Astrazeneca, Pregliasco: «Il nesso con i decessi è da dimostrare non c'è nessun incremento dei rischi»

Astrazeneca, Pregliasdco: «Il nesso con i decessi è da dimostrare non c'è nessun incremento dei rischi»
Astrazeneca, Pregliasdco: «Il nesso con i decessi è da dimostrare non c'è nessun incremento dei rischi»
di Graziella Melina
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Sabato 13 Marzo 2021, 06:45 - Ultimo aggiornamento: 06:54

«Non c'è alcuna correlazione tra i casi di trombosi dopo la vaccinazione anticovid con Astrazeneca segnalati in Danimarca e la questione delle tre persone morte in Sicilia». Ed è tutto da dimostrare che ci sia «un nesso di causalità tra il vaccino e i decessi». Fabrizio Pregliasco, ricercatore di Igiene generale e applicata dell'Università degli Studi di Milano è preoccupato per l'allarmismo che si sta diffondendo in questi giorni. «Percepisco che c'è paura anche dalle telefonate di amici, dalle mail che ricevo e da quello sento in giro».

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Perché pensa sia una preoccupazione ingiustificata?
«Innanzitutto chiariamo che si tratta di due distinti ambiti: la sospensione cautelare in Danimarca è di tipo amministrativo, ed è stata effettuata alla luce di sei casi di trombosi, che comunque poi si sono risolti.

L'ipotetico effetto avverso spiacevole però non è stato ancora correlato al vaccino. Quello che è accaduto in Sicilia, invece, riguarda situazioni che vanno chiarite. Il pm, giustamente, a fronte di denunce di cittadini ha voluto utilizzare un meccanismo che si usa per diverse situazioni legate a presunta malpractice sanitaria. E quindi esaminerà gli aspetti che riguardano tutta l'attività di vaccinazione».

Lei è convinto insomma che si stia esagerando?
«Come dato di valutazione iniziale sappiamo che con grande probabilità i casi italiani non sono correlati come causa effetto. Per quanto riguarda la Danimarca, poi, la stessa agenzia regolatoria europea ha detto che risultano 30 casi di trombosi su 5milioni di dosi fatte in Europa, e sono meno della frequenza che c'è nella popolazione generale. Quindi, non c'è questo incremento di rischio, in una patologia come la trombosi che purtroppo è frequente. Certo, la cautela è importante, ma è un elemento che andrebbe vissuto in un'ottica di attenzione e di cura per la sicurezza delle persone».

La paura però potrebbe spingere a rinunciare al vaccino.
«Sarebbe un errore notevole, la vaccinazione è fondamentale. Dobbiamo ribadire poi che chi si è vaccinato deve stare tranquillo, non deve fare alcun controllo clinico. In Gran Bretagna, per esempio, non hanno avuto alcuna problematica, né ripercussioni rispetto a queste segnalazioni. Certamente, gli approfondimenti dal punto di vista scientifico sono doverosi così come le azioni di cautela che sono state decise».

Rassicura il fatto che nel caso di situazioni dubbie si ha l'immediato ritiro di un lotto?
«Certo, è la dimostrazione che si ha vigilanza attiva continua. Per questo vaccino, vista la sensibilità e la situazione così particolare, c'è un'attenzione ancora maggiore rispetto alla farmacovigilanza degli altri medicinali. Come si può osservare sul sito dell'Aifa, quasi ogni giorno vengono comunicate segnalazioni riferite a un singolo lotto, a ritiri, a sospensioni cautelari. È la norma».

Nel caso dei tre decessi in Sicilia, la vaccinazione era avvenuta giorni prima. È un dato preoccupante?
«Le persone che vengono vaccinate sono osservate per il tempo necessario, per le dovute cautele in caso di shock anafilattico, che in genere può incorrere nell'arco dei primi 15 minuti subito dopo l'inoculazione. Tutti gli altri eventi avversi noti si sviluppano in genere nell'arco di uno-due giorni dalla vaccinazione. Queste morti invece sono successive. Non si può escludere che qualcosa che è stato inserito nella vaccinazione a distanza di alcuni giorni o settimane possa agire, però diventa sempre più difficile immaginare una correlazione causa effetto. Ricordiamo che ogni giorno muoiono più di duemila persone in Italia per diverse cause. E con una vaccinazione che coinvolge milioni di individui è possibile che vi sia questa contemporaneità».

E se fosse un problema legato a quel singolo lotto?
«Molte persone si sono già vaccinate anche con quel lotto e nessuno ha avuto problemi particolari. E comunque un lotto prodotto male non provoca la morte. Ricordiamo poi che neanche l'esecuzione maldestra o una conservazione in frigo sbagliata può far diventare tossico un vaccino così come un farmaco. Tutt'al più lo rende meno efficace».

 

 

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