Covid o allergia? Ecco la differenza tra i sintomi (e quando bisogna fare il tampone)

Covid o allergia? Ecco la differenza tra i sintomi (e quando bisogna fare il tampone)
Covid o allergia? Ecco la differenza tra i sintomi (e quando bisogna fare il tampone)
di Giampiero Valenza
4 Minuti di Lettura
Martedì 29 Marzo 2022, 14:06 - Ultimo aggiornamento: 31 Marzo, 19:04

I sintomi sembrano simili, ma in realtà non lo sono. Questo mese il dubbio degli italiani è su tre patologie: il Covid (ormai presente da ormai due anni e mezzo), l’influenza (che ha avuto un picco di casi) e, tra le malattie stagionali (specie dopo due anni di mascherine messe all’aperto e al chiuso, con molta rigidità) le allergie.

La scorsa settimana la rete Influnet ha registrato 282mila casi, con un’incidenza pari a 4,76 ogni mille abitanti. E tanti sono stati invece gli infetti per Covid: negli ultimi 7 giorni la media quotidiana è stata di circa 71mila contagi.

Sintomi simili, quelli tra influenza e infezione da coronavirus, come già la ricerca ha avuto modo di notare.

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Come distinguere i sintomi

Con la primavera è tornata la stagione delle allergie. Ma come si distingue la rinite allergica dai sintomi tipici del Covid-19? Le differenze ci sono, anche se a prima vista la gola che brucia può far allarmare per un’infezione da coronavirus. I sintomi della «rinite allergica sono sostanzialmente naso chiuso, starnuti, naso che cola di un muco acquoso o poco denso e tendenzialmente bianco, e anche, molto spesso, un’irritazione del palato, talvolta accompagnata da tosse e starnuti», spiega Giorgio Walter Canonica, direttore del Centro Medicina Personalizzata Asma e Allergologia dell’Istituto Clinico Humanitas di Milano.

L’allergia può causare anche l’asma. Il direttore del Centro dell’Istituto clinico di Humanitas, sottolinea come la «sintomatologia includa anche fischi, sibili, fame d’aria, costrizione dei bronchi, e la cosiddetta dispnea in caso di attacco asmatico».

 

Il rischio che si faccia confusione tra Covid e allergia, c’è. Se i sintomi nasali non sono presenti e si osservano febbre, tosse secca, difficoltà respiratorie, fatica, e, soprattutto, perdita del gusto e dell’olfatto, «è indicato consultare il proprio medico di base per la valutazione di una possibile infezione da Sars Cov-2». In questo caso è necessario il test tampone. 

Le mascherine efficaci anche per l'allergia

Pur con sintomi differenti, le misure adottate dagli italiani negli ultimi anni per contrastare la diffusione del Sars Cov-2 si sono rivelate decisive anche per l’incidenza dei disturbi della rinite allergica. L’utilizzo delle mascherine, infatti, conferma Canonica in un incontro con Assosalute, «è stato determinante per quanto concerne la minore inalazione dei pollini e, dunque, sull’incidenza di disturbi legati alle allergie respiratorie, anche se in misura inferiore per gli allergici indoor, più esposti agli allergeni presenti negli ambienti chiusi, come quello domestico, dove non si indossa la mascherina e nei quali siamo stati comunque di più durante la pandemia».

Per questa primavera potrebbero esserci maggiori casi di allergie. «Per quanto concerne quest’anno sarebbe sbagliato sostenere che il rischio di una maggiore diffusione di sintomatologie riconducibili alle allergie non si possa verificare, considerato il progressivo allentamento delle misure restrittive per arginare il rischio di contagio da Sars Cov-2», dice.

Nonostante la mutazione del virus dell’ultimo anno, Canonica conferma comunque che «gli individui allergici e quelli asmatici sono meno sensibili all’infezione da parte del coronavirus, come diversi studi condotti dall’inizio della pandemia di Covid-19 a oggi hanno evidenziato. Questo perché il meccanismo immunologico che determina l’allergia ha un effetto di diminuzione dei recettori del Sars Cov-2 sulle cellule delle mucose respiratorie, che si traduce in un rischio minore di essere infettati. In altri termini, la prevalenza di infezioni respiratorie nei soggetti allergici è minore poiché il meccanismo dell’allergia e l’esposizione a quest’ultima fa diminuire il numero di recettori per il Covid-19 sulle cellule epiteliali delle mucose respiratorie. Questo è stato confermato osservando direttamente le cellule, ma anche attraverso la stimolazione con l’allergene dei bronchi del soggetto».

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