AstraZeneca, perché è fondamentale per l'Italia (dai costi ridotti ai 16 milioni di vaccini in meno)

AstraZeneca, ecco perché è fondamentale per l'Italia (dai costi ai 16 milioni di vaccini persi)
AstraZeneca, ecco perché è fondamentale per l'Italia (dai costi ai 16 milioni di vaccini persi)
di Mauro Evangelisti
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Martedì 29 Dicembre 2020, 17:20 - Ultimo aggiornamento: 20:36

L'Italia si ritrova con 40 milioni di vaccini in meno, addirittura 16 nel solo primo trimestre. Certo, è probabile che sia solo un ritardo, ma rappresenta comunque una frenata molto seria perché lo stop del prodotto di AstraZeneca vuole dire che la circolazione del virus proseguirà ancora a lungo e con esso le chiusure, i danni per l'economia e, purtroppo, i decessi per Covid-19.

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Cosa è successo?

Si parte dalla dichiarazione del vice direttore esecutivo di Ema, l'autorità regolatoria Ue, Noel Wathion, al quotidiano belga "Het Nieuwsblad": «Improbabile l'ok entro gennaio, AstraZeneca non ha ancora presentato la domanda per l'autorizzazione».

In effetti, sul sito dell'Ema c'è la data di avvio di una procedura chiamata rolling review, una sorta di verifica in corsa dei dati della sperimentazione, ma ancora, al contrario di Pfizer-BioNTech (già autorizzato) e Moderna, la richiesta per la commercializzazione non c'è.

 

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Il caso Gran Bretagna

Nel Regno Unito (dove l'autorità regolatoria è differente) i media danno al contrario per imminente il via libera, tanto che si parla di 10mila operatori sanitari pronti, tra cinque giorni, ad avviare la campagna vaccinale con il prodotto di AstraZeneca, ma ad oggi sono solo indiscrezioni. Va ricordato che il vaccino è stato sviluppato dall'Università di Oxford e che AstraZeneca è anglosvedese, la Gran Bretagna ha già acquistato 100 milioni di dosi, dunque l'accelerazione è possibile. Ma Ema, per l'Europa e dunque anche per l'Italia, è molto più prudente.

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Astrazeneca, tutti i vantaggi

Per capire quando sia importante per l'Italia questo ritardo bisogna partire da alcuni punti fermi: il vaccino AstraZeneca non richiede la catena del freddo e. rispetto a quello con cui si è partiti (Pfizer-BioNTech) che deve invece sempre restare a una temperatura inferiore a meno 70 gradi, sarebbe molto più semplice da distribuire e somministrare. Inoltre, l'accordo, nell'ambito del contratto con la Commissione europea, prevedeva che AstraZeneca - in caso di autorizzazione - garantisse all'Italia addirittura 16 milioni di dosi già tra gennaio e marzo, per superare 40 milioni nel secondo trimestre 2021. Tra l'altro, l'infialamento avviene in uno stabilimento di Anagni, mentre il vaccino è stato sviluppato anche in collaborazione con Irbm di Pomezia. Proprio per questi legami con il nostro Paese, da subito l'Italia aveva puntato molto su AstraZeneca, tanto che già il 13 giugno il ministro della Salute, Roberto Speranza, aveva annunciato un accordo con la compagnia anglosvedese che coinvolgeva il nostro Paese, la Francia, l'Olanda e la Germania.

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Astrazeneca, costo ridotto

Il vaccino di AstraZeneca ha anche un altro pregio: costa circa 3 euro a dose, un quarto di quello di Pfizer, e anche grazie a questo fattore ha già siglato molti contratti in Asia e America Latina. I ritardi sono stati causati da alcuni eventi avversi avvenuti durante la sperimentazione (del tutto normali quando si sviluppa un nuovo farmaco ma nel corso di una pandemia il tempo è prezioso visto che in Italia ogni giorno muoiono centinaia di persone per Covid-19): prima c'era stata una patologia manifestatasi in un volontario (ma il caso poi era stato ridimensionato ed Ema aveva autorizzato la ripartenza della sperimentazione); poi è emerso che era stata fatta confusione somministrando una mezza dose a parte dei volontari e questo, paradossalmente, aveva portato a una maggiore efficacia del vaccino. Ma ha anche reso necessari maggiori approfondimenti e allungato i tempi. Fatto sta che ad oggi nessuna autorità regolatoria nel mondo ha ancora validato il vaccino di AstraZeneca. 

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