Gualtieri, boom di voti in Centro. L'affluenza crolla ancora. Giunta: ecco i primi nomi

Gualtieri, boom di voti in Centro. L'affluenza crolla ancora. Giunta: ecco i primi nomi
Gualtieri, boom di voti in Centro. L'affluenza crolla ancora. Giunta: ecco i primi nomi
di Francesco Pacifico e Fabio Rossi
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Martedì 19 Ottobre 2021, 01:35 - Ultimo aggiornamento: 02:34

Soltanto Tor Bella Monaca ha impedito a Roberto Gualtieri di fare “cappotto” (e al centrosinistra di vincere 15 a 0 nei Municipi). I dati del ballottaggio, divisi per quartieri, fotografano una situazione molto chiara: con l’ex ministro dell’Economia che sfiora il 70 per cento nella roccaforte rossa della Garbatella, viene votato da due cittadini su tre nel centro storico e a Monteverde, supera il 60 per cento in sette Municipi su 15, prevale su Enrico Michetti anche a Ostia e sulla Cassia (che al primo turno avevano premiato il centrodestra). Restando dietro all’avvocato-tribuno solo nel territorio del VI Municipio, quello delle Torri: l’unico dove è stato eletto un minisindaco targato Fratelli d’Italia.

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Un dato preoccupante arriva però dalla disaffezione alle urne dimostrata dai romani: al ballottaggio hanno partecipato meno di un milione di elettori (959.832) sugli oltre 2,3 milioni di aventi diritto, con un’affluenza totale del 40,68 per cento, ai minimi storici per le Amministrative, circa dieci punti in mendo del 2016.

Un crollo evidente soprattutto in periferia: la percentuale più bassa si è registrata nel Municipio VI (quello dove Michetti è andato meglio), dove si è presentato ai seggi appena il 32,48 degli elettori. Di contro, l’affluenza più alta (poco meno del 48 per cento) è stata riscontrata nell’area semicentrale del II Municipio, tra Parioli, Salario e San Lorenzo.

LA SQUADRA
Intanto già tra oggi e domani Gualtieri inizierà i primi colloqui con i partiti della maggioranza, per formare la giunta. Il tema è stato tabù per tutta la campagna elettorale, con l’ex ministro dell’Economia che ha sempre rivendicato massima autonomia sulle scelte future e la volontà di puntare su nomi autorevoli e assegnare almeno la metà delle poltrone a donne. Al di là delle sue ambizioni, dovrà comunque trovare un equilibrio con le sette liste che l’hanno appoggiato. Poche le certezze al momento: ci metterà almeno una settimana per trovare la quadra, mentre deleghe importanti come quelle al bilancio e all’urbanistica (forse anche ai trasporti) dovrebbero andare a tecnici che Gualtieri vorrebbe pescare al Mef o in ambienti governativi. In quest’ottica la difficoltà principali è convincere grand commis de l’etat ad accettare emolumenti, come quelli di assessori, molto bassi.

Il Pd, che al primo turno ha raccolto il 16 per cento, rivendica quattro posti, mentre tre ne vorrebbe la lista civica di Gualtieri, con i promotori anche loro indirizzati nel premiare dei tecnici e non i loro cinque futuri consiglieri. Al riguardo salgono le quotazioni di Alessandro Onorato, che potrebbe ottenere come deleghe quelle alla cultura, allo sport o ai grandi eventi. Guardando agli altri nomi, da alcuni giorni circolano quello di Francesca Bria, già Chief Technology Officer di Barcellona e componente in quota Pd per il Cda della Rai, Beatrice Lorenzin, parlamentare del Nazareno, mentre i più votati tra i dem Sabrina Alfonsi e Maurizio Veloccia starebbero trovando un accordo tra loro per dividersi la presidenza dell’aula Giulio Cesare e un posto in giunta. Premerebbe anche Paolo Ciani di Demos, che ha coagulato il voto del volontariato cattolico. Tra i rumors anche quelli che danno Albino Ruberti, oggi capo di gabinetto di Nicola Zingaretti in Regione che avrebbe lo stesso ruolo in Campidoglio, e l’economista Marco Simoni, papabile sia per la giunta sia per una delle municipalizzate capitoline.
 

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