di respiro. A seguire, le anomalie cardiovascolari, le encefalopatie, i casi di disturbi post-traumatici da stress, le depressioni, le ansie, i sintomi ossessivo-compulsivi. Sono anche presenti le perdite di gusto e olfatto.


 

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