Dampyr, Nathan Never e un Diabolik “d’antan”

Dampyr, Nathan Never e un Diabolik “d’antan”
di Luca BANDIRALI e Stefano CRISTANTE
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Sabato 13 Maggio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 4 Giugno, 11:42

Questa settimana vi parliamo di fumetti da edicola, per lettori affezionati ai vecchi e nuovi classici seriali. Più di vent’anni di storia editoriale per “Dampyr”, di trenta per “Nathan Never” e di sessanta per “Diabolik”: la longevità di queste testate periodiche è senz’altro una garanzia, sia quando ci offrono avventure inedite sia quando ci consentono di recuperare albi più remoti.

Giorgio Giusfredi, Fabio Bartolini, “Radio Vampira”, Dampyr n.277.
Vigna, Max Bertolini, “Ai confini della galassia”, Nathan Never n.383.

Dampyr e Nathan Never fanno parte delle certezze del mondo Bonelli: pur non essendo le stelle di prima grandezza della blasonata casa editrice, hanno una continuità importante (Dampyr esce dal 2000, Never dal 1991) e una discreta qualità, sia nelle sceneggiature che nell’arte grafica. Inoltre, non sempre sono in primo piano nelle storie delle loro serie, che talvolta respirano bene proprio perché altri personaggi finiscono per appropriarsi della scena. È il caso della storia di Dampyr, Radio Vampira, ambientata in provincia di Pisa ai giorni nostri, tra le strade del subappennino toscano. L’ammazzavampiri non compare che a pagina 67: nelle tavole precedenti una bellissima giovane è arrivata puntuale all’intervista in diretta dalle frequenze di Radio Caos, dove il Cavaliere della notte – in realtà un dj attempato e appassionato di hard-rock tenebroso – ogni venerdì notte si porta in studio un personaggio assurdo. Dopo un rapito dagli alieni e un figlio segreto di Lady D è la volta di una sedicente Agnese degli Ubaldi, classe 1259, che si qualifica “non-morta”, cioè una vampira. Le sue storie sono pazzesche, ma le racconta bene, con voce calma e dovizia di particolari, distesi su un arco temporale lunghissimo. Compaiono così i Maestri della Notte, i vampiri potentissimi giunti da un altro pianeta e che hanno condizionato la storia umana: la bella Agnese entra nel merito, fornendo un perfetto assist a chi volesse un riassunto essenziale dell’intera serie e ammaliando il dj, il cui sangue finirà per essere assaggiato. Ma sui monti pisani qualcuno di non esattamente terrestre è sintonizzato su Radio Caos.

L’episodio di Nathan Never è invece un’indagine poliziesca condotta nel futuro. Un pianeta lontanissimo, Clavius, ospita più specie di animali che ricordano i nostri dinosauri, e un cartello di grandi aziende interplanetarie vorrebbe farne un parco dei divertimenti sul passato remotissimo della Terra. Su Clavius c’è però anche una pianta diffusa ovunque che fa sballare come un cannabinoide e che, nello stesso tempo, permette di curare innumerevoli malattie.

Ed è per questo, ricostruisce Never, che i maggiori investitori del progetto Clavius sono in realtà industrie farmaceutiche, che tentano di aggirare le norme del Dipartimento per la colonizzazione extra sistema solare. Il caso sembra risolto, ma nel sottosuolo del pianeta si rivelano le evidenze di antichissime e gigantesche costruzioni che potrebbero cambiare le convinzioni sulla storia della galassia. Le idee di Peter Kolosimo sui giganti primordiali finiranno nelle storie del detective Never?

Angela e Luciana Giussani, Flavio Bozzoli, Giorgio Montorio, “Diabolik: doppio inganno”, Swiisss n.347

La collana Swiisss di “Diabolik” offre a cadenza mensile la ristampa degli albi di 45 anni prima rispetto alla serie ordinaria; stesso formato dell’epoca, ma albo brossurato con copertina e dorso neri e grafica in giallo, la collana attualmente ci presenta le storie della seconda metà degli anni Settanta, una fase davvero entusiasmante per l’iconico fumetto delle sorelle Giussani. In particolare, questo mese è il turno di “Doppio inganno”, uscito originariamente nel 1977, e caratterizzato da una notevole dose di coraggio etico-estetico che non mancava certo alle autrici milanesi. La vicenda ruota attorno a una collezione di gioielli di cui Diabolik ed Eva vogliono impossessarsi; per entrare in confidenza con il facoltoso conte che la detiene, inscenano il rapimento della figlia e, sotto falsa identità, sventano il tentativo di rapimento e restituiscono la ragazza illesa al padre. Da qui in poi, il consueto meccanismo di finzione nella finzione raggiunge livelli di inusitata intensità: basti dire che Eva assume un’identità maschile e che nelle tavole centrali il lettore italiano di un fumetto di massa del 1977 vede trasformata la coppia eterosessuale Diabolik-Eva in una coppia omosessuale. Aggiungiamo, senza suggerire troppo, che nell’ultima parte dell’albo l’escalation degli eventi giunge a mettere in questione la sopravvivenza stessa dei protagonisti e dunque lo statuto stesso di “Diabolik” come fumetto seriale. Al doppio inganno, in conclusione, se ne aggiunge un terzo, quello della mente che a volte fa brutti scherzi, per esempio quando ci addormentiamo: e nelle pieghe di questo sonno della ragione si incuneano le sorelle Giussani, Maestre della narrazione.

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