«Noi non possiamo permetterci di andare avanti tra lockdown, semi-lockdown, coprifuoco e sistemi punitivi per la società e l'economia. Dobbiamo pensare alla salute globale perché ci sono persone che vanno in depressione». Lo ha spiegato l'immunologa Antonella Viola, dell'università di Padova, ad Agorà su Rai 3. «Il lockdown è stato necessario nella prima fase» dell'emergenza coronavirus «perché eravamo impreparati. Nella seconda fase non deve esserci un lockdown generalizzato. È inaccettabile perché sapevamo che sarebbe arrivata, anche se qualcuno l'ha negata. Eravamo preparati. Sapevamo che con la riapertura delle scuole e con il lavoro tornato alla normalità saremmo stati in questa situazione».
Dpcm, l'immunologa Viola: «Decisioni assurde, non avranno impatto sui contagi»
E sul suo profilo Facebook Viola spiega cosa si sarebbe potuto fare: "Cosa fare (per chi mi dice che non c'erano alternative)", il titolo del suo post.
Cosa fare (per chi mi dice che non c’erano alternative). Problema scuola-trasporti. Subito: prime 3 classi delle...
Posted by AntonellaViola on Sunday, 25 October 2020
Secondo punto, «chiusure. Subito: identificare attraverso i dati di tracciamento raccolti tra maggio e la prima settimana di ottobre i luoghi a maggior rischio di contagio. Chiudere solo quelli (per esempio, se salta fuori che nei cinema non ci sono stati contagi, perché chiuderli?). Nelle prossime settimane: adeguare i locali o le regole per permettere le riaperture». Terzo, questione «contagi. Subito: Dad per università. No sport da contatto. Lavoro agile per chiunque non sia necessario sul posto di lavoro. No cerimonie religiose. No sport invernali.
Chiare indicazioni per gli anziani e le persone con patologie (devono vedere il minor numero di persone possibile e sempre con mascherina per tutti, quindi niente pranzi, caffè o qualunque occasione in cui non si tenga la mascherina). Se ristoranti aperti (vedere sopra), massimo 4 persone al tavolo (a meno che non siano un unico nucleo familiare). Mascherina obbligatoria sempre dalle scuole medie. Nelle prossime settimane: far arrivare i test rapidi in ospedali, Rsa, scuole, fabbriche. Assumere personale per il tracciamento. Aumentare posti letto in ospedale e assumere personale sanitario (questo è l'unico punto che in realtà non è fattibile in poche settimane)».