Covid, verso tampone a chi arriva dalla Francia. Ipotesi quarantena ridotta anche in Italia

Tampone a chi arriva dalla Francia. Ipotesi quarantena ridotta anche in Italia
Tampone a chi arriva dalla Francia. Ipotesi quarantena ridotta anche in Italia
di Mauro Evangelisti
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Mercoledì 9 Settembre 2020, 08:35 - Ultimo aggiornamento: 10:22

Il premier Conte, in linea con quanto deciso in Francia, apre al taglio della quarantena da 14 a 7 giorni: «Se dovessimo ridurla, si ridurrebbero costi sociali ed economici». Ma c'è un'altra mossa del governo per limitare l'avanzata dell'epidemia. «Entro novembre si faranno 200mila tamponi al giorno» spiega il commissario per l'emergenza coronavirus, Domenico Arcuri. L'altro giorno ha incontrato il Cts (comitato tecnico scientifico) e ha illustrato il nuovo piano per incrementare la capacità di testare le persone in Italia, a partire dalle scuole dove, con sempre maggiore frequenza, si ricorrerà ai tamponi rapidi.

VELOCITÀ
Ecco, proprio questo strumento, la cui efficacia è stata dimostrata dall'Istituto Spallanzani, viene utilizzato con ottimi risultati agli arrivi dell'aeroporto di Fiumicino e rappresenta la svolta nella ricerca dei positivi. Si chiama tampone antigeno, consente di avere il risultato in 20-30 minuti. Bene, Arcuri ha attivato una richiesta pubblica di offerta per acquistarne il più possibile, «alcuni milioni».

Oggi l'Italia impone i tamponi a chi arriva da Spagna, Grecia, Croazia e Malta. Ma tra pochi giorni questo obbligo sarà allargato anche alla Francia, che negli ultimi quattordici giorni ha una incidenza di 125,5 casi ogni 100mila abitanti (ieri contagiato anche il primo ministro), in Europa solo la Spagna ce l'ha superiore (255,9). Il ministro della Salute, Roberto Speranza, sta lavorando per convincere i principali Paesi europei a un accordo di reciprocità, ma in attesa che questa trattativa vada in porto, si partirà presto con i tamponi per chi arriva dalla Francia.

Per un piano di questo tipo i tamponi tradizionali causano lunghe attese e dunque, sulla scia di quanto fatto per Spagna, Croazia, Grecia e Malta, il tampone rapido sarà usato in un aeroporto all'avanguardia nello screening dei passeggeri, Fiumicino. Non solo: sarà un'arma decisiva anche nelle scuole. Già sappiamo che, ogni volta che si troverà un positivo nella classe, si faranno i test a tutti gli insegnanti e ai compagni. Ma quando si userà il molecolare, con tempi necessariamente più lunghi, si rischierà di paralizzare l'attività scolastica. Per questo, si ricorrerà sempre più spesso al test rapido.

Altro tassello: la ministra Lucia Azzolina ha confermato che durante l'anno si effettueranno test sierologici a campione nelle classi, gli stessi utilizzati in questi giorni con i docenti (la percentuale di adesione ora è al 40 per cento, si conta di arrivare al 70). Il piano di Arcuri, però, prevede anche l'uso dei tamponi rapidi per le verifiche a campione nelle scuole: sono più affidabili perché fanno la fotografia del contagio in quel momento, mentre il sierologico esamina solo se si sono sviluppati gli anticorpi.

Ricapitolando: acquisto di «alcuni milioni» di tamponi rapidi per i controlli negli aeroporti e nelle scuole e raddoppio dei tamponi molecolari, tradizionali, nell'attività di screening tradizionale. Nelle ultime settimane l'Italia viaggia a circa 100mila tamponi al giorno (ieri 92mila). Come si arriva a 200mila entro fine novembre? Arcuri: «Abbiamo già messo a disposizione delle regioni una fornitura di 100mila test al giorno, ma ne stiamo acquisendo un numero molto più alto. E lo stesso vale per i reagenti. Inoltre, stiamo acquistando dei macchinari pooling, l'obiettivo è di averne 1 ogni 2 milioni di abitanti, dunque una trentina». Questi apparecchi velocizzano l'esame dei tamponi: normalmente i laboratori verificano i campioni uno per uno, con questo strumento si copre in una sola volta un numero molto più alto.

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