Arianna Iacomelli, moglie di Bochicchio: «Non ho nulla per vivere, sbloccate i miei conti»

«Non sono scappata con il malloppo, vado avanti con l’aiuto di pochi amici»

Arianna Iacomelli, moglie di Bochicchio: «Non ho nulla per vivere, sbloccate i miei conti»
Arianna Iacomelli, moglie di Bochicchio: «Non ho nulla per vivere, sbloccate i miei conti»
di Valeria Di Corrado
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Giovedì 15 Settembre 2022, 17:31 - Ultimo aggiornamento: 19 Settembre, 15:36

«Non sono scappata con alcun malloppo. Sono rimasta senza una lira. Vivo grazie all’aiuto degli amici. Per questo motivo rivoglio i miei risparmi: sono il frutto di 30 anni di lavoro». Dopo quasi tre mesi dal tragico incidente stradale in cui è morto carbonizzato Massimo Bochicchio, la moglie Arianna Iacomelli sfata finalmente la leggenda di chi crede detenga un “tesoro” segreto lasciatole dal broker accusato di aver truffato decine di vip. Ieri il suo legale, l’avvocato Gianluca Tognozzi, ha depositato ai giudici del Tribunale di Roma un’istanza per chiedere il dissequestro di 500mila euro depositati sul conto corrente della Iacomelli e la restituzione dei beni presenti in una cassetta di sicurezza. 


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I giudici, in apertura dell’udienza del processo in cui Bochicchio era imputato per riciclaggio ed esercizio abusivo dell’attività di investimento, hanno acquisito il certificato di morte del 56enne originario di Caserta, ma residente da anni nella Capitale.

Gli esami del dna effettuati sul suo cadavere - reso irriconoscibile dalle fiamme divampate dal serbatoio della sua moto, dopo lo schianto contro le mura dell’aeroporto dell’Urbe, alla periferia nord di Roma - hanno dimostrato che l’uomo deceduto il 19 giugno scorso in quello strano incidente era proprio Massimo Bochicchio. Il Tribunale, alla luce della istanza presentata dalla vedova del broker, ha aggiornato l’udienza alla prossima settimana per consentire a tutte le 36 parti civili costituite nel dibattimento di prendere visione dell’istanza di dissequestro presentata da Arianna Iacomelli, che comunque era stata indagata per riciclaggio insieme al fratello del marito. Il processo è comunque destinato ad estinguersi per morte dell’imputato. Mentre prosegue l’indagine della Procura capitolina sulle cause del sinistro mortale: il pm Andrea Cusani procede per istigazione al suicidio, al momento contro ignoti.

 

Crede che la sua richiesta possa essere accolta dai giudici?
 

«Spero di sì, perché quelli sono i miei beni, non c’entrano nulla con mio marito. Li rivoglio perché mi servono per vivere e mantenere i miei due figli minorenni».
 

Al momento si trova in difficoltà economiche?
 

«Sì, ma non solo da ora. Sono in difficoltà da due anni, da quando Massimo era partito per andare a Dubai e poi in Indonesia».
 

Suo marito non le ha lasciato nulla? Nemmeno una polizza assicurativa sulla vita? 
 

«No, nulla. Non sono scappata con alcun malloppo. Mio marito era ottimista e contava di restituire tutto ai suoi creditori, ma non ha fatto in tempo. Non ha pensato a lasciarci nulla, perché non credeva certo di morire».
 

Lei è convinta si sia trattato di un tragico indicente?
 

«Sì, ne sono convinta. Stava male da un paio di settimane, aveva giramenti di testa. Pensava fosse la cervicale. Sicuramente ha avuto un malore e ha perso il controllo della moto».
 

Non aveva appuntamento con nessuno quella mattina?
 

«No, era andato a fare un giro nelle due ore di permesso che gli erano concesse mentre era agli arresti domiciliari».
 

Da quando è morto si sono fatti avanti i suoi creditori? Ha avuto qualche altra pressione da parte di quella “gente brutta, brutta” di cui aveva parlato ai suoi amici?
 

«Ringraziando Dio, no. Anche perché è sulla bocca di tutti che siamo rimasti senza una lira e abbiamo avuto un netto cambiamento dello stile di vita».
 

In cosa è cambiata la sua quotidianità e quella dei suoi figli?
 

«Abbiamo lasciato la casa in cui vivevamo, per trasferirci in un appartamento più piccolo. E i miei figli non possono più frequentare la scuola inglese. Li ho iscritti a una scuola semi-pubblica che pagano i miei amici».
 

A questo proposito, dopo la tragedia, quanti tra gli amici suoi e di suo marito le sono stati vicini?
 

«Quelli che sono venuti al funerale. Persone a me care che mi stanno sostenendo. Dopo quello che ci è successo li ho “pesati” tutti. Alcuni mi hanno deluso, altri mi hanno sorpreso per la loro generosità inaspettata: mi stanno aiutando economicamente da quando è cominciato questo incubo orribile».
 

Ha intenzione di accettare l’eredità di suo marito?
 

«No, non penso. Non voglio i suoi soldi, né i suoi debiti. Voglio solo che mi vengano ridati i miei beni privati. Sono il frutto dalla vendita di un immobile ereditato da mia madre e del mio lavoro di 30 anni».
 

Che attività svolgeva?
 

«Per 20 anni ho fatto telepromozioni a Mediaset, per due volte a settimana. Erano altri tempi e si guadagnava bene. Ho le ricevute e ci ho pagato le tasse. Quei risparmi mi servono per vivere e mantenere i miei due figli».

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