Casi positivi in aumento con il boom dei tamponi. «Ma i ricoveri restano bassi»

Per il secondo giorno consecutivo contagi in crescita, è il raddoppio dei test

Casi positivi in aumento con il boom dei tamponi. «Ma i ricoveri restano bassi»
Casi positivi in aumento con il boom dei tamponi. «Ma i ricoveri restano bassi»
di Mauro Evangelisti
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Lunedì 18 Ottobre 2021, 06:08 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 22:38

Tornano a crescere i casi positivi. Dobbiamo preoccuparci? No, perché è l'effetto dell'incremento imponente di tamponi con l'entrata in vigore dell'obbligo del Green pass sui luoghi di lavoro. Bisognerà mantenere i nervi saldi e allarmarci solo se e quando aumenteranno anche i ricoveri. In parallelo, per i primi giorni di dicembre, se si mantenesse questo ritmo di vaccinazione, potremmo raggiungere quota 90 per cento degli over 12 immunizzati. Questo avrebbe due effetti: diminuirebbero i test per ottenere il Green pass, aumenterebbe la protezione e si potrà pensare di allentare alcune misure.

Casi positivi in aumento, ma ricoveri bassi

 

Qualche settimana fa l'assessore alla Salute del Lazio, Alessio D'Amato, aveva proposto in un'intervista al Messaggero: «Diamoci un obiettivo, quando arriviamo al 90 per cento dei vaccinati imitiamo la Danimarca, cessiamo restrizioni e obbligo di Green pass».

Il dibattito in questi giorni si è animato su questa ipotesi, ma il professor Fabrizio Pregliasco, dell'Università statale di Milano, spiega: «Giusto pensare a un ritorno alla normalità con il 90 per cento dei vaccinati, ma lasciamo passare prima l'inverno. In primavera possiamo ipotizzare l'addio al Green pass e all'obbligo dell'uso di mascherina, anche se indossarla potrà restare una sana abitudine».

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STATISTICHE
Cosa dicono i numeri? Per molte settimane il numero delle infezioni è diminuito. Dai 45.651 nuovi casi positivi della terza settimana di agosto siamo scesi ai 17.751 della settimana tra il 7 e il 13 ottobre. Negli ultimi due giorni - sabato e domenica - c'è stata l'inversione di tendenza con un incremento del 7,8 per cento rispetto allo scorso fine settimana. In sintesi: sabato 16 e domenica 17 ottobre in totale sono stati trovati 5.420 nuovi casi positivi; sabato 9 e domenica 10 ottobre erano stati 5.026. Cosa sta succedendo? Con l'entrata in vigore dell'obbligo del Green pass nei posti di lavoro chi non è vaccinato deve eseguire il tampone ogni 48 ore. E questo ha alimentato un incremento rilevante dei test. Sono stati 853.686 tra sabato e domenica scorsi, erano stati 615.013 negli stessi giorni della settimana precedente. Chiaro? Il numero dei tamponi è aumentato del 27,9 per cento, i positivi del 7,8 per cento. Stiamo facendo molti più test, causa Green pass, i contagiati individuati aumentano, ma non in proporzione e questo è un segnale confortante. Infatti, il tasso di positività è crollato allo 0,6 per cento.

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CONTROLLI
«In altri termini - spiega un esperto del Ministero della Salute - non è che se raddoppiamo i tamponi, raddoppieranno anche i casi positivi. Certo, l'incidenza potrebbe salire, però individuare tanti infetti asintomatici grazie al Green pass ci aiuterà ad isolarli e a limitare la diffusione del virus». «Giusto mantenere alta la guardia sul numero dei ricoveri - osserva Pregliasco - Se aumentano quelli, allora il discorso è differente. Va pure detto che con l'arrivo dell'inverno e il ritorno nei luoghi chiusi dobbiamo attenderci un incremento dei contagi che quest'anno, purtroppo, andranno a incrociarsi con l'influenza che, al contrario del 2020, sta diffondendosi».

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SCENARIO
Il sistema dei colori delle Regioni non è più legato all'Rt (indice di trasmissione), oggi dipende molto dal numero dei ricoveri. Su quel fronte continua il calo (tra sabato e domenica c'è un meno 67 posti letto occupati da pazienti Covid). Con l'incremento dei casi, però, si sarà la crescita di un altro indicatore: l'incidenza (numero di casi ogni 100mila abitanti). E questo potrebbe rappresentare un problema sia per la definizione dei colori delle Regioni (dato che viene incrociato con quello dei ricoveri) sia per i viaggi, perché molte nazioni, anche dell'Unione europea considerano a rischio i Paesi in cui quell'indicatore risulta molto elevato. «Ma se continuiamo a vaccinare e a individuare i positivi grazie ai tamponi, alla lunga, la situazione è destinata a migliorare» conclude il professor Pregliasco.
 

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