«Ormai è evidente: i nuovi casi positivi di Sars-CoV-2 stanno aumentando nelle Residenze per anziani. Ci sono due possibili spiegazioni, due fattori che probabilmente si sommano. La prima è che ci sono alcune sottovarianti della Delta che hanno un trasmissibilità più alta. Penso a quella che comunemente chiamiamo Delta plus, che è almeno il 10-15 per cento più contagiosa. La seconda ragione è che gli anziani delle Rsa sono stati i primi a essere vaccinati e dunque, dopo sei mesi-otto mesi dalla seconda iniezione, compare un calo marcato degli anticorpi». Il professor Vittorio Sambri, direttore dell'Unità Operativa Microbiologia del Laboratorio Unico dell'Ausl Romagna, offre questa spiegazione per un fenomeno a cui, da settimane, si sta assistendo in tutta Italia. Nelle Residenze per anziani e nelle case di riposo è tornato a circolare, in modo intenso, il virus.
BARRIERA
Per questo si sta alzando una nuova barriera difensiva, con le terze dosi.
Undici positivi anche in una residenza per anziani a Sesto Fiorentino. L'elenco in realtà, nelle ultime settimane, sarebbe ancora più lungo. Anche i dati del report dell'Istituto superiore di sanità confermano un aumento dell'incidenza tra gli over 60. «Bisogna fare presto con le terze dosi - avverte Sambri - Sia chiaro: non significa che con le due dosi la protezione ora sia pari a zero, tutt'altro, ma teniamo sempre conto che in una Rsa vivono persone fragili, con comorbidità, è importante consolidare lo scudo contro il Covid ora che la circolazione del virus è sostenuta». A che punto sono le dosi booster per gli anziani? Siamo lontani dal traguardo. Tra gli over 80, su 4,2 milioni di persone vaccinate, solo poco più di un milione ha già ricevuto il rinforzo. Va peggio per i settantenni: su 5,5 milioni vaccinati di età compresa tra i 70 e i 79 anni, appena 200mila hanno avuto la terza dose. Certo, non sono tutti ospiti di Rsa, ma se è vero che dopo sei mesi la protezione diminuisce, per la popolazione più anziana i rischi stanno aumentando.