Coronavirus, le falle in Sardegna le paga il Lazio: raddoppiati i positivi con sintomi seri

Coronavirus, le falle in Sardegna le paga il Lazio: raddoppiati i positivi con sintomi seri
di Mauro Evangelisti
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Giovedì 3 Settembre 2020, 00:04 - Ultimo aggiornamento: 08:16

Da Berlusconi a Briatore fino a centinaia di ragazzi di Roma Nord. La trasmissione del Covid in Sardegna ha viaggiato veloce, concentrata nelle prime due settimane di agosto. E ha avuto un effetto pesante nel Lazio: in un mese, sono raddoppiati i ricoveri, a causa del ritorno dalla Costa Smeralda di 800 turisti infettati. In Sardegna, però, sono preoccupati per le notizie che circolano sull’epidemia che ha coinvolto locali come il Billionaire: il consiglio regionale ieri ha deciso di rivolgersi al tribunale per chiedere il riconoscimento del danno d’immagine.

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LA RICOSTRUZIONE
C’è un dossier su ciò che non convince nella risposta della Sardegna all’esplosione dell’epidemia a inizio agosto ed è arrivato al Ministero della Salute. Lo ha scritto il Seresmi, il servizio epidemiologico della Regione Lazio, che ha denunciato alcune carenze: indagini inefficaci sulla catena di positivi, mancata comunicazione dell’elenco dei cittadini laziali che hanno frequentato discoteche e ristoranti divenuti focolai, tracciamento dei contatti positivi in ritardo. Infine, il 59 per cento di positivi tornati dalla Sardegna nel Lazio avevano già i sintomi, c’è il sospetto che siano salite sui traghetti con la febbre. Christian Solinas, presidente della Sardegna: «Sono gli uffici sanitari di frontiera, marittima e aeroportuale, di competenza del ministero delle Infrastrutture e trasporti, ad avere la responsabilità di controllare la salute di chi passa le frontiere e si muove negli scali». Con i cinquanta nuovi positivi tornati dalla Costa Smeralda, intercettati ieri nel Lazio, il totale si avvicina a quota 800. Ma il Ministero della Salute dovrà ampliare le verifiche perché anche altre regioni (Campania, Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia in particolare) hanno visto rientrare centinaia di positivi dall’isola. Contando coloro che sono stati ricoverati o isolati in Sardegna (soprattutto dipendenti e gestori dei locali) una proiezione ipotizza che, in totale, nelle prime due settimane di agosto, con discoteche aperte, poco rispetto delle regole e traghetti affollati, ci siano state almeno 3.000 infezioni.

 



IMMAGINE
Il consiglio regionale della Sardegna, ieri sera, ha approvato un documento della maggioranza di centro destra (più Italia Viva) che non punta a capire cosa non abbia funzionato nella prevenzione dell’epidemia, alimentata 900mila turisti ma anche dagli scarsi controlli nei locali, ma impegna la Giunta «ad adottare ogni atto affinché la Sardegna venga tutelata, anche per i danni subiti all’immagine di Regione ospitale e preparata ad affrontare in modo adeguato e sicuro l’emergenza epidemiologica e affinché si ristabilisca un clima di serenità basato su una comunicazione veritiera, tempestiva ed efficace». Forse era il giorno meno indicato, per una iniziativa di questo tipo, visto che ieri anche il leader del centrodestra nonché frequentatore assiduo dell’isola, Silvio Berlusconi, è risultato positivo. Aveva incontrato Flavio Briatore, altro contagiato, e proprietario del Billionaire dove decine di dipendenti sono positivi. E il professor Alberto Zangrillo, medico di Berlusconi, ha confermato: «Gli abbiamo fatto il tampone in seguito ai suoi recenti viaggi in Sardegna». Il nodo non è l’immagine dell’isola, che prima della stagione estiva era tra le regioni con meno circolazione del virus (lo 0,3 per cento secondo l’indagine nazionale con i test sierologici), ma il modo in cui è stata gestita l’invasione dei turisti e sono state applicate le regole nei locali notturni. Solinas ricorda che, prima dell’estate, aveva proposto al governo di richiedere ai turisti una sorta di “patente di negatività”. Ma allora non c’erano ancora tamponi rapidi omologati e dunque non se ne fece nulla.

NUMERI
Nel Lazio ora c’è un’altra preoccupazione: l’età media dei positivi tornati dalla Sardegna è bassa, 25 anni, e in un primo momento la stragrande maggioranza era asintomatica. Con il trascorrere dei giorni, però la situazione sta mutando e il numero dei sintomatici sta aumentando: alcuni con polmonite sono in ospedale, altri con febbre alta sono isolati in casa. Ma c’è un numero che spiega l’effetto Sardegna nel Lazio: i ricoverati a fine luglio erano 188 (più nove in terapia intensiva), oggi sono 343 (restano 9 in terapia intensiva). Ora è la regione con più ricoveri, segue a grande distanza la Lombardia (220).

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