Gigi Proietti e la Roma, quell'amore nato da un colpo di fulmine

Gigi Proietti e la Roma, quell'amore nato da un colpo di fulmine
di Romolo Buffoni
2 Minuti di Lettura
Domenica 8 Novembre 2020, 11:11 - Ultimo aggiornamento: 11:15

«Grazie Mandrà». Dopo avergli reso omaggio nel match di Europa League, la Roma ricorderà anche in campionato Gigi Proietti. La frase, con accanto l’immagine di Bruno Fioretti, ovvero il Mandrake di Febbre da Cavallo, è stampata sulle maglie che la squadra indosserà oggi pomeriggio a Genova contro il Genoa. E’ la maglia bianca con il lupetto, stemma dello scudetto dell’83 aritmeticamente vinto proprio a Marassi con l’1-1 contro i rossoblù. Una passione risaputa quella di Proietti per la Roma, ma mai sguaiatamente ostentata.

Proietti, Roma e Lazio salutano il Maestro: «Grazie di tutto»

Proietti, Totti: «Va via un pezzo della nostra Roma passionale e allegra»

Un amore che sbocciò spontaneamente in una domenica pomeriggio del 1967, come raccontò nell’autobiografia “Tutto sommato, qualcosa mi ricordo” nel capitolo “Forza Roma”.

Papà Romano al pallone preferiva briscola e tressette e nemmeno Lello (del Tufello) “tifoso giallorosso sfegatato e competente” lo riuscì mai a coinvolgere. Fino a quando un suo amico napoletano “rigorosissimo intellettuale marxista” lo trascinò ad assistere a un Roma-Napoli finito 2-1 per i giallorossi: “Dopo quella volta mi si accese la passione, così forte che non potevo perdermi una partita”. E Gigi ci sarà anche oggi: scenderà in campo con la Roma.

© RIPRODUZIONE RISERVATA