Covid, dopo l’ondata sui ragazzi il virus colpisce gli over 40. E aumentano i ricoverati

Covid, dopo l ondata sui ragazzi il virus colpisce gli over 40. E aumentano i ricoverati
​Covid, dopo l’ondata sui ragazzi il virus colpisce gli over 40. E aumentano i ricoverati
di Mauro Evangelisti
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Domenica 22 Agosto 2021, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 24 Agosto, 09:55

Ciò che si temeva sta avvenendo: in questa estate in cui il virus sta circolando in modo sostenuto a causa della variante Delta, inizialmente il contagio si è diffuso tra i giovani e i giovanissimi. Hanno maggiore socialità e più bassa percentuale di vaccinazione visto che, come era normale, inizialmente si è tentato di proteggere le fasce di età più alte e dunque a rischio. In queste ore, però, sta avvenendo il passaggio del testimone: si stanno contagiando gli over 40, magari all’interno delle famiglie. Succede soprattutto a coloro che hanno deciso di andare allo sbaraglio e rifiutare il vaccino. Sopra i 50 anni sono 4 milioni. Risultato finale: dopo che per settimane l’incidenza più alta era tra teen-ager e ventenni, adesso sta crescendo tra quarantenni, cinquantenni e sessantenni. E c’è un conseguente aumento dei ricoveri, visto che a quell’età, da non vaccinati, le possibilità di finire in ospedale non sono basse come nel caso dei ragazzi.

Tutto questo è raccontato dai numeri dell’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità, ma è perfettamente mostrato dalla Sicilia. È la Regione d’Italia con meno vaccinati, con percentuali basse anche tra le classi di età per le quali il tasso di letalità è elevato. L’Isola ha ancora il 15 per cento di over 70 che non hanno ricevuto neppure una dose, il 20 di sessantenni, il 26 di cinquantenni e il 22 di quarantenni. La variante Delta ha un R con zero (la velocità di trasmissione) tra 6 e 8, inevitabile in queste condizioni l’esplosione dell’epidemia e dei ricoveri.

Ormai l’incidenza sfiora i 150 casi ogni centomila abitanti; di 7.470 nuovi positivi registrati ieri in Italia, 1.739 erano in Sicilia. Eppure, esegue pochi tamponi, la metà di quelli della Lombardia che però ha un terzo di infetti. Dunque, il tasso di positività è alto, sopra l’8 per cento, ed è facile ipotizzare che i positivi reali in Sicilia siano molti di più. Anche ieri un quarto dei decessi italiani (45) erano concentrati in Sicilia (12) che è di gran lunga la Regione con più pazienti Covid in ospedale 761 (di cui 84 in terapia intensiva). Anche l’altra isola, la Sardegna, intanto, ha visto superare quota 10 per cento di occupazione dei posti letto di terapia intensiva (dati Agenas, che non sono però quelli che contano ai fini della classificazione dei colori).

Il report

Leggendo l’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità, aggiornato al 18 agosto, si conferma che «aumenta l’età mediana dei soggetti che hanno contratto l’infezione da virus Sars-CoV-2 (32 anni); rallenta l’aumento dell’incidenza nelle fasce di età 10-29 anni, mentre si osserva un aumento dei casi nelle fasce di età più adulte con un corrispondente ma lento aumento anche del tasso di ospedalizzazioni».

Ancora: «La maggior parte dei casi notificati negli ultimi 30 giorni in Italia sono stati diagnosticati in persone non vaccinate. Si osserva una forte riduzione del rischio di infezione da virus Sars-Cov-2 nelle persone completamente vaccinate rispetto a quelle non vaccinate (83 per cento per la diagnosi, 95 per l’ospedalizzazione, 97 per i ricoveri in terapia intensiva e 97 per i decessi)». Più nello specifico, sul tema del virus che ha ricominciato a correre tra i meno giovani e dunque tra coloro che rischiano di più in caso di infezione: «Si osserva un rallentamento della crescita dei casi nelle fasce 10-19 e 20-29, mentre continuano a crescere in tutte le fasce di età sopra i 40 anni. L’incidenza nella fascia 50-59 per la prima volta da inizio maggio è superiore a 50 casi per 100.000 abitanti». Sempre utile ricordarlo: dai trentenni a scendere il tasso di letalità è inferiore a 0,1 per cento, mentre aumenta notevolmente a salire: 0,2 tra i quarantenni, 0,6 tra i cinquantenni, 2,7 tra i sessantenni, 9,3 tra i settantenni, 19,9 per gli over 80.
 

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