Covid, Draghi: «Restrizioni per proteggere sistema sanitario». La Ue: «Viaggi e Green pass, servono misure nazionali coerenti e concordate»

Incontro tra gli Stati membri: al centro del dibattito le misure e le restrizioni in entrata e in uscita dai diversi Paesi

Covid, i leader all Ue: «Viaggi e Green pass, servono misure nazionali coerenti e concordate»
Covid, i leader all’Ue: «Viaggi e Green pass, servono misure nazionali coerenti e concordate»
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Giovedì 16 Dicembre 2021, 13:45 - Ultimo aggiornamento: 17:09

Al Consiglio Europeo sul tavolo del summit di oggi c'è la decisione presa dall'Italia, che attraverso le nuove restrizioni ha imposto a chi rientra nel Paese la quarantena (ai non vaccinati) e il tampone (a chi invece è immunizzato). L'Unione Europea attraverso l'incontro tra i leader degli Stati membri cerca un'uniformità almeno in quanto alle regole in entrata e in uscita nell'area Schengen. 

I leader: coerenza su misure nazionali

Nel corso della prima parte del Consiglio Ue «molti leader», in merito alla validità del certificato digitale Covid (il Green pass), hanno sollevato il tema «dell'importanza di un approccio coordinato e coerente quando si adottano misure nazionali».

Sul tavolo ovviamente anche i viaggi e le eventuali restrizioni: «Le restrizioni devono essere basate su criteri oggettivi, non devono danneggiare il funzionamento del mercato unico e non ostacolare in maniera sproporzionata la libertà di circolazione tra gli Stati membri o di viaggiare in Ue», si legge nelle conclusioni sul Covid del Consiglio Ue, che «sottolinea l'importanza di un approccio coordinato» anche sulla «validità del Green Pass».

«Molti leader - spiega un alto funzionario Ue - hanno sollevato il tema di un coordinamento internazionale, della necessità di informare adeguatamente i partner sulle misure europee» e di assumere «azioni proporzionate».

Nel corso della discussione non è stato discusso «di quale specifico Paese ha preso determinate misure ma del coordinamento tra i membri dell'Unione».

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I vaccini

l tema dell'obbligo vaccinale non è stato «centrale» nel corso della prima parte del Consiglio Ue, dedicata all'emergenza Covid. È quanto spiegano fonti europee osservando come l'opportunità dell'obbligo sia stata sollevata da «un paio di leader». La discussione sull'emergenza pandemica, che le stesse fonti definiscono «buona», è ancora in corso anche perché non tutti i leader sono intervenuti.

 

La posizione dell'Italia

Nel corso nella discussione del Consiglio Ue, il premier Mario Draghi, si apprende da fonti italiane, è intervenuto ribadendo i concetti sottolineati ieri nelle comunicazioni in Parlamento. In Aula il presidente del Consiglio, soffermandosi sulle restrizioni decise dal governo sui viaggi, aveva spiegato che «non c'è molto da riflettere» rilevando che la capacità di contagio di Omicron è «nettamente superiore alle altre varianti». 

Il premier inoltre ha ricordato come la variante Omicron sia per ora meno diffusa in Italia che in altri Stati Membri. «Occorre mantenere questo vantaggio a protezione del nostro Sistema sanitario nazionale», ha detto Draghi. «Questa la ragione alla base della decisione di far fare i test a chi entra in Italia. Il coordinamento a livello Ue deve essere guidato dal principio di massima cautela». 

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