Dpcm Covid, dal calcetto alla pallavolo ecco tutti gli sport “amatoriali” vietati. Runner senza mascherina, regole invariate per palestre e piscine

Dpcm Covid, dal calcetto alla pallavolo ecco tutti gli sport amatoriali vietati. Runner senza mascherina, regole invariate per palestre e piscine
Dpcm Covid, dal calcetto alla pallavolo ecco tutti gli sport amatoriali vietati. Runner senza mascherina, regole invariate per palestre e piscine
di Michela Allegri ed Emiliano Bernardini
5 Minuti di Lettura
Domenica 11 Ottobre 2020, 22:04 - Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 17:01

Dopo una giornata di domande e polemiche incrociate, il Viminale chiarisce: nessun obbligo di indossare la mascherina quando ci si allena, sia al parco sia negli stadi. Ma nel nuovo Decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri che il governo si sta preparando a varare saranno tante le limitazioni per chi fa sport. La proposta del ministro della Salute, Roberto Speranza, è quella di vietare la pratica di tutte le discipline di contatto a livello amatoriale. Questo perché la diffusione di particelle di saliva che vengono espulse con il respiro aumentano quando si compie attività fisica. Tradotto: non si potrà giocare a calcio (e tutte le sue varianti) con gli amici, ma saranno vietate anche le partite di basket, pallavolo, beach volley, i balli di coppia e di gruppo. Sia all’aperto sia al chiuso. Impossibile fare boxe (e discipline affini) e, in generale, tutte le arti marziali.

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I componenti del Comitato tecnico scientifico avevano già chiesto di intervenire per limitare questi sport almeno a livello amatoriale.

E il governo adesso sembra orientato a seguire questo consiglio. Nessuna limitazione, invece, per le partite di tennis e padel visto che nella pratica è possibile mantenere la distanza di sicurezza. Rimarranno consentiti anche tutti gli sport che possono essere compiuti in forma isolata, come il footing. Almeno per il momento non ci saranno ulteriori restrizioni per palestre e piscine, che potranno continuare a svolgere le proprie attività attenendosi alle regole già in vigore: ingressi contingentati e su prenotazione. Le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non, degli sport individuali e di squadra, sono consentite a porte chiuse, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni Sportive.

LA DISCUSSIONE

Il divieto, dunque, dovrebbe riguardare soltanto gli sport svolti a livello amatoriale. Per intenderci: quelli praticati tra amici. Sulla questione, però, c’è stato un lungo dibattito durato tutto il pomeriggio tra il Cts, il ministro della Salute, Speranza, e quello dello Sport, Vincenzo Spadafora. I primi due erano fortemente orientati a estendere i divieti anche ai campionati dilettantistici e ai settori giovanili, mentre Spadafora ha cercato di arginare. Si salverebbero in questo caso anche le iniziative degli enti di promozione. Una questione non semplice, visto che il mondo dello sport è già sul piede di guerra. Una scelta più drastica rischierebbe infatti di mettere in ginocchio lo sport di base, già fortemente in crisi dopo dal lockdown.

GLI SPETTATORI

Nel decreto resta comunque un punto fermo: la limitazione per lo sport professionistico e dilettantistico che riguarda gli spettatori il ministero della Salute non sembra essere trattabile. Anche su questo punto c’è stata una lunga discussione. Nella bozza proposta da Speranza c’era scritto: «Per gli eventi e le competizioni sportive ‒ riconosciuti dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato italiano paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni, ovvero organizzati da organismi sportivi internazionali ‒ è consentita la presenza di pubblico, con il numero massimo di 500 spettatori per manifestazioni sportive all’aperto (ora sono mille, ndr) e di 100 spettatori per manifestazioni sportive in luoghi chiusi (ad oggi 200, ndr)». Questa ipotesi però sembrerebbe essere stata scartata. Verrebbe invece fissata una percentuale massima di riempimento in base alle dimensioni, ma il numero di presenze non potrà in ogni caso superare i “tetti” attualmente in vigore. E sarebbero sostanzialmente vietate le deroghe che hanno consentito presenze più numerose in queste settimane per le partite di basket e volley nei palazzetti.

LA POLEMICA

Per quanto riguarda l’uso della mascherina durante l’attività fisica, invece, il chiarimento è arrivato a metà pomeriggio. Le domande, semplificando, erano: Se vado a fare una passeggiata devo indossare il dispositivo di protezione? E se invece faccio una corsa al parco? Le risposte sono, rispettivamente, sì e no. In una circolare diffusa nel primo pomeriggio il Viminale tentava di spiegare ai prefetti che è esentato dall’obbligo di indossare la mascherina all’aperto solo chi fa sport, mentre chi svolge «attività motoria» dovrà indossarla. Ma la precisazione, invece di chiarire i dubbi, ha scatenato per tutto il giorno una serie di domande su cosa si intendesse per «attività motoria», e ha scatenato polemiche, compresa la telefonata di fuoco fatta dal leader di Italia Viva, Matteo Renzi, runner appassionato, sia al ministro della Salute che al ministro dell’Interno. Tanto che lo stesso Viminale ha dovuto chiarire ulteriormente: «Jogging e footing potranno continuare a svolgersi senza obbligo di mascherina», anche a livello amatoriale, perché sono «riconducibili all’attività sportiva». L’obbligo scatta invece per chi fa una passeggiata. «Il ministero dell’Interno dirama una circolare per chiarire il confuso contenuto del decreto legge del governo sull’attività motoria e sportiva e dice: è vietato fare jogging senza mascherina. Si scatena il caos e poche ore dopo il Viminale è costretto a precisare la sua stessa circolare», commenta su Facebook la leader di Fdi Giorgia Meloni.

I PROFESSIONISTI
Allenamenti a porte chiuse

Nelle palestre ingressi contingentati. Le sessioni di allenamento degli atleti sono consentite a porte chiuse, nel rispetto dei protocolli delle Federazioni

IL TENNIS
Si può fare perché c'è la distanza

Il tennis come il padel consentono il distanziamento tra i giocatori tanto da essere considerate attività a basso rischio trasmissione

BOXE E ARTI MARZIALI
Troppo contatto, meglio evitare

La boxe e in generale tutte le discipline di combattimento per via dello scambio di goccioline di sudore e per il contatto ravvicinato il rischio di trasmissione del virus è alto

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