Covid, Burioni: «Vaccini già nella fase in cui si determina l'efficacia. Virus non è cambiato, siamo cambiati noi»

Covid, Burioni: «Vaccini già nella fase in cui si determina l'efficacia. Virus non è cambiato, siamo cambiati noi»
Covid, Burioni: «Vaccini già nella fase in cui si determina l'efficacia. Virus non è cambiato, siamo cambiati noi»
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Lunedì 12 Ottobre 2020, 12:06 - Ultimo aggiornamento: 12:49

Covid, il virologo dell'Università San Raffaele di MilanoRoberto Burioni, afferma che 4 vaccini sono già nella fase in cui si determina l'efficacia: «A marzo avrei firmato col sangue per essere ora a questo stadio». Così Burioni a Rai Radio1, ospite del programma 'Forrest': «Avrei messo la firma con il sangue a marzo per trovarmi il 12 ottobre in una situazione come questa in cui abbiamo quattro vaccini che si trovano nella fase 3, quella in cui si determina l'efficacia di un vaccino. Sarebbe intollerabile - aggiunge Burioni - che qualcuno non possa avere il vaccino o perché non ne viene prodotto abbastanza, o perché non se lo può permettere». 

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«Situazione attuale non è quella di maggio»

«La situazione attuale non ha nulla a che vedere con la situazione di maggio», continua Burioni, ospite su Rai Radio1 all'interno di 'Forrest'. «Dobbiamo stare attenti, il virus non è diventato più buono, non è cambiato.

Ma siamo cambiati noi. Quindi: mascherina e distanze, stiamo attenti. E devono fare la loro parte le autorità sanitarie, perché se poi c'è un sospetto non possiamo aspettare 6 giorni per avere il risultato di un tampone. Ci vuole un sistema diagnostico immediato», sottolinea. «I numeri dei positivi» a Covid-19 «che abbiamo, riferiti alla primavera, non hanno nulla a che fare con la realtà. In quel momento il numero dei casi è stato immensamente sottostimato e abbiamo avuto un momento di immensa difficoltà. Siamo stati la prima nazione occidentale ad essere investita dall'epidemia. Penso sia motivo di orgoglio per tutti - commenta il virologo - che in tutto il mondo ci vengano riconosciuti la bravura, il rigore, l'impegno che abbiamo avuto nell'aver tolto la testa dalle fauci della morte».

«Non possiamo aspettare 6 giorni per il risultato di un tampone»

 

«Ci vuole un sistema diagnostico immediato». A dirlo è il virologo Roberto Burioni intervenuto su Rai Radio 1 all'interno del programma Forrest, parlando dei test per diagnosticare la presenza nell'organismo di Sars-Cov-2, il virus responsabile del Covid-19. Burioni ha detto che «devono fare la loro parte le autorità sanitarie perché se poi c'è un sospetto non possiamo aspettare 6 giorni per avere il risultato di un tampone». «I numeri dei positivi che abbiamo, riferiti alla primavera, non hanno nulla a che fare con la realtà - spiega il virologo nella sua analisi - In quel momento il numero dei casi è stato immensamente sottostimato e abbiamo avuto un momento di immensa difficoltà. Siamo stati la prima nazione occidentale ad essere investita dall'epidemia. Penso sia motivo di orgoglio per tutti che in tutto il mondo ci vengano riconosciuti la bravura, il rigore, l'impegno che abbiamo avuto nell'aver tolto la testa dalle fauci della morte». «La situazione attuale non ha nulla a che vedere con la situazione di maggio - prosegue -. Dobbiamo stare attenti, il virus non è diventato più buono, non è cambiato. Ma siamo cambiati noi. Quindi: mascherina e distanze, stiamo attenti». Sui vaccini in corso di sperimentazione, Burioni sottolinea: «Avrei messo la firma con il sangue a marzo per trovarmi il 12 ottobre in una situazione come questa in cui abbiamo quattro vaccini che si trovano nella fase 3, quella in cui si determina l'efficacia di un vaccino. Sarebbe intollerabile che qualcuno non possa avere il vaccino o perché non ne viene prodotto abbastanza, o perché non se lo può permettere».

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Un'eventuale chiusura serale dei 25.000 bar italiani che lavorano di notte comporterebbe una riduzione del loro fatturato di 8 milioni al giorno equivalente a 250 milioni di euro al mese. Queste le stime della Fipe, l'associazione della ristorazione di Confcommercio di fronte alle indiscrezioni sulla possibile imminente stretta sugli orari dei bar in funzione anti- Covid.


 
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