Covid, «l'acqua ossigenata neutralizza il virus». I risultati di uno studio italiano

Covid, «l'acqua ossigenata neutralizza il virus». I risultati di uno studio italiano
Covid, «l'acqua ossigenata neutralizza il virus». I risultati di uno studio italiano
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Martedì 5 Gennaio 2021, 19:09 - Ultimo aggiornamento: 21:48

Per prevenire e combattere il contagio da Covid nei soggetti paucisintomatici e in quelli asintomatici, gargarismi a base di acqua ossigenata combinati ad uno spray nasale e a un collirio per gli occhi sono efficaci. È quanto emerge da uno studio condotto da una equipe di ricercatori napoletani recentemente ripreso da una analoga indagine condotta dai colleghi del Sacco di Milano che ne ha confermato l'efficacia. Ora gli studiosi lanciano un appello al Ministero della Salute per ottenere fondi e test su larga scala per farne un protocollo.

Lo studio dei ricercatori napoletani, pubblicato sulla rivista Infection Control & Hospital Epidemiology dell'Università di Cambridge, si fonda sulla osservazione quotidiana di alcuni pazienti risultati positivi al tampone e poi negativizzati dopo essere stati sottoposti a una terapia che si fonda su tre azioni sulle vie d'accesso del virus nell'organismo: bocca, naso e occhi. «Nel dettaglio - spiega uno degli autori dello studio, il docente di Oftalmologia alla Federico II di Napoli Antonio Del Prete - riteniamo che il virus possa essere neutralizzato prima che raggiunga l'epitelio, cosa che avviene mediamente nel giro di due giorni, potenziando le difese naturali con un gargarismo di acqua ossigenata al 3%, uno spray nasale sempre a base di acqua ossigenata all'1,5%, e un collirio per gli occhi a base di acidoipocloroso allo 0,01% o, in alternativa, a base di iodopovidone allo 0,6, da fare una volta al giorno.

Farmaci normalmente in commercio e alla portata di tutti».

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Le risultanze scientifiche non mancano, tuttavia perché lo studio dei ricercatori napoletani si tramuti in un protocollo vero e proprio occorre che venga testato scientificamente su un numero elevato di pazienti: «Per questo - spiega Del Prete - ci siamo rivolti al Ministero della Salute. Ci è stato detto che lo studio è scientificamente interessante ma che tuttavia non ci sono sufficienti risorse per farne un protocollo vero e proprio. Servono 200 mila euro, motivo per cui adesso stiamo pensando a una iniziativa di crowdfunding». 

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