Discoteche chiuse, Galli: «Danni all'economia? I contagi di Ferragosto ci costeranno di più»

Discoteche chiuse, Galli: «Danni all'economia? I contagi di Ferragosto ci costeranno di più»
Discoteche chiuse, Galli: «Danni all'economia? I contagi di Ferragosto ci costeranno di più»
di Graziella Melina
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Lunedì 17 Agosto 2020, 07:59 - Ultimo aggiornamento: 18 Agosto, 13:19
«Aprire le discoteche non è stata certo un'idea né opportuna, né brillante, e sarebbe stato opportuno che chi di dovere lo avesse stabilito con chiarezza, senza consentire deroghe» mette in guardia Massimo Galli, direttore di malattie infettive dell'ospedale Luigi Sacco di Milano. «Giusto però prevedere un sostegno economico per le attività colpite».

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Quale ruolo ritiene abbiano i giovani nella diffusione del virus?
«L'età media delle nuove infezioni si è abbassata perché i giovani sono più esposti, e non solo per la frequentazione di discoteche e movide, ma anche perché si muovono per lavoro più degli anziani, che hanno invece imparato a proteggersi e sono di regola assai più prudenti. Il vero pericolo è che l'infezione possa a tornare a diffondersi coinvolgendo anche le persone più anziane e a maggior rischio di sviluppare una malattia grave».
Una leggerezza, quella delle discoteche, che potrebbe essere costata cara?
«Ormai, mi pare, la decisione di tenerle chiuse è chiara. Avrei trovato bizzarro che si fossero giustamente investite ingenti risorse per controllare le persone che tornano dall'estero tenendo invece aperte le discoteche, o comunque attività che prevedano assembramento di numerose persone, specie se in luoghi chiusi per diverse ore».
I numeri dei contagi non sono tranquillizzanti.
«Speravo molto che in questo periodo i numeri sarebbero stati più confortanti. Quindi sì, sono piuttosto preoccupato: abbiamo focolai diffusi, persone che tornano dall'estero con l'infezione, e la necessità di mantenere una grande attenzione».
Cosa bisogna fare?
«Serve la capacità di identificare precocemente i nuovi focolai. Rimarremo fuori dai guai se non permetteremo al virus di circolare per un certo numero di giorni senza controllo, perché allora ci troveremmo di nuovo a dover decidere se chiudere un pezzo di Paese, come hanno rischiato di dover fare Francia e Spagna».
Sulla salute però spesso prevalgono scelte economiche.
«In tutte le grandi epidemie del passato le scelte dei governanti sono state condizionate da pressioni e considerazioni di contenuto economico. Ma i costi successivi, umani ed economici, se non fai le cose come vanno fatte, sono sempre stati assai più pesanti».

 
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